BENVENUTI
NEL MONDO DELLE API
Un piccolo essere peloso, ronza ed è utilissimo all’umanità ed
a tutto il pianeta. E’ conosciuto a quasi tutti nel mondo ed è
l’ape ovvero l’ape mellifera.
Un trilione di api nel mondo lavora senza sosta per impollinare le
nostre piante e fiori. Dalle clementine della California ai cavoli
della Cina, le api sono essenziali nella produzione di oltre un terzo
del cibo che consumiamo quotidianamente.
La sola impollinazione ci porterebbe a conferire alle api il
premio de “L’insetto dell’anno”, ma questa è una delle tante
cose di cui sono capaci di fare, altresì producono il miele, ad
esempio, come dono per l’apicoltore che si è occupato del loro
nido!
In questa mini guida a tappe sull’apicoltura, cercheremo di
esternare ciò che c’è da sapere sulle api, sul ruolo
dell’apicoltore, su come funziona un alveare al suo interno, e
molto altro. Sperando di essere esaurienti come è nel nostro intento
anche se non siamo detentori di cattedra universitaria. Lo scopo è
di solleticarvi nell’allevare api o che aumenti in voi l’interesse
per questi piccoli animali.
La storia
delle api
L’ape è un insetto antichissimo di milioni di anni. L’ape più
antica è stata trovata nel Myanmar, all’interno di un’ambra la
cui età sé di circa 100 milioni di anni.
Oggi, in tutto il mondo esistono circa 20,000 specie diverse,
dall’ape gigante mangiatrice di foglie, lunga circa 3cm, all’ape
nana che misura 2mm. L’ape mellifera è solo una di queste razze.
Alcune api preferiscono la vita comunitaria, altre vivono isolate. I
bombi, (altro tipo di ape)ad esempio, vivono in buchi scavati nel
terreno.
Gli scienziati ritengono che le api sono responsabili della
varietà e della diversità floreale di cui godiamo adesso. Molte
piante non sono in grado di auto impollinarsi e l’azione del vento
non è spesso sufficiente a compiere il lavoro; per questo i fiori
sono diventati sempre più colorati, per attirare le api e assicurare
l’impollinazione. Le api bevono il nettare e lo trasportano fino
all’alveare per nutrire la regina e dividerlo con le altre api e le
larve.
Per i primi uomini, la scoperta delle api fu tanto rivoluzionaria
quanto la scoperta del fuoco. Per loro che non possedevano
protezioni, raccogliere il miele significava essere punti e rischiare
la vita, ma ne valeva la pena, considerata la scarsità di risorse
dell’epoca.
Il miele non è stato solo il più importante dolcificante per
cibo e bevande alcoliche nell’antichità, ma addirittura il primo
antibiotico naturale che esiste ancora oggi. Era così importante che
molti genitori iniziarono a dare ai figli il nome di ape. Sia Debora
che Melissa significano ape, rispettivamente in ebraico e in greco.
I primi a colonizzare le api furono gli egiziani. L’alveare
degli egiziani era un semplice cestino di paglia capovolto. Lo si usa
raramente oggi ma come casa temporanea per api che hanno recentemente
sciamato.
Questi vecchi alveari non erano pensati per resistere a lungo. Il
miele veniva estratto distruggendo l’arnia e quindi l’intera
colonia. Il sistema funzionava solo se la colonia aveva abbastanza
api da creare uno sciame che sarebbe stato catturato e avrebbe
garantito miele per l’anno successivo. Altrimenti si sarebbe dovuto
catturare un nuovo sciame ogni anno.
Una straordinaria scoperta nel campo venne fatta da un uomo di
nome Lorenzo Langstroth
(Lorenzo
Lorraine Langstroth 25 Dicembre 1810 è considerato il padre dell'apicoltura
moderna, grazie alla sua invenzione del telaio mobile e al principio
dello "spazio delle api", che gli permise di creare i primi
alveari moderni a "Spazio Api.
egli scoprì che le api hanno bisogno di uno spazio all’interno
dell’alveare ampio fra i 6 e gli 8 mm, che chiamò appunto “spazio
di ape”. Il modo in cui gestiamo adesso il nido, usando telaini
rimovibili, nasce proprio da questa intuizione. Da quel momento in
poi gli apicoltori furono in grado di rimuovere il nido e il miele
senza distruggere l’alveare, e di controllare lo sviluppo della
colonia).
I membri della colonia
La regina
La regina è il leader di ogni colonia di
api; è la sola femmina matura ed è generalmente la madre di tutte
le altre api. La regina è riconoscibile dalle sue compagne perché
ha un corpo più lungo, le sue ali sono estese lungo metà del suo
addome, appuntito sul retro. La testa è piccola in proporzione al
corpo.
Lo scopo primario di un’ape regina è quello di depositare le
uova. Una buona regina depone circa 2,000 uova al giorno (una gallina
ci impiegherebbe 6 anni!). Non è infatti una buona madre, avendo
perso completamente l’istinto di occuparsi della propria prole.
Conta, quindi, sulle api operaie per la cura dei piccoli, e controlla
il loro comportamento producendo dei ferormoni che influiscono sul
loro atteggiamento.
Api operaie - 10,000-50,000 per colonia
L’operaia è
l’ape più piccola della colonia, circa metà del peso della
regina. Ha un addome appuntito e ali corte. Le operaie femmine
lavorano fino alla morte lungo tutto l’arco della loro vita
provvedendo cibo alle larve, ai fuchi e alla regina e costruendo i
fogli cerei che strutturano l’arnia.
Si tratta di lavoratori instancabili che puliscono, fanno
arieggiare e riparano l’alveare. Incredibilmente lo tengono sempre
a una temperatura di circa 34 gradi centigradi. Se la colonia è
accaldata, bagnano il proprio corpo in acqua portandola così
all’interno della casa. A quel punto, lavorano tutte insieme per
far circolare l’aria grazie al movimento delle ali, portando la
temperatura ad abbassarsi per evaporazione. Nei periodi freddi,
invece, si raggruppano intorno alle uova per tenerle al caldo.
https://www.youtube.com/watch?v=cdZ7PLfMG2w
I fuchi - 1000 per colonia
Il fuco è il maschio
dell’ape. Ha circa le stesse dimensioni della regina ma ha un corpo
più definito. Le ali coprono completamente il suo addome e la testa
è distinguibile dai due occhi che si avvicinano in cima. Non è
dotato di pungiglione. I maschi conducono una vita piuttosto semplice
e pacifica; non lavorano nell’alveare, non vanno in cerca di cibo,
non difendono le compagne e vengono nutriti dalle operaie. L’unico
loro scopo è quello di accoppiarsi con la regina e morire subito
dopo. Non sopravvivono all’inverno e quelli che rimangono
nell’alveare in autunno vengono condotti fuori dalle operaie.
Il ruolo
dell’apicoltore
Il ruolo dell’apicoltore è quello di controllare l’alveare in
cui vive una colonia, e di aiutarle nella crescita disturbandole il
meno possibile. E bisogna tenere presente che le api, anche se ben
accudite, quando in forze e numerose, possono voler lasciare
l’alveare per formare una nuova colonia. In questo periodo
l’importanza dell’apicoltura si è accresciuta, e le colonie in
natura sono diminuite a causa dell’inquinamento e della distruzione
dei loro habitat naturali.
La missione di un apicoltore è quella di comprendere il
comportamento di questi piccoli animali, di rispettare il loro modo
di vivere aiutandoli a crescere e mantenersi in salute.
Ci sono tre tipi di apicoltore: Anche se in tutti e tre i tipi vi
è molto dispendio di energie.
L’apicoltore amatoriale
L’apicoltore amatoriale
possiede generalmente fra l’una e le
40
arnie. Un numero maggiore di arnie richiederebbe un lavoro a
tempo pieno con le api.
L’apicoltore professionista
Questo tipo di
apicoltore possiede tendenzialmente
più
di 40 arnie e vi lavora a tempo pieno. Le alleva o per
produrre miele adottando la transumanza, trasloco temporaneo in zone
con miglior fioritura e stagionalità
L'ispettore
Gli apicoltori sono soggetti a verifica da
parte di ispettori FAI.
L’anatomia
delle api
Le api sono delle straordinarie ed efficienti produttrici di
miele. Il loro corpo è diviso in tre parti distinte: la testa, il
torace e l’addome. Così come molti altri insetti, le api hanno un
resistente esoscheletro.
La testa - Nella testa trovano spazio gli occhi, l’apparato
boccale e le antenne usate per comunicare. Tutti o quasi tutti sanno
che le api sono dotate di pungiglione, ma chi sa che hanno un
apparato boccale in grado di riconoscere la qualità del nettare?
Il torace - Il torace consiste di tre segmenti appena sotto
la testa. Al primo è attaccato un primo paio di zampe, al secondo il
secondo paio di zampe e il primo paio di ali, e al segmento finale il
terzo paio di zampe e il secondo paio di ali. Le ali battono 11,000
volte al minuto e reggono il peso dell’ape per 19 km in un’ora.
Tutto il torace è ricoperto di peluria; questo è particolarmente
importante nelle api operaie in quanto facilita la raccolta del
polline. I fuchi hanno un pelo rado, ma più folto della regina.
L’addome - Nell’addome è contenuto il sistema
digerente dell’ape, la sacca che conterrà il nettare, (detta
ingluvie) nelle femmine, gli organi riproduttivi e il pungiglione.
L’ingluvie può contenere fino a 0.25ml di nettare, per cui sono
necessari circa 20,000 viaggi per produrre un singolo vasetto di
miele.
Di cosa vanno a caccia le api?
Questi piccoli insetti sono degli instancabili procacciatrici di
nettare ed impollinatori. Possono volare a una distanza di 5 km
dall’alveare e adattarsi al cambiamento delle stagioni e alla
disponibilità delle piante nella zona. L’ape comune attingerà per
3,000 volte ai fiori in un giorno e volerà sulla stessa area fino a
che il nettare disponibile non è finito.
La danza delle api
Circa metà delle api che occupano
una colonia impiega il proprio tempo raccogliendo nettare. Tra le api
che assolvono a questo compito, ce ne sono alcuni chiamate scout che
vanno in cerca di cibo e una volta trovatolo tornano all’alveare
per avvertire le compagne. Per comunicare quantità e ubicazione del
nettare muovono il corpo in quella che è stata definita come la
danza delle api.
Le api scout si fermano sull’alveare e danno inizio alle danze.
Le altre api avvertono la loro presenza e il loro movimento con le
antenne. Le scout fanno anche assaggiare il nettare alle compagne
perché queste conoscano in anticipo la qualità del miele trovato.
Quali piante offrono più nettare?
Le api raccolgono
una grande quantità di nettare.
Quali sono le piante migliori per le nostre api?
Tantissime
sono le piante di cui le api vanno matte! Vi consigliamo di coltivare
più piante possibili, di specie diverso, nel vostro giardino, se
pensate di tenervi un’arnia. Ecco un elenco utile:
-
Basilico
-
Berberis
-
Borago officinalis
-
Grano saraceno
-
Papavero californiano
-
Calluna vulgaris
-
Nepeta
-
Croco
-
Doronicum
-
Geranio
-
Echinops
-
Hebe
-
Lavanda
-
Nigella Damascena
-
Aster
-
Facelia
-
Limnanthes douglasii
-
Rosmarino
-
Sedum
-
Girasole
-
Timo
-
Viburnum
-
Melilotus albus
-
Salice
Un
essenziale servizio di impollinazione
L’impollinazione è il processo attraverso cui molte piante si
riproducono (i gameti maschili sono trasferiti ai gameti femminili).
Le api mellifere sono essenziali in questo processo, in quanto
trasportano il polline a una gran varietà di piante, alberi da
frutto e colture.
In che modo funziona l’impollinazione?
Piante e api
vivono una relazione simbiotica. La pianta garantisce cibo alle api
sotto forma di nettare. Mentre l’ape raccoglie il miele, questo
sfiora leggermente le antere della pianta e i grani del polline si
attacca al pelo dell’insetto. Così, quando l’ape si avvicina ad
un’altra pianta, parte del polline finisce sullo stigma di questa.
Attraverso questo processo le api impollinano circa un terzo dei
prodotti utili alla nostra alimentazione.
Il lavoro dell’impollinazione
Sfortunatamente, il
numero delle api in natura è andato diminuendo col passare degli
anni, a causa dell’inquinamento e della distruzione del loro
habitat naturale.
Gli uccelli
e le api
La popolazione di una colonia varia a seconda delle stagioni. La
colonia tipica farà crescere la sua popolazione utilizzando il
nettare dei fiori primaverili. A questo punto, con un grande
dispendio di energia da parte di tutte le compagne, inizierà a
mettere da parte il nettare in estate conservandolo per l’inverno.
Da Marzo in poi la colonia si dedica alla costruzione del nido e
la regina inizia velocemente a deporre le uova, raggiungendo il picco
verso Giugno. Il rapporto di api adulte da covare in questo periodo è
di 2 a 1. La quantità di cibo richiesta dalla colonia si manterrà
stabile, ma le api continueranno costantemente a immagazzinare
nettare.
Il controllo della temperatura
La temperatura,
all’interno del nido, deve essere mantenuta costante fra i 32 e i
36 gradi C. Per far ciò, le api operaie muovono le loro ali a
ventaglio per raffreddare l’arnia o metabolizzano il miele per
riscaldarlo. Il nido produce calore anche mentre le larve e le pupe
si sviluppano.
Le uova delle api sono partenogenetiche, ciò vuol dire che
schiudono senza essere state fertilizzate e da qui deriva la nascita
di un’ape femmina o di un’ape maschio. Le uova non fertilizzate
danno vita a esemplari maschi, conosciuti come fuchi, mentre le uova
fertilizzate a esemplari femmine che diventeranno operaie o regine a
seconda di come vengono nutrite dalle operaie. Non ci sono differenze
fra le uova della regina e quelle dell’operaia, se non per il modo
in cui vengono nutrite non appena schiudono.
Tre tipi di celle
L’uovo viene deposto in diverse
celle a seconda che sia fertilizzato o se destinato a dare vita a una
nuova regina. Le celle sono di tre tipi:
-
Le celle della regina - Larghe, con una forma a
ditale e costruite verticalmente.
La regina misura le dimensioni della cella con le sue zampe
frontali e aggiunge lo sperma per fertilizzare l’uovo all’interno
della sua vagina, oppure depone un uovo non fertilizzato (nella cella
dei fuchi). Quando l’uovo schiude in larva, somiglia a un piccolo
verme, e le api iniziano a nutrirlo.
Le larve vengono nutrite con una sostanza definita il “latte”
delle api, cioè la pappa reale. Si tratta di polline masticato,
dall’alto valore nutrizionale. La larva viene alimentata per tre
giorni con pappa reale, poi viene nutrita meno frequentemente fino a
che la cella non è chiusa.
La cella della regina è nutrita di una pappa reale ad alto
contenuto zuccherino. Le larve vengono nutrite il più possibile
prima che la cella sia richiusa. Questa diversa nutrizione da’
origine a una regina forte con delle ovaie molto sviluppate.
I fuchi vengono alimentati tanto quanto le operaie. Il coperchio
della cella è una mistura di polline e cera traspirante.
Sciame
Sciamare è il modo con cui le api volano via dall’alveare in
gruppo. Una colonia che si sviluppi bene si riproduce e si
ingrandisce. A questo punto le api decidono di dividersi e formare
un’altra colonia. La vecchia regina con metà circa della colonia è
costretta ad emigrare.
I segni che indicano quando le api stanno per sciamare
Tanti
sono gli elementi da cui dedurre che la colonia sta per sciamare:
1. Inizia a produrre nuove celle per la regina
2.
Non restano stanze vuote nel nido
3. Grappoli di api
appaiono all’entrata dell’alveare
Quando un alveare è pieno di miele e non ci sono celle vuote per
nuove uova, le operaie iniziano a cercare un luogo in cui dare vita
ad una seconda colonia. Dopo che la regina si accoppia, prende metà
delle api operaie e crea una nuova colonia in un nuovo posto. La
nuova regina indietro con resta con la vecchia colonia.
La vita di un’ape
Tutte le api iniziano la propria vita sotto forma di uova. Si
sviluppano in larve e in pupe, prima di trasformarsi in api mature.
La regina, i fuchi e le api operaie impiegano tempi diversi per
completare il proprio sviluppo. Conoscere le fasi e i tempi di questo
processo è importante soprattutto quando si ispeziona un’arnia.
|
Regina |
Fuco |
Operaia |
Schiusa delle uova
|
3
|
3
|
3
|
Cella sigillata
|
8
|
10
|
8-9
|
Filatura del bozzolo
|
9
|
12
|
10
|
Muta di una pupa in un adulto
|
15
|
22
|
20
|
Risalita dalla cella
|
16
|
24
|
21
|
Per quanto tempo vive un’ape?
La lunghezza della
vita di un’ape dipende dal tipo di ape e da dove è nata.
|
Regina |
Fuco |
Operaia |
Estate
|
3-4 anni
|
22 giorni
|
36 giorni
|
Inverno
|
3-4 anni
|
59 giorni
|
6 mesi
|
Chi può
allevare api?
Tempo
Occuparsi di un’arnia o più richiede una
certa quantità costante di tempo, a partire da un’ora e mezza la
settimana per alveare. Potete dedicarvi il fine settimana, se il
tempo è buono, o la sera, di ritorno dal lavoro. Molti apicoltori
preferirebbero trascorrere più tempo con le proprie api che in
qualunque altra attività, ma le api, diversamente da altri animali,
sanno gestirsi bene anche da sole e non si accorgeranno neanche se
per qualche giorno sarete lontani.
Spazio
Le api vivono a proprio agio in tantissimi
posti, dal cortile di una casa in campagna, al giardino o al terrazzo
di una casa in città. Non è vero, come molti credono, che ciò di
cui hanno bisogno sono necessariamente gli spazi ampi in prossimità
della campagna. Il nettare e il polline possono essere raccolti da
un’ampia varietà di piante che nei giardini di città spesso non
contengono pesticidi e sostanze nocive.
Vicinato
Siete preoccupati di ciò che potrebbero
pensare i vostri vicini se prendeste delle api? Se avete un giardino
abbastanza grande, loro potrebbero non notarlo affatto. Diversamente,
se lo spazio a vostra disposizione è ristretto, dovrete capire se è
sufficiente ad ospitare almeno un’arnia e acquistare api
“tranquille”. L’arnia dovrebbe essere localizzata in modo tale
da non rivolgere l’entrata in direzione di un sentiero o dell’area
più affollata del giardino.
Attrezzatura
Un apicoltore che si rispetti ha bisogno
di un’attrezzatura specifica, a partire dagli strumenti di lavoro,
continuando con gli abiti adatti. Di tutto ciò si parlerà più
avanti.
Tutto ciò di cui avete bisogno per iniziare
Un alveare
Numero uno nella lista è ovviamente la
casa per le vostre api, ARNIA!
Tuta da apicoltore
Un’ottima tuta è la prima cosa
di cui un apicoltore ha bisogno per sentirsi adeguatamente protetto.
Esistono diversi tipi di tute disponibili, tra cui quelle integrali,
quelle che coprono la parte superiore del corpo, o il solo velo. Vi
consigliamo di acquistare la tuta integrale, che protegge tutto il
corpo, per avere una protezione totale e sicura.
Guanti
Sebbene non essenziali, molti apicoltori
preferiscono indossare dei guanti in pelle per proteggere le proprie
mani dalle possibili punture. Se siete coraggiosi abbastanza, o se le
vostre api sono insetti piuttosto tranquilli, potete non indossarli
affatto. Si consigliano soprattutto per i novellini.
Stivali
Gli stivali sono importantissimi per
proteggere il corpo dalle api, considerato che questi insetti hanno
la capacità di risalire lungo il corpo dai pantaloni.
Affumicatore
L’affumicatore è uno strumento
costruito per spruzzare fumo all’interno dell’alveare. Quando le
api percepiscono del fumo, pensano automaticamente che il proprio
nido sia in fiamme. In questi casi, danno l’allarme e iniziano a
mangiare miele preparandosi a lasciare l’alveare. Ma il fumo
inibisce le comunicazioni tra le api le quali non hanno il tempo di
dare l’allarme prima che abbiate aperto l’arnia.
Accendere l’affumicatore richiede una certa esperienza. Non
dovete appiccare un fuoco, ma produrre solo un po’ di fumo,
utilizzando materiali come il cartone, foglie leggermente umide, o
del legno marcio.
Strumenti per arnia
Le api producono un collante
chiamato propoli dalla resina degli alberi, e lo utilizzano per
sigillare le crepe e le fessure, incluso il favo. Le leve stacca favi
sono dei coltelli specifici in metallo utilizzati per aprire le
arnie, per staccare i telaini, per eliminare gli eccessi di cera e
mettere così ordine nella casetta delle vostre api.
Taccuino
Pensiamo che sia buona norma possedere un
taccuino in cui prendere appunti sulle vostre api.
Com'è
strutturato un alveare?
Le api hanno bisogno di un luogo caldo, sicuro e asciutto in cui
vivere. In natura, tendono a scegliere le cavità degli albero, o le
fessure delle rocce. Le arnie usate dagli apicoltori sono state
realizzate per rendere sempre più facile alle api gestire la propria
colonia e produrre del buon miele. Tanti sono i tipi di arnie
utilizzate nel mondo, ma seguono tutte gli stessi principi di base
Come sono chiamate le parti principali di un’arnia?
La
figura in basso mostra perfettamente l’interno di un’arnia, e
quindi tutte le sue parti e sezioni. All’interno, trovate il
coperchio, i melari, il nido, l’ingresso e il rialzo. Ciascuna di
queste parti è descritta qui di seguito.
Coperchio esterno - Protegge l’arnia dalle intemperie.
Viene assicurato dall’uso di una forte corda elastica.
Melari - I melari sono utilizzati dalle api per
immagazzinare il miele. Ogni colonia produce miele durante l’estate,
in preparazione dell’inverno. Se le vostre api saranno laboriose
abbastanza, vedrete quanto miele riceverete! Ai melari si aggiungono
dieci telaini e i rispettivi fogli cerei.
Il nido - Ecco qual è il cuore dell’alveare, lì dove le
api vivono e dove la regina depone le uova. Questi larghi telaini
sono chiamati “telaini da nido”. Attraverso di essi controllerete
il lavoro delle vostre api. Ogni arnia contiene 11 telaini con
altrettanti fogli cerei.
Ingresso - Grazie ad esso le vostre api saranno libere di
entrare ed uscire in qualunque momento. L’ingresso dell’arnia
gode anche di uno spazio riparato dalla pioggia e dal vento.
Rialzo - Il rialzo è importante per distribuire
uniformemente il peso dell’arnia e per tenere l’ingresso lontano
dai flussi d’aria.
Come si chiamano le parti interne dell’alveare?
L’interno
dell’arnia è mostrato qui in basso; seguono le descrizioni delle
sue varie parti.
Il coperchio - Indispensabile per sigillare l’arnia e
mantenere le api al suo interno, il coperchio è poggiato
direttamente sul nido in inverno, quando non ci sono i melari, o sui
melari durante l’estate.
I telaini da melario - I telaini da melario sono più bassi
di quelli per il nido. Servono a trattenere la cera.
Escludi regina - La regina è l’ape più importante
all’interno di un alveare, in quanto è colei che depone le uova e
permette alla colonia di espandersi. Ma quando viene il momento di
raccogliere il miele, la sua presenza potrebbe creare qualche
fastidio. I melari dovrebbero essere i luoghi destinati ad accogliere
il miele e nient’altro; la regina, però, non è a conoscenza di
tutte queste sottigliezze, e se ne ha l’occasione depone le uova
nei favi dei melari, cosa che rende più difficile la raccolta del
miele. L’escludi regina vi aiuta a tenerla lontana dai melari. Va
posizionata sopra i telaini del nido, ed è dotata di fori abbastanza
grandi per far passare le operaie, ma troppo piccoli perché possa
passarci la regina.
I telaini da nido - Sono localizzati lì dove le api
immagazzinano il nettare e il polline per il loro uso immediato. Si
tratta dello stesso posto in cui la regina depone le uova. Esistono
telaini di dimensioni leggermente diverse.
Isolamento - Le api hanno bisogno di mantenere una
temperatura costante per far crescere i propri piccoli. Se l’alveare
è isolato bene, alle api saranno risparmiati un bel po’ di tempo e
fatica.
Pavimento a rete - Il pavimento è costituito da una rete
per assicurare un costante ricambio d’aria e per far cadere fuori
dall’arnia acari (le varroa) e detriti.
Vaschetta per l’ispezione - La vaschetta si trova al di
sotto del pavimento a rete. Serve ad intrappolare qualunque acaro,
insetto o detrito che cada dall’arnia; questi, una volta
analizzati, vi aiuteranno a capire se le vostre api godano di ottima
salute.
Acquistare
le api
Ci sono diversi modi di procurarsi o acquistare delle api:
Acquistare una colonia già stabilizzata
Se siete
membro di qualche associazione di apicoltori, potreste conoscere
facilmente qualcuno in grado di vendervi una colonia già
stabilizzata di 50,000 api, ad esempio. Questo vi permetterà di
iniziare il lavoro in fretta, ma non pensate che semplifichi le cose!
Per un novellino del campo, una colonia così grande può essere
difficile da gestire. Formare una colonia da un nucleo, invece, vi
aiuterà ad abituarvi gradualmente alle api e a capirne il
comportamento.
Catturare uno sciame
A volte anche la fortuna gioca un
ruolo importante nella vita dei novelli apicoltori. Capita che le api
si installino in un giardino, ad esempio, o che un amico ne possieda
già uno sciame. Iniziare da uno sciame è più difficile che
iniziare con una colonia intera o un nucleo. Non è possibile - o
facile - in quel caso, conoscere il temperamento, lo stato di salute
della regina. Questo vale sia per gli esperti che per gli apicoltori
alle prime armi. C’è un vecchio detto sugli sciami: “Uno sciame
a Maggio vale un carico di fieno; uno sciame a Giugno vale un
cucchiaio d’argento; ma uno sciame a Luglio non vale un volo".
Come evitare di essere punti
Non c’è molto da fare a riguardo, se avete deciso di
intraprendere la carriera di apicoltore, sappiate che sarete punti
qualche volta. Sebbene le api non siano creature particolarmente
aggressive, pungono senza pensarci due volte se pensano che il
proprio nido sia in pericolo. Potete capire benissimo quando un’ape
sta cercando di difendere l’alveare, perché inizierà a volare
intorno alla vostra faccia producendo un ronzio acuto. Se non siete
protetti da una tuta adatta, vi conviene allontanarvi cautamente.
Si sa che le api muoiono dopo aver punto, ma non funziona sempre
così. Il pungiglione delle api è importante perché usato come
un’arma difensiva per proteggere l’alveare dagli insetti che
cercano di rubare il miele e le larve. Quando un’ape punge una
vespa, il pungiglione può essere estratto senza danneggiare l’ape.
La nostra pelle, però, è molto elastica e questo rende difficile,
se non impossibile, alle api rimuoverlo. L’ape a quel punto vola
via e muore poco dopo per disidratazione poiché il suo corpo non
riesce più a trattenere i liquidi.
Il dopo puntura
Se siete stati punti, staccate l’ape
e il pungiglione usando una leva per alveare o nel caso le vostre
unghia. Evitate di stringere l’ape o il pungiglione perché questo
farà cadere ancora più veleno all’interno del vostro corpo. Il
pungiglione sotto pelle vi darà una leggera sensazione di bruciore,
e la parte lesa potrebbe mantenersi gonfia fino a due giorni dopo la
puntura. Una crema antistaminica allevierà il dolore e il prurito.
Una percentuale ancora più ridotta di persone è allergica alla
puntura delle api. La persona punta manifesta subito sintomi gravi e
rimane senza conoscenza per alcuni minuti. Si consiglia un intervento
medico e un ricovero immediato.
Evitare le punture
Ecco alcuni consigli per non essere
punti dalle api.
Le
associazioni degli apicoltori
Se state pensando da un po’ di dedicarvi all’apicoltura,
allora iscrivetevi all’Associazione apicoltori a voi più vicina.
Ma quali sono i vantaggi dell’essere iscritti a un’associazione
di questo tipo?
Corsi
Molte associazioni locali organizzano corsi di
apicoltura utili sia per i principianti che per i professionisti del
settore. Vi consigliamo di iscrivervi per tempo perché la richiesta
è sempre altissima!
Seminari e libri
Molte associazioni organizzano
diversi seminari su apicoltura e api durante l’anno, e possiedono
libri sull’argomento da consultare gratuitamente.
Assicurazione
Attraverso queste associazioni potrete
acquistare un’assicurazione sulla vostra attività e sui prodotti
che utilizzate. L’assicurazione vi coprirà anche nello sventurato
caso in cui le vostre api contraggano la peste americana (una
malattia rara). In questi casi l’alveare dovrà essere distrutto da
un ispettore, ma l’assicurazione coprirà i costi dell’acquisto
di una nuova arnia.
Consigli da amici ad amici
E, cosa non trascurabile,
le associazioni degli apicoltori sono frequentate da gente amichevole
ed esperta in grado di aiutarvi o con cui discutere solo amabilmente
di api e alveari e di tutti quegli argomenti che vi stanno a cuore e
che i vostri amici forse non apprezzerebbero.
Ispezionare
l’arnia
La tentazione di ispezionare spesso l’arnia, anche ogni giorno,
va tenuta severamente a bada. Ne basta una a settimana durante il
periodo che va dalla primavera all’autunno. Durante l’inverno,
invece, è consigliabile non disturbare affatto le api.
Perché ispezionare un alveare?
Ispezionare l’alveare
di tanto in tanto è importante per assicurarsi che le api stiano
bene e che il loro lavoro procede senza intoppi. Queste sono le
domande tipiche che dovreste porvi quando ispezionate l’arnia:
-
La colonia ha abbastanza
stanze a disposizione?
-
La colonia ha abbastanza
stanze a disposizione?
-
La colonia ha sufficienti
riserve di polline e miele?
-
La colonia è in salute?
-
Ci sono celle da regina?
Bisogna sempre rispondere a ciascuna di queste domande quando si
ispeziona un’arnia, per essere certi che non si è trascurato
nulla. Per comodità, potreste segnarvele su un taccuino, e di volta
in volta appuntare le risposte, sì da comparare lo stato dell’arnia
sempre dall’ultima ispezione.
Qual è il momento migliore per ispezionare l’arnia
L’orario
ottimale per l’ispezione è tra le 11 del mattino alle 4 del
pomeriggio di un giorno preferibilmente caldo e assolato quando le
api sono via per rifornirsi di nettare.
Quanto tempo dura un’ispezione?
Il controllo
dovrebbe durare circa mezz’ora per arnia. Si consiglia, soprattutto
a chi è nuovo del mestiere, di non indugiare troppo nell’ispezione,
al fine di evitare di innervosire le api.
Prepararsi a
ispezionare l’arnia
Preparate sempre l’attrezzatura necessaria prima di ispezionare
l’arnia. Assicuratevi di avere tutti gli strumenti adatti e
ripassate mentalmente le fasi dell’ispezione per essere certi di
non dimenticare nulla.
Strumenti essenziali:
-
Leve per arnia
-
Affumicatore (liquido o a fiamma)
Strumenti aggiuntivi:
Accendere l’affumicatore
Se state usando un
affumicatore tradizionale, ricordatevi di accenderlo prima di
indossare il velo (per evitare che prenda fuoco). Se usate un
affumicatore liquido, assicuratevi che sia pieno per completare
l’ispezione.
Indossate il velo
Indossate il velo, e sarete pronti
all’ispezione.
Come usare l’affumicatore sulle api
Potete usare l’affumicatore per calmare le api mentre
ispezionate l’arnia. L’odore del fumo porterà le api a pensare
che la propria casa è in fiamme. Invece di difendere l’arnia,
inizieranno a mangiare miele al fine di prepararsi a lasciare il
nido. Una volta finita l’ispezione e disperso il fumo, le api
torneranno alla normalità.
Come usare l’affumicatore
Spruzzate un po’ di fumo
intorno all’entrata dell’alveare per 5-10 minuti prima di
aprirla. Questo le metterà in allarme e inizieranno a riempirsi di
miele tanto da non essere più in grado di pungere una volta aperta
l’arnia. Una volta al suo interno, spruzzate un altro po’ di fumo
fra i telaini mentre ispezionate la colonia.
Affumicatori tradizionali:
Gli affumicatori sono dei
contenitori in metallo con una parte destinata all’accensione del
fuoco. Si possono usare materiali differenti per appiccarlo, dal
cartone, alle foglie secche, al grasso. Sappiate che il fumo è
freddo e non brucerà le api. Usare adeguatamente un affumicatore non
è facile, quindi si consiglia di fare un po’ di pratica prima di
usarlo sulle arnie.
Affumicatore a fumo liquido:
Se avete deciso di non
usare l’affumicatore tradizionale, quello a fumo liquido è la
soluzione giusta per voi. Non è richiesta l’accensione di alcun
fuoco, quindi risulta impossibile bruciarsi. Comprate il liquido in
forma concentrata e diluitelo con acqua. Si tratta di una sostanza
naturale che non ferirà o arrecherà danno alle api. Potete
spruzzarlo utilizzando degli spray da giardino. Più facile da usare
rispetto agli affumicatori tradizionali, va benissimo soprattutto per
gli apicoltori alle prime armi.
Aprire l’arnia
La temperatura esterna, nel giorno in cui decidete di aprire
l’arnia, dovrebbe essere mediamente elevata; evitate di svolgere
l’operazione se sta piovendo. Se l’aprite di giorno, troverete
poche api al suo interno, poiché le altre saranno via in cerca di
nettare. Una volta sollevato il coperchio, mettetelo di lato, ma non
di fronte all’ingresso dell’arnia, in modo tale da non
disturbarle e innervosirle nel caso tornassero al nido proprio in
quel momento.
Temperamento
Non tutte le colonie reagiscono allo
stesso modo durante l’ispezione. Alcune si mostrano docili, tanto
da non aver bisogno di essere affumicate, altre mi calmano dopo una
leggera spruzzata di fumo e dopo che abbiate fatto scivolare il
coperchio su un lato per qualche minuto prima di aprire completamente
l’arnia. In questo modo, le api hanno il tempo di avvertire il fumo
e di mangiare il miele.
Cercare la regina
Una volta rimosso il coperchio
dell’arnia, controllate che la regina non sia lì. Non accade
spesso, ma è importante assicurarsene per farla rientrare subito
nell’arnia. Il miglior modo di condurla indietro è guidarla usando
le dita. Altrimenti lasciatela camminare sui vostri strumenti da
lavoro e rimettetela con essi nel nido. Molto probabilmente la regina
si nasconderà da sola fra i telaini. Fate molta attenzione a non
danneggiare le zampe della regina, cosa che metterebbe a rischio
anche la sua capacità di deporre le uova.
A questo punto, potete spruzzare dell’altro fumo sopra i telaini
e vedrete come le api saliranno per capire che cosa sta succedendo.
Potreste notarne alcune che inizieranno a volare seguendo i vostri
movimenti. Queste sono le api guardiane. Un altro po’ di fumo le
farà tornare indietro e sarete liberi di proseguire nell’ispezione.
Come lavorare sui telaini
Sollevare un telaini
Fermatevi a riflettere un attimo
sul peso del telaino che volete rimuovere. Bisogna considerare,
innanzitutto, che il peso cambia a seconda che ci siano celle vuote,
o piene di miele, o di polline. Sollevatelo con un movimento lento ma
continuo per evitare di schiacciarle su un lato o di farle ricadere
sul telaino accanto, perché potrebbero innervosirsi.
Tenere il telaino
Una volta estratto il telaino,
potete tenerlo sollevato a livello degli occhi per ispezionarlo.
Evitate di metterlo in orizzontale poiché il nettare rischia di
gocciare giù. Tenetelo di fronte a voi come fosse un libro e
iniziate a osservarne la struttura. Se non potete fare a meno di
disporlo orizzontalmente, assicuratevi che stia sopra l’arnia, in
modo tale che qualunque cosa gocci, cada su di essa.
Nota: Il telaino può essere
completamente ruotato
per essere messo in orizzontale.
Identificate le varie parti
Ogni telaino è diviso in
cinque sezioni: contenitori chiusi del miele, nettare, polline, nido
e celle vuote. Sono tutte facili da identificare, ciò che conta è
la loro quantità e distribuzione.
Il miele opercolato
La parte più alta dei telaini
contiene generalmente del miele chiuso da un coperchio. Se non c’è,
vuol dire che le api non hanno abbastanza riserve di cibo, e conviene
nutrirle artificialmente. Questo può accadere in qualunque momento
dell’anno, anche in estate, se le api non sono in grado di volare e
raccogliere nettare a causa del brutto tempo.
Nettare
Immediatamente sotto i contenitori per il
miele, ci dovrebbero essere quelli per il nettare. Le api lo
considerano un po’ come il proprio snack, l’equivalente delle
noccioline che si tengono sulla scrivania. Lo consumano regolarmente
e con esso nutrono anche le larve
Polline
Subito dopo viene il polline; anche se non
sempre facili da riconoscere, dovreste vedere delle celle piene di
polline il cui colore varia dall’arancione brillante al rosso al
quasi nero. Il polline significa proteine, ed è quindi
importantissimo per le api. Se non ce ne dovesse essere, vuol dire
che il tempo non è stato clemente e che le api non hanno potuto
farne una buona scorta.
Favo
L’area del nido è circolare e possiede
tantissime celle contenenti uova, larve o covate, a seconda
dell’attività della regina. Se le celle contenenti covate sono
sporadiche, ciò vuol dire che ci sono problemi o da parte della
regina o da parte delle altre api.
Il coperchio delle celle deve essere piatto per le api femmine e
sollevato per i fuchi. Se i coperchi sono incavati potrebbe esserci
un problema.
Le celle della regina
Se scoprite una cella per la
regina, potete scegliere se lasciarla o rimuoverla. Una colonia con
una regina attiva e forte e una casa sicura sciamerà molto
difficilmente.
Celle vuote
Durante il giorno molte api sono fuori per
raccogliere il nettare, ma durante la notte si raccolgono tutte
all’interno dell’alveare. Se non ci sono celle vuote in fondo al
telaino, allora vuol dire che la colonia potrebbe sciamare presto.
Dalla primavera all’estate il numero dei telaini attivi
nell’arnia aumenta in seguito all’espansione della colonia, ma la
loro struttura resta la stessa.
Come
marchiare la regina
Quando ispezionate l’alveare, controllate che la regina sia
ancora viva e stia bene. Certo, è più facile a dirsi che a farsi,
visto che una colonia può arrivare a contenere fino a 40,000 api!
Potete quindi semplificarvi il lavoro marchiando la regina sul dorso
con un pennarello colorato apposito.
Come marchiarla
Potete marchiare la regina usando un
pennello colorato apposito, della vernice o addirittura un adesivo.
Tutti questi prodotti sono disponibili nella sezione “forniture per
api” di Omlet.
Quale colore scegliere?
Sfortunatamente non c’è
un’ampia gamma di colori fra cui scegliere, poiché il processo di
marchiatura e la scelta dei prodotti dipende da un codice
internazionale di colore per le api. In questo modo potrete stabilire
facilmente l’età di ogni regina marchiata.
Anno: |
Colore |
5 or 0
|
Blu
|
6 or 1
|
Bianco
|
7 or 2
|
Giallo
|
8 or 3
|
Rosso
|
9 or 4
|
Verde
|
Ad esempio, se avete una regina dal 2012, dovrete metterle un
marchio giallo sul torace.
Trovare la regina
Il periodo migliore in cui trovare
la regina è Aprile, all’inizio della stagione quando il numero di
api all’interno della colonia è piuttosto basso. Alternativamente,
se decidete di comprare un nucleo di api, potete chiedere al
venditore di marchiare la regina al posto vostro.
Una volta trovata la regina, prendetela con la punta delle dita e
inseritela all’interno di un contenitore adatto. Mentre la regina è
nel favo, abbassate la gabbia su di lei. Le operaie scapperanno, ma
la regina non potrà muoversi. Usando un pennarello, marchiatela sul
torace.
Quando aggiungere un melario
Le api hanno bisogno di spazio per immagazzinare il miele.
Normalmente, in natura, ovviano a questo problema costruendo più
favi, ma in un’arnia artificiale dovrete essere voi a trovare lo
spazio richiesto dagli insetti. Durante la primavera è molto
probabile che le api abbiano bisogno di qualche melario in più.
Preparare i melari
Potete assemblare i melari con i
telaini a parte, e poi inserirli in arnia. Ricordatevi che i melari
conterranno il miele che voi mangerete, quindi cercate di mantenerli
puliti, ad esempio non poggiandoli a terra.
In cima o al fondo?
Potete inserire i melari sia sopra
che sotto gli altri preesistenti.
Potete aggiungere diversi melari velocemente, l’uno dopo
l’altro?
Sì. Se offrite alle api molto spazio in cima,
aumenterete la quantità di aria che loro dovranno riscaldare e
renderete più difficile l’ispezione dell’arnia dovendo
districarvi fra tante sezioni non usate.
Nutrire le
api
Ci sono casi in cui è bene nutrire le api, soprattutto nel caso
in cui le loro riserve di miele iniziano a scarseggiare. Una
situazione simile potrebbe verificarsi all’inizio o alla fine della
stagione. Si consiglia di nutrirle anche nei periodi in cui le
condizioni climatiche non favoriscono l’uscita frequente delle api,
o quando si vuole introdurre un nuovo nucleo.
Nutrire un nuovo nucleo
Potete aiutare un nuovo nucleo
o uno sciame appena catturato a ingrandirsi offrendo alle api un po’
di nutrimento.
Nutrimento in autunno
Si consiglia di nutrire le api
con prodotti specifici alla fine della stagione. Se avete già
raccolto il miele dall’arnia, potreste offrire alle api un po’ di
sciroppo di zucchero che fungerà da sostituto al miele. Le api,
infatti, prendono lo sciroppo e lo mettono all’interno del favo, e
dopo averne fatto evaporare l’acqua in eccesso, lo tappano per
poterlo usare in un secondo momento.
Lo sciroppo
Le api possono essere nutrite con uno
sciroppo di zucchero. Si tratta di una semplice mistura di acqua e
zucchero.
Spostare
l’alveare
Potreste voler muovere l’arnia in un luogo diverso da dove
l’avete disposta, ad esempio se state per cambiare casa o
risistemare il giardino. Tenete a mente una semplice regola:
"Spostate l’arnia a meno di 91cm dal luogo originale o a
oltre 4km"
Questo perché le api riconoscono l’area in cui si trovano
grazie ad una vista molto precisa. Se postate l’arnia di 91cm, le
api voleranno indietro fino al sito originario, non trovando l’arnia
e quindi rischiando di morire.
Se invece la spostate di 4km le api non riconosceranno la zona e
inizieranno a esplorarla e lentamente a familiarizzarvi. Tenerla più
vicina all’area originale potrà causare spaesamento nelle api che
attenderanno il ritorno alla vecchia posizione.
Il periodo
migliore in cui spostare un’arnia è l’inverno, poiché le api
non sono impegnate a raccogliere il nettare. Ad ogni modo, se avete
bisogno di muoverla in un altro periodo dell’anno, ecco qualche
semplice regola che vi aiuterà nel lavoro:
-
Aspettate l’ora del tramonto,
quando le api sono tornate alla colonia
-
Bloccate l’entrata
-
Assicuratevi che il coperchio
sia ben chiuso
-
Muovete l’arnia fino al luogo
prescelto
-
Una volta nel nuovo posto,
aspettate quindici minuti perché le api abbiano il tempo di
sistemarsi, e a quel punto aprite l’entrata dell’arnia
-
Mettete del grasso all’ingresso per rallentare l’uscita
delle api. Questo le aiuterà a capire che qualcosa è cambiato. Il
grasso appassirà col tempo e cadrà via da solo
Primavera
La primavera è la stagione in cui iniziare un’attività di
apicoltura al fine ottenere ottimi risultati.
Marzo
Questo è un mese importantissimo per le api. Le
giornate si allungano e la regina inizia a deporre più uova, mentre
la colonia usa parte delle sue riserve di cibo per il nido. Accade
spesso durante questo periodo dell’anno che molte api muoiano per
inedia, perché il miele dell’autunno precedente si è esaurito.
Se il tempo è favorevole e bello, le api volano in cerca di cibo.
Voi potrete così approfittare del momento ispezionando l’arnia
senza disturbare troppo le api che stanno al suo interno. Se vi
accorgete che le riserve di nettare sono scarse, potete inserire
nell’arnia degli appositi nutritori. Potreste farvi un’idea dello
stato della colonia anche guardando l’ingresso dell’arnia. Le api
dovrebbero entrare e uscire con del polline per il nido.
Aprile
I fiori e il nettare iniziano a fare la loro
comparsa. Il nido si espande, e giunge il momento di marchiare la
regina. Se pensate di aspettare un altro periodo dell’anno,
sappiate che sarà più difficile trovare la regina. Si consiglia
anche di pulire l’arnia, rimpiazzando i telaini che non sono più
in buone condizioni.
Maggio
Il nido, in questo mese, inizia ad espandersi
rapidamente. A voi tocca ispezionare la colonia regolarmente e
cercare di capire se è in procinto di sciamare. Potreste aver
bisogno di aggiungere qualche melario e un escludi-regina.
Estate
In questo periodo dell’anno la colonia è in piena attività.
Giugno
L’arnia è tutta in fermento. Se siete
riusciti ad evitare la sciamatura delle api, la colonia sarà al
massimo della sua grandezza. Se decidete di raccogliere del miele,
dovrete aggiungere dei melari extra ed estrarlo prima che sia
fissato. State attenti a non levarne troppo dal nido, però.
Pianificate invece di inserire una nuova regina? Questo è il momento
adatto.
Luglio
Il numero delle api tende a diminuire, mentre
la quantità di nettare e di polline sarà molto elevata. Aggiungete
melari, se necessario, e ispezionate regolarmente l’arnia per
evitare una sciamatura.
Agosto
Le api e il nettare
diminuiscono sempre più rapidamente. Non dovete preoccuparvi della
sciamatura, ad ogni modo, si consiglia di inserire degli anti-vespe
all’interno dell’arnia per aiutare le api a difenderla.
Autunno
Le api iniziano a prepararsi per l’inverno, e voi dovrete
assicurarvi che abbiano riserve a sufficienza e che l’arnia sia
sicura.
Settembre
In questo periodo, le api operaie mandano
via i fuchi dall’arnia. La regina smette di deporre uova e la
popolazione inizia lentamente a ridursi. Si consiglia di rimuovere
parte del miele, se ce n’è in eccesso, e di iniziare la nutrizione
esterna se le api non hanno scorte di cibo sufficienti. Rimuovete
inoltre i telaini non utilizzati.
Ottobre
Le api iniziano a prepararsi per l’inverno e
non trascorrono molto tempo fuori dall’arnia. Assicuratevi di
nutrirle perché abbiano abbastanza cibo. Se mettete da parte
attrezzi e telaini, assicuratevi di proteggerli dall’attacco dei
parassiti.
Novembre
Le api si raggruppano e lasciano l’arnia
sempre più raramente. Non vanno più alimentate dall’esterno;
basta solo rendere sicura l’arnia.
Inverno
L’inverno è la stagione più tranquilla per le api e per gli
apicoltori. L’arnia non va ispezionata se non per controllare che
sia al sicuro (se volete assicurarvi che le api siano ancora dentro,
guardate attraverso il pavimento a rete).
Dicembre
Le api si raggruppano, dando origine a un
aggregato dalla forma simile a quella di una palla da rugby. Qualche
ape esce fuori occasionalmente per defecare e lasciare così l’arnia
pulite. Non dovrete disturbarle.
Gennaio
Le api continuano a restare unite,
mantenendosi al caldo il più possibile.
Febbraio
Le api sono ancora aggregate, ma la regina
inizia a deporre le prime uova. Anche in questo mese non vanno
disturbate; voi potrete però preparare l’attrezzatura in
previsione della primavera.
Si consiglia di assicurarsi che la propria colonia sia in salute
ogni volta che si ispezione un’arnia. Esistono diversi trattamenti
per le malattie più comuni, ma se ritenete che il problema sia più
grave, vi converrà richiedere una visita da parte dell’ispettore
locale. Nella presente sezione troverete informazioni sui problemi di
salute più comuni in cui vi possiate imbattere.
Ciò che
infastidisce le api
Ci sono alcuni parassiti in grado di attaccare una colonia d’api.
Questo accade soprattutto in inverno quando le api non controllano
l’ingresso dell’arnia 24 ore al giorno.
Tarme della cera
Le tarme non attaccano direttamente
le api, ma depositano le uova all’interno del favo. Il favo è
ricco di proteine a causa dei bozzoli delle larve. Se non individuate
per tempo, le larve della cera mangiano lentamente tutto il favo. Si
possono sterminare le loro larve mettendo tutti i telaini affetti nel
congelatore e tenendoli al suo interno per una notte intera.
Topi
L’alveare è sicuramente uno dei luoghi caldi e
accoglienti al cui interno i topi ambiscono a rifugiarsi durante
l’inverno. In estate l’arnia è brulicante di api, cosa che
impedisce ai topi anche solo di avvicinarsi, ma in inverno il suo
ingresso è quasi sempre aperto e libero. Se un topo riesce a entrare
in arnia, le api non lo attaccheranno. L’unica cosa consigliabile,
in questo caso, è evitare che i topi si avvicinano all’arnia e
rendere il suo ingresso più piccolo possibile.
Picchi
I picchi non rappresentano un problema per le
arnie in plastica morderne, ma quelle in legno sono suscettibili
all’attacco da parte dei picchi, i quali creano un buco sul fianco
dell’arnia e iniziano a mangiare il miele.
Vespe
In estate le vespe iniziano a ronzare intorno
all’arnia, interessate al suo contenuto. Ne vedrete spesso una o
due nei paraggi quando vi avvicinerete per l’ispezione. Le vespe
vanno a caccia di una colonia debole, soprattutto quella priva di
regina o la cui regina sta per decadere, e l’attaccano, rubando le
larve e le riserve di cibo.
Una colonia forte e compatta è in grado di difendersi dalle vespe
uccidendole, ma di sera, quando le vespe iniziano a volare e le api
sospendono il loro turno di guardia, l’alveare rischia di essere
facilmente attaccato. Per evitare ciò, vi consigliamo di disporre
alcuni telaini contro l’ingresso dell’arnia, così la colonia si
troverà sempre nei pressi dell’ingresso e sarà pronta a
difendersi.
Potete anche montare una trappola per vespe, o una semplice
bottiglia di plastica con dello zucchero all’interno da
inserire sottosopra. Per evitare che siano le api, però, a cadere in
trappola, vi consigliamo di versarvi un po’ di aceto. Questo terrà
lontane le api ma non le vespe.
Varroa
La varroa è un acaro parassita che vive sulle api e, se non
debitamente tenuto sotto controllo, può portare la colonia al
collasso. L’acaro varroa è estremamente diffuso. La buona notizia
è che esistono diversi trattamenti anti-varroa e, controllando
costantemente l’arnia, individuerete l’infestazione facilmente e
potrete ridurre il numero di acari al punto da non renderli più
offensivi per la colonia.
Come individuare l’acaro varroa?
I non esperti
tendono a pensare che l’acaro varroa sia difficile da riconoscere,
ma se si conosce bene ciò che si sta cercando, è facile da
individuare.
Come vivono gli acari?
Gli acari varroa vivono insieme
alle api. Si riproducono all’interno delle celle del favo prima che
esse vengano opercolate, e si annidano sotto le larve. Una volta che
la cella è stata opercolata, gli acari vi depongono 5-6 uova. Gli
acari femmina depongono solo un uovo maschio che si accoppierà con
le altre femmine per la riproduzione. Il maschio muore quando la
cella viene aperta e le femmine con cui non si è accoppiato restano
sterili. Le uova degli acari hanno un periodo di incubazione più
lungo di quello delle api.
Durante l’estate gli acari vivono per circa 2-3 mesi.
Sopravvivono all’inverno vivendo sulle api adulte, ma non sono in
grado di riprodursi perché le api non sono in attività. Iniziano a
moltiplicarsi in primavera, quando la regina ricomincia a deporre le
uova.
Quali conseguenze hanno gli acari sulle api?
Le api che sono
all’interno delle celle insieme agli acari varroa sopravvivono ma
non sono più in grado di svilupparsi normalmente. Rispetto alle
altre api, appaiono più piccole, con le ali deformate e muoiono
tendenzialmente presto.
Come trattare la varroa
La varroa è una malattia
molto comune tra le api, ed esistono alcuni nuovi trattamenti in
grado di sconfiggerla. Eccone una breve lista:
1- Acaricidi
Tre sono i principali trattamenti anti
varroa, facili da applicare e in grado di uccidere il 95% degli
acari. Essi sono: Apistan, Bayvarol e Apiguard. L’ Apistan e
Bayvarol sono striscie di plastica che vanno appese fra i telaini del
favo. Apiguard è un gel a rilascio lento che va messo in alto, sui
telaini, e funziona per evaporazione e per contatto, e le api possono
mangiarlo. Si consiglia di alternare i trattamenti, per ridurre la
resistenza che gli acari sono in grado di sviluppare alle sostanze
chimiche in essi contenute. Il momento migliore in cui iniziare il
trattamento è prima che inizi l’inverno. Lo scopo del trattamento
è di proteggere le api appena nate, e di farle sopravvivere
all’inverno, perché si aggreghino a una nuova colonia con l’arrivo
della primavera. Si consiglia anche di trattare l’arnia in
primavera, soprattutto se ci si accorge che alcuni acari sono
sopravvissuti alla stagione precedente. Gli acari si moltiplicano in
fretta, e l’arnia rischia di essere nuovamente infestata.
1- Rimozione della covata da fuco
Gli acari
preferiscono deporre le proprie uova nelle celle dei fuchi. Un ottimo
modo di tenerne sotto controllo il numero è di inserire un telaino
da nido nell’arnia rivestimento alla base. In questo modo, le api
costruiranno le celle per i fuchi al di sotto di esso, e una volta
opercolate, potrete tagliarle via ed eliminare gli acari. Potete
eseguire questa operazione da Aprile a Luglio, quando le api sono
impegnate nella costruzione delle celle.
3-Apertura del pavimento a rete
Alcuni acari cadono
naturalmente dalle api e dal favo. Se l’arnia ha un pavimento
solido, esse cadono ma possono risalire sulle api. Oggi viene usato
un pavimento a rete che lascia gli acari cadere via dall’alveare e
non permette loro di risalirvi.
Per maggiori dettagli sulla varroa e
sui trattamenti anti-varroa affidatevi alle associazioni apicoltori
locali.
Peste
La peste è una malattia molto pericolosa per le api. Si tratta di
un’infezione batterica che coinvolge larve e pupe. Altamente
contagiosa, va individuata per tempo, poiché in grado di uccidere in
fretta un’intera colonia.
Imparate a riconoscerne i sintomi per poter agire velocemente. Se
sospettate che le vostre api possano avere una delle due forme di
peste, potete contattare le associazioni o gli enti apicoltori della
vostra zona e chiedere un’ispezione. Fatelo in fretta per evitare
che la malattia si diffonda fra la altre arnie (sia vostre che non).
Esistono due tipi di peste:
Peste americana (AFB)
Si tratta della forma più
pericolosa di peste, ma al tempo stesso più diffusa. Diversamente da
ciò che il nome suggerisce, non è solo un problema che interessa
l’America, ma anche le nazioni europee. Si tratta di un’infezione
batterica che infesta le larve. Si sviluppa all’interno del loro
intestino e le porta alla morte una volta che il favo viene
disopercolato. Sfortunatamente non c’è modo di curare la colonia
affetta e l’unica soluzione è quella di distruggerla. I sintomi
sono:
Peste europea (EFB)
Questa malattia è leggermente
meno pericolosa della peste americana, ma è meno diffusa. Si tratta,
anche qui, di un’infezione batterica, ma le larve vengono uccise
prima che la cella sia disapercolata. Esistono
trattamenti anti peste, ma perché abbiano un buon esito la malattia
va scoperta in tempo. I sintomi sono:
-
Le larve diventano giallognole o marroni e si avvolgono a
spirale
Se non siete sicuri che le vostre api abbiano contratto una di
queste malattie, rivolgetevi a un centro specializzato nella vostra
zona. Per maggiori informazioni visitate il sito della Federazione
Apicoltori italiani.
Telaini e cera
Potete sterilizzare la cera ma
utilizzando i raggi gamma da un radioisotopo al cobalto. Ma poiché
avere una simile macchina a disposizione non è cosa da tutti, si
consiglia di estrarre i vecchi telaini e bruciarli.
FAI - Federazione Apicoltori Italiani
La FAI, Federazione Apicoltori Italiani, è presente su tutto il
territorio ed è l’organizzazione più autorevole nel settore
apistico del paese. Potreste adesso domandarvi in che cosa potrebbe
esservi utile. Beh, raccoglie ovviamente gli esperti nel settore ed è
in grado di aiutare gli apicoltori, nuovi e non, per mezzo di
informazioni dettagliate, corsi di aggiornamento, pubblicazioni.
Possono anche esservi di supporto nel momento in cui abbiate bisogno
di un ispettore che controlli la vostra arnia.
Ispettori
Si tratta di figure professionali in grado
di aiutarvi nella gestione delle arnie e di ispezionarle dandovi
consigli e aiutandovi soprattutto in caso di malattie delle api.
Qual è il processo che porta le api a fare il
miele?
Le api producono il miele dal nettare. Durante la primavera e
l’estate, la colonia invia migliaia di api raccoglitrici in giro
per i campi al fine di fare scorta del nettare prodotto da fiori e
piante. Solo un albero di ciliegio, ad esempio, è in grado di
produrre 2kg di nettare al giorno.
Le migliori raccoglitrici di miele
Le api mellifere
sono impareggiabili nell’arte di raccogliere il nettare, tanto da
fare invidia a tutti gli altri insetti. Ma poiché non ci sono
abbastanza api per raccogliere tutto il nettare disponibile, migliaia
di tonnellate vengono sprecate ogni giorno.
La quantità di nettare che le api possono raccogliere è
influenzata dalle condizioni atmosferiche. Se l’estate è troppo
umida, il nettare prodotto dalle piante risulta diluito e quindi di
scarsa qualità. Se invece fa molto caldo le piante smettono di
produrne.
La qualità del nettare
La qualità del nettare
dipende dalla quantità di acqua al suo interno. Le api cercano di
produrre nettare la cui percentuale di acqua è più bassa della
percentuale di zucchero. Durante la bella stagione, le api iniziano a
raccogliere il nettare, ma se tornano all’alveare con un bottino
non degno, vengono rimandate indietro per cercare di meglio.
Le api raccoglitrici passano il nettare alle altre api
all’ingresso dell’arnia. Quest’ultime hanno il compito di
conservarlo all’interno delle celle. Per prima cosa, si assicurano
che ci siano abbastanza riserve di miele nel favo, ma se il miele è
in eccesso cercano uno spazio extra per depositarlo.
Quante api servono per produrre un barattolo di
miele?
Vi siete mai chiesti come può un insetto così piccolo produrre
tanto miele? Non è certo una sola ape a fare tutto il lavoro, ma
centinaia e migliaia di api insieme: un grande esempio di
coordinazione e impegno di squadra. Un po’ come in una società
piramidale.
Un barattolo di miele pesa 454 grammi e un’ape può trasportare
circa 0.04 grammi di nettare. Ma il nettare è composto dal 40% di
zucchero, mentre il miele ha bisogno dell’80% di zucchero per
essere definito tale, per cui le api trasportano circa 0.02 grammi di
miele a viaggio.
Quante api servono per riempire un barattolo di miele? La risposta
è 454/0.02 grammi, il che è =
22,700 api richieste per un singolo barattolo di miele
Un numero così suona impressionante, e pensate che una singola
colonia di api non produce un solo barattolo di miele. In un anno, la
regina da’ vita a circa 100,000-20,000 api che passeranno fra i 10
e i 20 giorni a raccogliere nettare.
Se molto attiva, una singola colonia è in grado - teoricamente -
di produrre circa 800kg di miele, quasi una tonnellata!
L’alveare non immagazzina tutto il miele che noi raccoglieremo,
ma lo usa continuamente come “combustibile”, soprattutto per
tenere il nido al caldo. Per cui, a seconda dei periodi, potrebbero
esserci solo 10-20kg di miele nell’arnia.
Un po’ per le api, un po’ per me
Quanto miele siete in grado di raccogliere dalla vostra arnia? La
prima cosa da considerare è che l’apicoltore non è un orso
affamato e non può raccogliere tutto il miele della propria arnia.
Bisogna lasciarne abbastanza alle api perché ne abbiano durante
l’inverno quando devono riscaldare il nido. Se l’annata è stata
buona, potreste raccogliere circa 30-50kg di miele senza toccare le
riserve delle api, diversamente, se il clima è stato ostile e il
tempo brutto, dovreste alimentare dall’esterno le api e non
raccogliere neanche un kg. di miele per voi.
Le api smettono di muoversi al di sotto degli 8 gradi C; è dunque
vitale, per loro, tenere l’arnia sufficientemente al caldo. Le api
formano il glomere mantenendo una temperatura di circa 20 gradi. Il
calore viene prodotto dalla vibrazione dei loro muscoli, nello
specifico dei muscoli delle loro ali, in grado di muoversi molto
velocemente. Potreste pensare che sventolare tante ali
contemporaneamente potrebbe dare origine ad un venticello frizzante
più che a una ventata d’aria calda, ma le api hanno un trucco
anche per questo! Sono cioè in grado di spostare le proprie ali in
modo tale da farle vibrare e non battere. Fantastico!
L’arnia è perfettamente isolata, quindi la perdita di calore è
ridotta al minimo. Più calore sono in grado di produrre, più
probabile sarà che resistano all’inverno e tornino pienamente
attive la primavera seguente.
Le api hanno bisogno di 20kg di miele per sentirsi sicure
nell’affrontare un nuovo inverno. Se le api ne hanno immagazzinato
30kg, voi potrete rimuoverne 10kg senza alcuna conseguenza.
Diversamente, se avete bisogno di raccoglierne 15kg, perché ad
esempio lo avete promesso a qualche cliente o amico, sappiate che
dovrete nutrire le api per coprire quei 5kg di deficit.
Nutritele con uno sciroppo; le api lo immagazzineranno nelle celle
così come fanno con il miele.
Il periodo migliore per far ciò è Settembre; basta versare il
liquido sopra la griglia dell’escludi regina senza l’escludi
regina. Le api si muoveranno rapidamente per raccogliere la sostanza
zuccherina e metterla nelle celle del favo.
Maggiori informazioni sulla nutrizione
delle api le troverete nella sezione generale sull’apicoltura.
Sapete che cos’è un’antere o un glomere?
Il vocabolario apifero è ricco di termini che probabilmente non
avete mai sentito pronunciare. Eccone un breve sommario:
Feromone d’allarme - Serve a mettere in allerta le api in
caso di minaccia. Viene prodotto dalle api operaie.
Addome - La terza sezione del corpo di un’ape. Contiene
lo stomaco, la sacca per il miele, l’intestino, il pungiglione e
gli organi riproduttivi.
Acarapis woodi - Si tratta di un acaro endoparassita
(diverso dalla varroa). Vive nella trachea delle api e affligge il
loro apparato respiratorio.
Aldeide - Composto organico che contribuisce a dare sapore
al miele. Se riscaldate il miele, questo sarà rilasciato e ne farà
diminuire l’aroma.
Amminoacidi - Wikipedia!
Antera - Parte terminale degli stami di una pianta che
contiene polline.
Paenibacillus larvae - Il batterio che causa la peste
americana.
Pane delle api - Una mistura di polline, lievito e miele,
che una volta mescolato e fermentato da’ vita a un delizioso cibo
per api. Viene immagazzinato nel favo e usato per alimentare le
larve.
Soffiatore - Viene utilizzato per allontanare le api dai
melari.
Spazzola per api - Si tratta di una soffice spazzola usata
per rimuovere le api dal favo. Può essere artificiale, altrimenti
esiste una versione con piume d’oca. Se siete in fase di raccolto,
vi conviene utilizzare un escludi regina piuttosto che una spazzola.
Uscita per ape - Una valvola o foro attraverso cui le api
possano muoversi.
Spazio d’ape- Uno spazio largo 6-8cm che permette alle
api di muoversi senza costruire nulla lungo il passaggio. Gli spazi
più piccoli di questo saranno riempiti di propoli, quelli più
grandi di favi.
Velo per api - Capo d’abbigliamento protettivo con rete
in metallo che evita il contatto di testa e collo dell’apicoltore
con le api.
Cera d’api - La cera è secreta da un particolare tipo di
ghiandole che si trovano nella parte inferiore del corpo delle api.
Miscela - Proprio come un buon whiskey, mescolare diverse
varietà di miele può, a volte, essere meglio della somma delle
parti, poiché sapore e odore migliorano.
Nido - L’area del favo in cui le api crescono all’interno
delle celle (uova e larve).
Camera di covata - La parte dell’arnia dove è
localizzato il nido. Generalmente si trova alla fine dell’arnia
(soprattutto di quelle moderne).
Feromone della covata - Un feromone prodotto dal favo
che comunica alle operaie la necessità di nuovo cibo.
Ape Buckfast - Un ibrido sviluppato dal monaco “Padre
Adam” a Buckfast Abbey in Inghilterra. La razza è molto docile,
resistente alle malattie e facile da allevare.
Favo irregolare - Il favo che cresce al di fuori del
telaino, unendosi al corpo dell’arnia.
Favo opercolato - Perché le larve possano
sviluppate, le celle vengono opercolate con della cera.
Caste - Il termine usato per descrivere i tre tipi di api
adulte che vivono in una colonia: i fuchi, le operaie e la regina.
Cella - Il compartimento esagonale di cera localizzato nel
favo. Le api usano le celle per immagazzinare miele, polline e per
far crescere le proprie larve.
Covata calcificata - Un fungo che affligge le larve. Se non
trattato in tempo, trasforma le larve in “mummie” calcificate.
Covata raffreddata - Se il favo diventa troppo freddo, le
api possono morire.
Glomere - Un ammasso di api che si accalcano insieme. Si
vede comunemente in inverno quando le api cercano di tenersi al
caldo, o in uno sciame attaccato a un albero.
Colonia - Un gruppo di api che include la regina, le
operaie e i fuchi.
Favo- Un insieme di celle.
Cristallizzazione - Il processo naturale che si verifica
quando il miele si trasforma da sostanza liquida a sostanza solida.
Lo si può liquefare di nuovo scaldandolo.
Costruzione del favo - Il processo che porta le api a
edificare il proprio favo.
Smarrimento - A volte le api perdono l’orientamento ed
entrano in un’altra arnia. Questo potrebbe accadere se l’apicoltore
possedesse due arnie e le avesse disposte una accanto all’altra, e
sarebbe molto più probabile nei giorni di vento.
Fuco - Il maschio dell’ape. Il suo compito principale è
quello di fertilizzare la regina una volta durante la sua vita.
Smelatore - Uno strumento che serve a rimuovere il miele
dal favo.
Percorso di volo - Un’area o una direzione che l’ape
prende quando lascia l’alveare. Conviene mantenere quest’area
libera da qualunque cosa possa essere un ostacolo per loro.
Peste - Una malattia batterica che affligge le api
portando alla morte del favo.
Foglio cereo - Un sottile foglio di cera su cui le api
costruiscono il favo.
Telaino - Si tratta di un rettangolo di plastica o di legno
a cui è attaccato il foglio cereo su cui le api costruiscono il
favo. Può essere spostato ed è stato inventato da Langstroth nel
1852.
Filo metallico per telaini - Il metallo è usato per
rinforzare i telaini e tenere i fogli cerei più saldi.
Ape guardiana - Le operaie che stanno a guardia
dell’alveare perché non sia attaccato dai predatori (incluse api
di altre colonie e vespe).
Arnia - La casa delle api.
Leva stacca favi - Uno strumento utile per aprire e pulire
l’arnia.
Flusso del miele - Un termine usato per descrivere la
raccolta del nettare da parte delle api.
Borsa melaria - La parte dello stomaco usata dalle api per
trasportare il nettare, il miele e l’acqua.
Miele in favo a pezzi - ll favo che è stato riempito di
delizioso miele.
Larve - Lo stadio che porta alla trasformazione di un uovo
in un’ape.
Regina marchiata - L’ape regina viene marchiata con un
pennarello colorato specifico per renderla più riconoscibile quando
si ispeziona l’arnia.
Idromele - Un delizioso vino fatto con il miele. Si
consiglia - se siete abbastanza pazienti - di lasciarlo maturare per
almeno 10 anni.
Nettare - Il liquido zuccherino secreto dalle piante. Il
nome del deriva dal latino nectar che significa “bevanda degli
dei”. Le api lo raccolgono e lo trasformano in miele.
Nucleo - Si tratta di una piccola colonia da cui si origina
una colonia intera (occupando tipicamente 4-5 telaini del nido).
Nutrice - L’ape operaia che ha il compito di nutrire le
larve.
Arnia da osservazione - Una piccola arnia generalmente
fatta di vetro che consente di osservare la colonia.
Feromone - Un segnale chimico che stimola una risposta
nelle api. Ad esempio, se la colonia è stata attaccata, queste
rilasciano un feromone di allarme che mette in guardia le compagne
del pericolo. L’affumicatoio interrompe questo segnale, ecco perché
le api si calmano.
Il canto della regina - Si tratta del suono emesso dalla
regina quando risale dalla sua cella.
Polline - Una polvere sottile prodotta dal maschio della
pianta. Serve a fertilizzare altre piante ed è una fonte di proteine
per le api.
Trappola da polline - Uno strumento che si piazza
all’ingresso dell’arnia e fa cadere il polline dalle zampe delle
api che entrano.
Propoli - Una sostanza resinosa che le api raccolgono dagli
alberi e dalle piante. Viene usata da questi insetti per sigillare i
fori e le crespe dell’arnia.
Pupa - Lo stadio finale di un’ape all’interno della
cella.
Regina - L’ape più importante dell’alveare.
Normalmente, c’è solo una regina per arnia. Diversamente
dall’operaia, ha delle ovaie sviluppate e può deporre le uova da
cui nasceranno altre regine, operaie e fuchi.
Cella della regina - Una piccola cella realizzata
appositamente per far crescere e sviluppare l’ape regina.
Solitamente è disposta in verticale e misura 2 centimetri.
Escludi regina - Uno strumento in plastica o metallo largo
abbastanza perché le api operaie vi risalgano attraverso, ma non la
regina. Viene usato per impedire a quest’ultima di entrare nel favo
pieno di miele e deporvi le uova.
Alveare con regina - Una colonia con regina.
Sostituzione dell’ape regina - Quando una nuova regina è
introdotta nell’alveare al posto di quella già esistente.
Saccheggio - Quando il miele viene rubato alla colonia dal
altre api o insetti.
Pappa reale - Il cibo prodotto dalle giovani operaie per
nutrire le larve della colonia (la regina è nutrita con sola pappa
reale, diversamente dalle altre).
Covata sacciforme - Una malattia virale che affligge le
larve.
Ape scout - L’operaia che va alla ricerca di polline,
nettare e acqua per la colonia.
Alveare di paglia - Un alveare tradizionale fatto di
paglia.
Affumicatore - Uno strumento fatto di materiali diversi con
cui produrre fumo per calmare le api da ispezionare.
Eccesso di miele - Se una colonia ha prodotto molto miele
allora l’apicoltore può raccoglierne un po’ per sé.
Sciame - Un gruppo di api che si muove in cerca di un nuovo
alveare.
Glomere invernale - Un glomere di api che si tengono al
caldo d’inverno.
Operaia - L’ape femmina che non può deporre le uova.
Quasi tutte le api nell’arnia sono operaie. Vengono così chiamate
perché lavorano costantemente a tenere l’alveare pulito, a nutrire
le larve e raccogliere polline e nettare.