lunedì 20 aprile 2020

UNA SCELTA DIFFICILE


SOPRAVVIVENZA

Avevo 9 anni, ricordo bene i sacrifici che facevano i miei per produrre un po' di grano per la sopravvivenza di tutta la famiglia. 


Negli anni Sessanta la forza lavoro per arare per trasportare, era rappresentata dai cavalli e dai buoi.
Poi il progresso ci mise di fronte il trattore, lo usavi nel momento del bisogno e poi a riposo, qualcuno prospettò di lavorare meno e guadagnare di più. Lo stesso miraggio della moneta unica.
Non c’era da pulire la stalla, da dare da mangiare al bestiame anche i giorni di festa, un agricoltore come oggi non conosceva giorni di festa, non sapeva cosa fossero. Siamo tutti pronti al grande sacrificio per salvare la terra? Di questo si tratta. È sotto gli occhi di tutti il ritorno in questi giorni la limpidezza dei corsi d’acqua, 
trasparenza che molti non avevano conosciuto, del cielo limpido da far ammirare le stelle, aria salubre respirata solo dalle finestre per la pandemia del coronavirus.
Bisogna apprendere tutto di nuovo.
«Non esiste più una cultura della trazione animale. Nessuno più sa addestrare un cavallo da lavoro e molte attrezzature sono sparite. Sarà un ritorno lento e corrosivo. Non sarà cosa facile recuperare tutto il lavoro delle generazioni precedenti. La responsabilità sociale comporta oggi un impegno per un’agricoltura biologica ed eco-solidale, perché la difesa della persona umana, della sua salute e della sua dignità, è imprescindibile dalla difesa della natura e dell’ambiente e di una sana alimentazione. Perciò il ritorno delle tecniche tradizionali e innovative per lo sfruttamento naturale delle risorse agricole, nel rispetto dell’ambiente e dei cicli naturali e per la difesa e promozione della biodiversità – e nel contrasto all’utilizzo di pesticidi, gravemente dannosi per la salute dell’uomo e della natura, e anche per l’economia. Siamo ad un bivio tragico, e tutti sceglieremo egoisticamente la strada più facile. Non siamo pronti a salvare la Terra e noi stessi, correremo inesorabilmente verso l’autodistruzione.
Non siamo pronti ad agire. Questa tabella ci spaventa.

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