giovedì 9 agosto 2018

SCONFIGGERE LA MAFIA ED IL CAPORALATO E' POSSIBILE.












Cari ex ministro all’agricoltura Maurizio Martina, caro ex Governatore della Puglia Michele Emiliano, sono con questa mia a dirVi.
2014…...Governo Renzi
Sono i caporali a fornire squadre di lavoro ‘disciplinate’ ai proprietari terrieriIn Puglia, come in altre regioni del sud Italia, nell’ultimo decennio si sono formati dei veri e propri “ghetti” fatti di baracche, in cui vivono migliaia di braccianti stranieri. Spesso sono sorti a ridosso delle vecchie borgate agricole disabitate, altre volte sono sorti spontaneamente.Il più noto è il Gran Ghetto di Rignano Garganico, dove vivono un migliaio di braccianti africani, ma ce ne sono almeno altri sei o sette in tutta la provincia di Foggia.
2015…...Governo Renzi

Il mondo del pomodoroNel mondo del pomodoro la paga è a cottimo. Riempiendo un cassone di tre quintali di prodotto si ottengono 3,50 euro, quando va bene (al produttore il pomodoro viene pagato 8 euro al quintale). Di questi, 50 centesimi vanno dati al caporale, che prenderà altri soldi per il trasporto nei campi, per la fornitura di acqua e cibo e – in alcuni casi – anche per l’assegnazione di un alloggio in condizioni degradate.Ogni estate la presenza di una manodopera quotidianamente impiegata di quattro o cinquemila braccianti (cui vanno aggiunti quelli che vivono nei casolari più piccoli e isolati) è la prima smentita della tesi secondo cui ai caporali ricorrono solo poche “mele marce”.Purtroppo tale pratica è molto più estesa. Si è fatta base e sistema del mondo agricolo, come sostiene da tempo la Flai Cgil Puglia.





2016….. Governo Renzi

Picchia il sole su 400mila lavoratori impiegati senza tutele a raccogliere casse di pomodori e ceste di meloni, fino alle uve d’autunno. La cifra è fornita dall’osservatorio della Cgil sul caporalato. In inverno erano a Rosarno o Ginosa per gli agrumi. Con l’estate si trovano a Foggia come a Nardò, come in qualche località della Campania.
Altro raccolto, altra schiavitù. Perché nonostante leggi, programmi e promesse, lo sfruttamento nei campi continua. Assume nuove forme, indossa maschere semi-legali: intermediazione, contratti a ore, aziende fantasma. Riceve fondi europei. Conta sulla mancanza di controlli. E non arretra. E oggi all’emergenza “storica” (in Calabria è da otto anni che le associazioni parlano di schiavitù, in Puglia la prima rivolta dei braccianti risale al 2011) se ne aggiunge una nuova.

2017…… Governo Gentiloni

Bilancio deludente per la lotta al caporalato e allo sfruttamento del lavoro agricolo. A sostenerlo è la FLAI CGIL, dopo aver monitorato la situazione della raccolta dei pomodori nel corso di tutta l’estate. Eppure gli strumenti necessari, per lo meno a livello legislativo, ci sarebbero. Circa una anno fa, infatti, era stata approvata la legge in materia, mentre risale al 27 maggio 2016 il “Protocollo sperimentale contro il caporalato e lo sfruttamento lavorativo in agricoltura” sottoscritto dal ministero dell’Interno, del Lavoro e da quello dell’Agricoltura. Il 1° settembre 2015, inoltre, era nata la “Rete del lavoro agricolo di qualità, sempre con l’obiettivo di contrastare le irregolarità in agricoltura. Ebbene, secondo il sindacato tutti questi documenti, almeno per ora, non hanno prodotto i risultati sperati.
Nel vostro compito di sorveglianza come politici attivi della Repubblica Italiana con “mandato?” dagli elettori italiani, non vi siete resi conto che in Italia era tornata la schiavitù voluta da chi?Oggi che siete stati disarcionati dal tanto caro cavallo di legno avete la ricetta per le soluzioni a tutto campo.
Senza mancarvi di rispetto.
Fare impresa agraria con legalità è possibile basta, adoperarsi.


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