giovedì 21 marzo 2019

CONTRO LE FALSITA'


 

 

CONTRO OGNI FALSITA’

UN SOLO ARRESTO DEL M5S

Basta arroganza e falsità ormai nessuno crede più alla carta stampata e ai canali televisivi facenti parte ad un solo padrone.

CONTRO

La lista dei parlamentari indagati e condannati

Gli unici ad aver lasciato sono Drago e Cuffaro

Pagina precedente
12345
Pagina successiva
foto LaPresse
Correlati
18:33 - Ecco una lista (provvisoria) dei parlamentari indagati e condannati pubblicata dal Fatto quotidiano.
ABRIGNANI Ignazio (PDL) - indagato per dissipazione post-fallimentare.

ALESSANDRI Angelo (Lega Nord) - indagato per finanziamento illecito ai partiti.

ANGELUCCI Antonio (PDL) - Indagato per associazione a delinquere, truffa e falso.

ARACU Sabatino (PDL) - Rinviato a giudizio nella sanitopoli abruzzese.

BARANI Lucio (PDL) - Richiesta di rinvio a giudizio per abuso d’uffici.

BARBARESCHI Luca (Gruppo Misto) - Indagato per abusivismo.

BERLUSCONI Silvio (PDL) - 2 amnistie (falsa testimonianza P2, falso in bilancio Macherio); 1 assoluzione per depenalizzazione del reato (falso in bilancio All Iberian); 2 processi in corso (intercettazioni Unipol, processo Ruby). 5 prescrizioni (Lodo Mondadori, All Iberian, Consolidato Fininvest, Falso in bilancio Lentini, processo Mills). Il 26 ottobre 2012 è stato condannato in primo grado a 4 anni di reclusione per frode fiscale nel processo Mediaset (prescritto per il reato del 2001, ma non per gli esercizi 2002-2003). Tre dei 4 anni sono stati condonati per indulto. E' stato inoltre interdetto dai pubblici uffici per tre anni e dovrà pagare un risarcimento di 10 milioni di euro all'Agenzia delle Entrate.

BERNARDINI Rita (PD) - Condannata nel 2008 a quattro mesi per cessione gratuita di marijuana, pena estinta per indulto.

BERRUTI Massimo Maria (PDL) - condannato in appello a 2 anni e 10 mesi nell'inchiesta per i fondi neri Fininvest.

BOSSI Umberto (Lega Nord) - condannato a 8 mesi di reclusione per finanziamento illecito, 1 anno per istigazione a delinquere, 1 anno e 4 mesi per vilipendio alla bandiera poi indultati, oggi è indagato per truffa ai danni dello Stato.

BRAGANTINI Matteo (Lega Nord) - condannato in appello per propaganda razziale.

BRANCHER Aldo (PDL) - condannato in primo grado e appello per falso in bilancio e finanziamento illecito al psi. Il primo reato prescritto, il secondo depenalizzato. Indagato per ricettazione. Condannato in appello a due anni per appropriazione indebita e ricettazione.

BRIGANDI' Matteo (Lega Nord) - condannato in primo grado per truffa aggravata alla regione Piemonte.

BRIGUGLIO Carmelo (PDL) - vari processi a carico (truffa, falso, abuso d'ufficio), alcuni prescritti, alcuni trasferiti ad altri tribunali ed in seguito assolto.

BOSI Francesco (UDC) - Indagato per abuso d'ufficio

CALDEROLI Roberto (Lega Nord) - Indagato per truffa dal Tribunale dei ministri, i senatori votano contro l’autorizzazione a procedere.

CAMBER Giulio (PDL) - condannato in via definitiva per millantato credito.

CAPARINI Davide (Lega Nord) - resistenza a pubblico ufficiale prescritto.

CARLUCCI Gabriella (Udc, eletta nel Pdl): condannata a risarcire una sua collaboratrice.

CARRA Enzo (UDC): ai tempi di Tangentopoli finì in manette davanti alle telecamere, è stato condannato in via definitiva a 16 mesi per false dichiarazioni ai pm.

CASTAGNETTI Pierluigi (PD) - rinviato a giudizio per corruzione, prescritto. CASTELLI Roberto (Lega Nord) - indagato per abuso d'ufficio patrimoniale, il Senato vota totale immunità.

CATONE Giampiero (PDL) - condannato in primo grado a otto anni per associazione a delinquere finalizzata alla truffa aggravata, falso, false comunicazioni sociali e bancarotta fraudolenta pluriaggravata.

CESA Lorenzo (UDC) - condannato in primo grado per corruzione aggravata, condanna annullata in appello per incompatibilità del GIP, indagato per truffa e associazione a delinquere.

CESARO Luigi (PDL) - Indagato per associazione camorristica.

CIARRAPICO Giuseppe (PDL) - condannato per truffa aggravata e continuata ai danni di INPS e INAIL, multa per violazione legge tutela "lavoro fanciulli e adolescenti", condannato per falso in bilancio e truffa, condanna per diffamazione, condannato per bancarotta fraudolenta, condannato per finanziamento illecito, condannato per il crac "valadier", condannato in appello per assegni a vuoto e in seguito reato depenalizzato, condanna in primo grado per abuso ed in seguito prescritto, condannato per truffa e violazione della legge sulle trasfusioni, rinviato a giudizio per ricettazione, indagato per truffa ai danni di palazzo Chigi.

CRISAFULLI Vladimiro (PD) - Ex sindaco di Enna e uomo forte dei Ds siciliani, è sotto inchiesta insieme a Totò Cuffaro per violazione di segreto d’ufficio nell’inchiesta su Messina Ambiente. Ë stato indagato dalla procura di Caltanissetta per concorso esterno in associazione mafiosa. Indagine archiviata nel febbraio 2004.

COSENTINO Nicola (Pdl): accusato di legami con il clan dei Casalesi, il Parlamento ha negato la richiesta d’arresto. Imputato anche nell’inchiesta sulla P3.

CURSI Cesare (PDL) - Indagato per corruzione.

CUSUMANO Stefano (Udeur) - Arrestato nel 1999 a Catania con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa e turbativa d’asta. Oggi resta sotto processo, con la sola accusa di turbativa d’asta, per gli appalti del nuovo ospedale Garibaldi di Catania. È senatore della Repubblica.

foto LaPresse
Correlati
D'ALEMA Massimo (PD) - finanziamento illecito accertato, prescritto.

D’ALI' Antonio (PDL): rinviato a giudizio per concorso esterno in associazione mafiosa.

DE ANGELIS Marcello (PDL) - condannato per banda armata e associazione eversiva.

DE GREGORIO Sergio (PDL) - indagato per associazione per delinquere, concorso in truffa e truffa aggravata, concorso in bancarotta fraudolenta. Il Senato ha negato l’autorizzazione all’arresto.

DELL'UTRI Marcello (PDL) - condannato per false fatture e frode fiscale, condannato in appello per tentata estorsione mafiosa, condannato in secondo grado a 7 anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa ma annullata con rinvio dalla Cassazione.

DEL PENNINO Antonio (PDL) - ha patteggiato una pena di 2 mesi e 20 giorni nel processo per le tangenti Enimont. A ottobre 1994 altro patteggiamento: di una pena di 1 anno, 8 mesi e 20 giorni per tangenti relative alla Metropolitana milanese. Prescritto per corruzione.

DE LUCA Francesco (PDL) - indagato per tentata corruzione in atti giudiziari.

DE LUCA Vincenzo (PD) - Nel dicembre 2008 con altri 46 imputati, viene rinviato a giudizio per truffa ai danni dello stato e falso in relazione alla vicenda relativa alla delocalizzazione delle Manifatture Cotoniere Meridionali. Nell'aprile 2009 il rinvio viene confermato per De Luca ad altri 13 imputati. Nel luglio 2010 viene condannato in primo grado dalla Corte dei Conti (sezione giurisdizionale di Napoli), insieme all'ex-sindaco De Biase ad alcuni dirigenti comunali, per questioni inerenti gli stipendi dei dirigenti del Comune di Salerno. Viene condannato a pagare 23 mila euro . Il 6 luglio 2010 la Corte dei Conti di Salerno dichiara la prescrizione nei confronti di De Luca e degli altri imputati del processo per lo sversamento di rifiuti, nel 2001, nel sito di Ostaglio, non ancora completato.

DI STEFANO Fabrizio (PDL): rinviato a giudizio per corruzione.

DI GIUSEPPE Anita (IDV): indagata per abuso di ufficio, turbativa d’asta e associazione a delinquere.

DELLA VEDOVA Benedetto (FLI): È stato condannato a quattro mesi di reclusione e al pagamento di una multa di due milioni delle vecchie lire per aver distribuito hashish a Porta Portese nel corso di una manifestazione, nel 1995, di disobbedienza civile per promuovere la liberalizzazione delle droghe leggere.

ESPOSITO Stefano (PD) - Indagato, ha versato un'oblazione di duemila euro per evitare l’accusa di aver violato la legge elettorale. Prosciolto dal Giudice per l’Udienza Preliminare del Tribunale di Torino in data 3 dicembre 2007.

FARINA Renato (PDL) - condannato in primo grado a 2 anni e 8 mesi per falso in atto pubblico, ha patteggiato una pena di 6 mesi per favoreggiamento nel sequestro di Abu Omar.

FASANO Vincenzo (PDL) - condannato per concussione, indultato.

FAZZONE Claudio (PDL): rinviato a giudizio per abuso d’ufficio.

FIRRARELLO Giuseppe (PDL) - condannato in primo grado per turbativa d’asta, indagato per concorso esterno in associazione mafiosa (nel ’99 il Senato ha negato l’arresto).

FITTO Raffaele (PDL) - rinvio a giudizio per concorso in corruzione, falso e finanziamento illecito.

FRIGERIO Gianstefano (PDL) - Ex leader della Dc, diventato uno degli strateghi di Forza Italia. Ha confessato, per esempio, di aver ricevuto 150 milioni da Paolo Berlusconi, in cambio dei permessi alla Fininvest per gestire la discarica di Cerro Maggiore. Ha accumulato tre condanne definitive: 1 anno e 4 mesi per finanziamento illecito ai partiti, 1 anno e 7 mesi per finanziamenti illeciti e ricettazione, 3 anni e 9 mesi per corruzione e concussione. Doveva scontare in definitiva una pena di 6 anni e 5 mesi. Affidato poi ai servizi sociali, ha avuto il permesso dal giudice di sorveglianza di frequentare il Parlamento per qualche giorno al mese: come pratica di riabilitazione.

GALATI Giuseppe (PDL) - indagato per associazione a delinquere, truffa e associazione segreta.

GALIOTO Vincenzo (PDL) - Condannato in primo grado per falso in bilancio.

GENOVESE Fracantonio (PD) - Indagato per abuso d’ufficio per affidamenti fatti durante la sua sindacatura a Messina a un’azienda di servizi.

GIUDICE Gaspare (PDL) - condannato in primo grado per bancarotta, prescritto.

GRASSANO Maurizio (Responsabili) - Sotto processo per truffa.

GRILLO Luigi (PDL) - rinviato a giudizio per aggiotaggio, indagato e prescritto per truffa. IAPPICA Maurizio (Gr.Misto, eletto nel PDL): rinviato a giudizio per false fatture, falso in bilancio e abuso d’ufficio, prescritto.

LA LOGGIA Enrico (PDL) - Indagato al Tribunale dei ministri per finanziamenti dalla Parmalat di Calisto Tanzi (100 mila euro) in cambio di presunte “consulenze”.

IAPICCA Maurizio (PDL) - rinviato a giudizio per false fatture, falso in bilancio e abuso d'ufficio, prescritto.

LA MALFA Giorgio (Gruppo Misto) - condannato per finanziamento illecito. Al termine dell'iter processuale, la Cassazione gli riconobbe l'assenza di "ogni profitto personale", e la "lealtà processuale", concedendogli il beneficio della non menzione nel casellario penale.

LAGANA' FORTUGNO Maria Grazia (PD) - indagata per truffa ai danni dello Stato.

LANDOLFI Mario (PDL) - indagato per corruzione e truffa "con l’aggravante di aver commesso il fatto per agevolare il clan mafioso La Torre".

LEHNER Giancarlo (PDL) - condannato per diffamazione.

LETTA Gianni ( PDL) - Nel 1993 era stato indagato per corruzione dalla procura di Roma che ne aveva chiesto addirittura l’arresto. L’inchiesta era stata poi archiviata, ma con motivazioni non proprio esaltanti per Letta. Un altra inchiesta era stata scippata, negli anni Ottanta, alla procura di Milano dal porto delle nebbie romano: quella di Gherardo Colombo sui fondi neri dell’Iri, nella quale l’allora direttore del “Tempo” Gianni Letta aveva ammesso, nel dicembre 1984, di aver ricevuto 1 miliardo e mezzo di lire in nero dall’ente statale per ripianare i buchi del suo disastrato giornale. Un giornale che, scrissero Scalfari e Turani in “Razza padrona”, era “in vendita ogni giorno, e non solamente in edicola”.

LOLLI Giovanni (PD) - rinviato a giudizio per favoreggiamento.

LOMBARDO Angelo (Gruppo Misto) - Indagato per concorso esterno in associazione mafiosa.

LUMIA Giuseppe (PD) - Indagato per diffamazione. È stato querelato dal suo ex addetto stampa.

LUONGO Antonio (PD) - Rinviato nel 2009 a giudizio per corruzione nell’inchiesta su affari e politica a Potenza.

LUSETTI Renzo (PD) - condannato a risarcimento di 1 milione di lire per consulenze ingiustificate.

LUSI Luigi (Gr. Misto, eletto nel PD): indagato per appropriazione indebita e calunnia, è attualmente in carcerazione preventiva e resta
senatore.


D'ALEMA Massimo (PD) - finanziamento illecito accertato, prescritto.

D’ALI' Antonio (PDL): rinviato a giudizio per concorso esterno in associazione mafiosa.

DE ANGELIS Marcello (PDL) - condannato per banda armata e associazione eversiva.

DE GREGORIO Sergio (PDL) - indagato per associazione per delinquere, concorso in truffa e truffa aggravata, concorso in bancarotta fraudolenta. Il Senato ha negato l’autorizzazione all’arresto.

DELL'UTRI Marcello (PDL) - condannato per false fatture e frode fiscale, condannato in appello per tentata estorsione mafiosa, condannato in secondo grado a 7 anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa ma annullata con rinvio dalla Cassazione.

DEL PENNINO Antonio (PDL) - ha patteggiato una pena di 2 mesi e 20 giorni nel processo per le tangenti Enimont. A ottobre 1994 altro patteggiamento: di una pena di 1 anno, 8 mesi e 20 giorni per tangenti relative alla Metropolitana milanese. Prescritto per corruzione.

DE LUCA Francesco (PDL) - indagato per tentata corruzione in atti giudiziari.

DE LUCA Vincenzo (PD) - Nel dicembre 2008 con altri 46 imputati, viene rinviato a giudizio per truffa ai danni dello stato e falso in relazione alla vicenda relativa alla delocalizzazione delle Manifatture Cotoniere Meridionali. Nell'aprile 2009 il rinvio viene confermato per De Luca ad altri 13 imputati. Nel luglio 2010 viene condannato in primo grado dalla Corte dei Conti (sezione giurisdizionale di Napoli), insieme all'ex-sindaco De Biase ad alcuni dirigenti comunali, per questioni inerenti gli stipendi dei dirigenti del Comune di Salerno. Viene condannato a pagare 23 mila euro . Il 6 luglio 2010 la Corte dei Conti di Salerno dichiara la prescrizione nei confronti di De Luca e degli altri imputati del processo per lo sversamento di rifiuti, nel 2001, nel sito di Ostaglio, non ancora completato.

DI STEFANO Fabrizio (PDL): rinviato a giudizio per corruzione.

DI GIUSEPPE Anita (IDV): indagata per abuso di ufficio, turbativa d’asta e associazione a delinquere.

DELLA VEDOVA Benedetto (FLI): È stato condannato a quattro mesi di reclusione e al pagamento di una multa di due milioni delle vecchie lire per aver distribuito hashish a Porta Portese nel corso di una manifestazione, nel 1995, di disobbedienza civile per promuovere la liberalizzazione delle droghe leggere.

ESPOSITO Stefano (PD) - Indagato, ha versato un'oblazione di duemila euro per evitare l’accusa di aver violato la legge elettorale. Prosciolto dal Giudice per l’Udienza Preliminare del Tribunale di Torino in data 3 dicembre 2007.

FARINA Renato (PDL) - condannato in primo grado a 2 anni e 8 mesi per falso in atto pubblico, ha patteggiato una pena di 6 mesi per favoreggiamento nel sequestro di Abu Omar.

FASANO Vincenzo (PDL) - condannato per concussione, indultato.

FAZZONE Claudio (PDL): rinviato a giudizio per abuso d’ufficio.

FIRRARELLO Giuseppe (PDL) - condannato in primo grado per turbativa d’asta, indagato per concorso esterno in associazione mafiosa (nel ’99 il Senato ha negato l’arresto).

FITTO Raffaele (PDL) - rinvio a giudizio per concorso in corruzione, falso e finanziamento illecito.

FRIGERIO Gianstefano (PDL) - Ex leader della Dc, diventato uno degli strateghi di Forza Italia. Ha confessato, per esempio, di aver ricevuto 150 milioni da Paolo Berlusconi, in cambio dei permessi alla Fininvest per gestire la discarica di Cerro Maggiore. Ha accumulato tre condanne definitive: 1 anno e 4 mesi per finanziamento illecito ai partiti, 1 anno e 7 mesi per finanziamenti illeciti e ricettazione, 3 anni e 9 mesi per corruzione e concussione. Doveva scontare in definitiva una pena di 6 anni e 5 mesi. Affidato poi ai servizi sociali, ha avuto il permesso dal giudice di sorveglianza di frequentare il Parlamento per qualche giorno al mese: come pratica di riabilitazione.

GALATI Giuseppe (PDL) - indagato per associazione a delinquere, truffa e associazione segreta.

GALIOTO Vincenzo (PDL) - Condannato in primo grado per falso in bilancio.

GENOVESE Fracantonio (PD) - Indagato per abuso d’ufficio per affidamenti fatti durante la sua sindacatura a Messina a un’azienda di servizi.

GIUDICE Gaspare (PDL) - condannato in primo grado per bancarotta, prescritto.

GRASSANO Maurizio (Responsabili) - Sotto processo per truffa.

GRILLO Luigi (PDL) - rinviato a giudizio per aggiotaggio, indagato e prescritto per truffa. IAPPICA Maurizio (Gr.Misto, eletto nel PDL): rinviato a giudizio per false fatture, falso in bilancio e abuso d’ufficio, prescritto.

LA LOGGIA Enrico (PDL) - Indagato al Tribunale dei ministri per finanziamenti dalla Parmalat di Calisto Tanzi (100 mila euro) in cambio di presunte “consulenze”.

IAPICCA Maurizio (PDL) - rinviato a giudizio per false fatture, falso in bilancio e abuso d'ufficio, prescritto.

LA MALFA Giorgio (Gruppo Misto) - condannato per finanziamento illecito. Al termine dell'iter processuale, la Cassazione gli riconobbe l'assenza di "ogni profitto personale", e la "lealtà processuale", concedendogli il beneficio della non menzione nel casellario penale.

LAGANA' FORTUGNO Maria Grazia (PD) - indagata per truffa ai danni dello Stato.

LANDOLFI Mario (PDL) - indagato per corruzione e truffa "con l’aggravante di aver commesso il fatto per agevolare il clan mafioso La Torre".

LEHNER Giancarlo (PDL) - condannato per diffamazione.

LETTA Gianni ( PDL) - Nel 1993 era stato indagato per corruzione dalla procura di Roma che ne aveva chiesto addirittura l’arresto. L’inchiesta era stata poi archiviata, ma con motivazioni non proprio esaltanti per Letta. Un altra inchiesta era stata scippata, negli anni Ottanta, alla procura di Milano dal porto delle nebbie romano: quella di Gherardo Colombo sui fondi neri dell’Iri, nella quale l’allora direttore del “Tempo” Gianni Letta aveva ammesso, nel dicembre 1984, di aver ricevuto 1 miliardo e mezzo di lire in nero dall’ente statale per ripianare i buchi del suo disastrato giornale. Un giornale che, scrissero Scalfari e Turani in “Razza padrona”, era “in vendita ogni giorno, e non solamente in edicola”.

LOLLI Giovanni (PD) - rinviato a giudizio per favoreggiamento.

LOMBARDO Angelo (Gruppo Misto) - Indagato per concorso esterno in associazione mafiosa.

LUMIA Giuseppe (PD) - Indagato per diffamazione. È stato querelato dal suo ex addetto stampa.

LUONGO Antonio (PD) - Rinviato nel 2009 a giudizio per corruzione nell’inchiesta su affari e politica a Potenza.

LUSETTI Renzo (PD) - condannato a risarcimento di 1 milione di lire per consulenze ingiustificate.

LUSI Luigi (Gr. Misto, eletto nel PD): indagato per appropriazione indebita e calunnia, è attualmente in carcerazione preventiva e resta
senatore.
Fonte giornale la Repubblica.

mercoledì 13 marzo 2019

NICOLA POLITO: IL MONDO DELLE API

NICOLA POLITO: IL MONDO DELLE API:       BENVENUTI NEL MONDO DELLE API Un piccolo essere peloso, ronza ed è utilissimo all’umanità ed a tutto il pianeta. E’ co...

IL MONDO DELLE API


 

 

 

BENVENUTI NEL MONDO DELLE API

Un piccolo essere peloso, ronza ed è utilissimo all’umanità ed a tutto il pianeta. E’ conosciuto a quasi tutti nel mondo ed è l’ape ovvero l’ape mellifera.

Un trilione di api nel mondo lavora senza sosta per impollinare le nostre piante e fiori. Dalle clementine della California ai cavoli della Cina, le api sono essenziali nella produzione di oltre un terzo del cibo che consumiamo quotidianamente.

La sola impollinazione ci porterebbe a conferire alle api il premio de “L’insetto dell’anno”, ma questa è una delle tante cose di cui sono capaci di fare, altresì producono il miele, ad esempio, come dono per l’apicoltore che si è occupato del loro nido!

In questa mini guida a tappe sull’apicoltura, cercheremo di esternare ciò che c’è da sapere sulle api, sul ruolo dell’apicoltore, su come funziona un alveare al suo interno, e molto altro. Sperando di essere esaurienti come è nel nostro intento anche se non siamo detentori di cattedra universitaria. Lo scopo è di solleticarvi nell’allevare api o che aumenti in voi l’interesse per questi piccoli animali.

La storia delle api

L’ape è un insetto antichissimo di milioni di anni. L’ape più antica è stata trovata nel Myanmar, all’interno di un’ambra la cui età sé di circa 100 milioni di anni.
Oggi, in tutto il mondo esistono circa 20,000 specie diverse, dall’ape gigante mangiatrice di foglie, lunga circa 3cm, all’ape nana che misura 2mm. L’ape mellifera è solo una di queste razze. Alcune api preferiscono la vita comunitaria, altre vivono isolate. I bombi, (altro tipo di ape)ad esempio, vivono in buchi scavati nel terreno.
Gli scienziati ritengono che le api sono responsabili della varietà e della diversità floreale di cui godiamo adesso. Molte piante non sono in grado di auto impollinarsi e l’azione del vento non è spesso sufficiente a compiere il lavoro; per questo i fiori sono diventati sempre più colorati, per attirare le api e assicurare l’impollinazione. Le api bevono il nettare e lo trasportano fino all’alveare per nutrire la regina e dividerlo con le altre api e le larve.
Per i primi uomini, la scoperta delle api fu tanto rivoluzionaria quanto la scoperta del fuoco. Per loro che non possedevano protezioni, raccogliere il miele significava essere punti e rischiare la vita, ma ne valeva la pena, considerata la scarsità di risorse dell’epoca.
Il miele non è stato solo il più importante dolcificante per cibo e bevande alcoliche nell’antichità, ma addirittura il primo antibiotico naturale che esiste ancora oggi. Era così importante che molti genitori iniziarono a dare ai figli il nome di ape. Sia Debora che Melissa significano ape, rispettivamente in ebraico e in greco.
I primi a colonizzare le api furono gli egiziani. L’alveare degli egiziani era un semplice cestino di paglia capovolto. Lo si usa raramente oggi ma come casa temporanea per api che hanno recentemente sciamato.
Questi vecchi alveari non erano pensati per resistere a lungo. Il miele veniva estratto distruggendo l’arnia e quindi l’intera colonia. Il sistema funzionava solo se la colonia aveva abbastanza api da creare uno sciame che sarebbe stato catturato e avrebbe garantito miele per l’anno successivo. Altrimenti si sarebbe dovuto catturare un nuovo sciame ogni anno.
Una straordinaria scoperta nel campo venne fatta da un uomo di nome Lorenzo Langstroth (Lorenzo Lorraine Langstroth 25 Dicembre 1810 è considerato il padre dell'apicoltura moderna, grazie alla sua invenzione del telaio mobile e al principio dello "spazio delle api", che gli permise di creare i primi alveari moderni a "Spazio Api. egli scoprì che le api hanno bisogno di uno spazio all’interno dell’alveare ampio fra i 6 e gli 8 mm, che chiamò appunto “spazio di ape”. Il modo in cui gestiamo adesso il nido, usando telaini rimovibili, nasce proprio da questa intuizione. Da quel momento in poi gli apicoltori furono in grado di rimuovere il nido e il miele senza distruggere l’alveare, e di controllare lo sviluppo della colonia).

I membri della colonia

La regina
La regina è il leader di ogni colonia di api; è la sola femmina matura ed è generalmente la madre di tutte le altre api. La regina è riconoscibile dalle sue compagne perché ha un corpo più lungo, le sue ali sono estese lungo metà del suo addome, appuntito sul retro. La testa è piccola in proporzione al corpo.


Lo scopo primario di un’ape regina è quello di depositare le uova. Una buona regina depone circa 2,000 uova al giorno (una gallina ci impiegherebbe 6 anni!). Non è infatti una buona madre, avendo perso completamente l’istinto di occuparsi della propria prole. Conta, quindi, sulle api operaie per la cura dei piccoli, e controlla il loro comportamento producendo dei ferormoni che influiscono sul loro atteggiamento.
Api operaie - 10,000-50,000 per colonia
L’operaia è l’ape più piccola della colonia, circa metà del peso della regina. Ha un addome appuntito e ali corte. Le operaie femmine lavorano fino alla morte lungo tutto l’arco della loro vita provvedendo cibo alle larve, ai fuchi e alla regina e costruendo i fogli cerei che strutturano l’arnia.
Si tratta di lavoratori instancabili che puliscono, fanno arieggiare e riparano l’alveare. Incredibilmente lo tengono sempre a una temperatura di circa 34 gradi centigradi. Se la colonia è accaldata, bagnano il proprio corpo in acqua portandola così all’interno della casa. A quel punto, lavorano tutte insieme per far circolare l’aria grazie al movimento delle ali, portando la temperatura ad abbassarsi per evaporazione. Nei periodi freddi, invece, si raggruppano intorno alle uova per tenerle al caldo.
 https://www.youtube.com/watch?v=cdZ7PLfMG2w

I fuchi - 1000 per colonia
Il fuco è il maschio dell’ape. Ha circa le stesse dimensioni della regina ma ha un corpo più definito. Le ali coprono completamente il suo addome e la testa è distinguibile dai due occhi che si avvicinano in cima. Non è dotato di pungiglione. I maschi conducono una vita piuttosto semplice e pacifica; non lavorano nell’alveare, non vanno in cerca di cibo, non difendono le compagne e vengono nutriti dalle operaie. L’unico loro scopo è quello di accoppiarsi con la regina e morire subito dopo. Non sopravvivono all’inverno e quelli che rimangono nell’alveare in autunno vengono condotti fuori dalle operaie.

Il ruolo dell’apicoltore

Il ruolo dell’apicoltore è quello di controllare l’alveare in cui vive una colonia, e di aiutarle nella crescita disturbandole il meno possibile. E bisogna tenere presente che le api, anche se ben accudite, quando in forze e numerose, possono voler lasciare l’alveare per formare una nuova colonia. In questo periodo l’importanza dell’apicoltura si è accresciuta, e le colonie in natura sono diminuite a causa dell’inquinamento e della distruzione dei loro habitat naturali.
La missione di un apicoltore è quella di comprendere il comportamento di questi piccoli animali, di rispettare il loro modo di vivere aiutandoli a crescere e mantenersi in salute.
Ci sono tre tipi di apicoltore: Anche se in tutti e tre i tipi vi è molto dispendio di energie.
L’apicoltore amatoriale
L’apicoltore amatoriale possiede generalmente fra l’una e le 40 arnie. Un numero maggiore di arnie richiederebbe un lavoro a tempo pieno con le api.
L’apicoltore professionista
Questo tipo di apicoltore possiede tendenzialmente più di 40 arnie e vi lavora a tempo pieno. Le alleva o per produrre miele adottando la transumanza, trasloco temporaneo in zone con miglior fioritura e stagionalità
L'ispettore
Gli apicoltori sono soggetti a verifica da parte di ispettori FAI.

L’anatomia delle api

Le api sono delle straordinarie ed efficienti produttrici di miele. Il loro corpo è diviso in tre parti distinte: la testa, il torace e l’addome. Così come molti altri insetti, le api hanno un resistente esoscheletro.








La testa - Nella testa trovano spazio gli occhi, l’apparato boccale e le antenne usate per comunicare. Tutti o quasi tutti sanno che le api sono dotate di pungiglione, ma chi sa che hanno un apparato boccale in grado di riconoscere la qualità del nettare?
Il torace - Il torace consiste di tre segmenti appena sotto la testa. Al primo è attaccato un primo paio di zampe, al secondo il secondo paio di zampe e il primo paio di ali, e al segmento finale il terzo paio di zampe e il secondo paio di ali. Le ali battono 11,000 volte al minuto e reggono il peso dell’ape per 19 km in un’ora. Tutto il torace è ricoperto di peluria; questo è particolarmente importante nelle api operaie in quanto facilita la raccolta del polline. I fuchi hanno un pelo rado, ma più folto della regina.
L’addome - Nell’addome è contenuto il sistema digerente dell’ape, la sacca che conterrà il nettare, (detta ingluvie) nelle femmine, gli organi riproduttivi e il pungiglione. L’ingluvie può contenere fino a 0.25ml di nettare, per cui sono necessari circa 20,000 viaggi per produrre un singolo vasetto di miele.

Di cosa vanno a caccia le api?

Questi piccoli insetti sono degli instancabili procacciatrici di nettare ed impollinatori. Possono volare a una distanza di 5 km dall’alveare e adattarsi al cambiamento delle stagioni e alla disponibilità delle piante nella zona. L’ape comune attingerà per 3,000 volte ai fiori in un giorno e volerà sulla stessa area fino a che il nettare disponibile non è finito.
La danza delle api
Circa metà delle api che occupano una colonia impiega il proprio tempo raccogliendo nettare. Tra le api che assolvono a questo compito, ce ne sono alcuni chiamate scout che vanno in cerca di cibo e una volta trovatolo tornano all’alveare per avvertire le compagne. Per comunicare quantità e ubicazione del nettare muovono il corpo in quella che è stata definita come la danza delle api.


Le api scout si fermano sull’alveare e danno inizio alle danze. Le altre api avvertono la loro presenza e il loro movimento con le antenne. Le scout fanno anche assaggiare il nettare alle compagne perché queste conoscano in anticipo la qualità del miele trovato.


Quali piante offrono più nettare?
Le api raccolgono una grande quantità di nettare.

Quali sono le piante migliori per le nostre api?
Tantissime sono le piante di cui le api vanno matte! Vi consigliamo di coltivare più piante possibili, di specie diverso, nel vostro giardino, se pensate di tenervi un’arnia. Ecco un elenco utile:
  • Basilico
  • Berberis
  • Borago officinalis
  • Grano saraceno
  • Papavero californiano
  • Calluna vulgaris
  • Nepeta
  • Croco
  • Doronicum
  • Geranio
  • Echinops
  • Hebe
  • Lavanda
  • Nigella Damascena
  • Aster
  • Facelia
  • Limnanthes douglasii
  • Rosmarino
  • Sedum
  • Girasole
  • Timo
  • Viburnum
  • Melilotus albus
  • Salice

Un essenziale servizio di impollinazione

L’impollinazione è il processo attraverso cui molte piante si riproducono (i gameti maschili sono trasferiti ai gameti femminili). Le api mellifere sono essenziali in questo processo, in quanto trasportano il polline a una gran varietà di piante, alberi da frutto e colture.
In che modo funziona l’impollinazione?
Piante e api vivono una relazione simbiotica. La pianta garantisce cibo alle api sotto forma di nettare. Mentre l’ape raccoglie il miele, questo sfiora leggermente le antere della pianta e i grani del polline si attacca al pelo dell’insetto. Così, quando l’ape si avvicina ad un’altra pianta, parte del polline finisce sullo stigma di questa. Attraverso questo processo le api impollinano circa un terzo dei prodotti utili alla nostra alimentazione.
Il lavoro dell’impollinazione
Sfortunatamente, il numero delle api in natura è andato diminuendo col passare degli anni, a causa dell’inquinamento e della distruzione del loro habitat naturale.

Gli uccelli e le api

La popolazione di una colonia varia a seconda delle stagioni. La colonia tipica farà crescere la sua popolazione utilizzando il nettare dei fiori primaverili. A questo punto, con un grande dispendio di energia da parte di tutte le compagne, inizierà a mettere da parte il nettare in estate conservandolo per l’inverno.
Da Marzo in poi la colonia si dedica alla costruzione del nido e la regina inizia velocemente a deporre le uova, raggiungendo il picco verso Giugno. Il rapporto di api adulte da covare in questo periodo è di 2 a 1. La quantità di cibo richiesta dalla colonia si manterrà stabile, ma le api continueranno costantemente a immagazzinare nettare.
Il controllo della temperatura
La temperatura, all’interno del nido, deve essere mantenuta costante fra i 32 e i 36 gradi C. Per far ciò, le api operaie muovono le loro ali a ventaglio per raffreddare l’arnia o metabolizzano il miele per riscaldarlo. Il nido produce calore anche mentre le larve e le pupe si sviluppano.
Le uova delle api sono partenogenetiche, ciò vuol dire che schiudono senza essere state fertilizzate e da qui deriva la nascita di un’ape femmina o di un’ape maschio. Le uova non fertilizzate danno vita a esemplari maschi, conosciuti come fuchi, mentre le uova fertilizzate a esemplari femmine che diventeranno operaie o regine a seconda di come vengono nutrite dalle operaie. Non ci sono differenze fra le uova della regina e quelle dell’operaia, se non per il modo in cui vengono nutrite non appena schiudono.
Tre tipi di celle
L’uovo viene deposto in diverse celle a seconda che sia fertilizzato o se destinato a dare vita a una nuova regina. Le celle sono di tre tipi:
  • Le celle dei fuchi - Larghe, esagonali, con un tetto a cupola.
  • Le celle delle operaie - Piccole, esagonali, con un tetto piatto.
  • Le celle della regina - Larghe, con una forma a ditale e costruite verticalmente.
La regina misura le dimensioni della cella con le sue zampe frontali e aggiunge lo sperma per fertilizzare l’uovo all’interno della sua vagina, oppure depone un uovo non fertilizzato (nella cella dei fuchi). Quando l’uovo schiude in larva, somiglia a un piccolo verme, e le api iniziano a nutrirlo.
Le larve vengono nutrite con una sostanza definita il “latte” delle api, cioè la pappa reale. Si tratta di polline masticato, dall’alto valore nutrizionale. La larva viene alimentata per tre giorni con pappa reale, poi viene nutrita meno frequentemente fino a che la cella non è chiusa.
La cella della regina è nutrita di una pappa reale ad alto contenuto zuccherino. Le larve vengono nutrite il più possibile prima che la cella sia richiusa. Questa diversa nutrizione da’ origine a una regina forte con delle ovaie molto sviluppate.
I fuchi vengono alimentati tanto quanto le operaie. Il coperchio della cella è una mistura di polline e cera traspirante.

Sciame

Sciamare è il modo con cui le api volano via dall’alveare in gruppo. Una colonia che si sviluppi bene si riproduce e si ingrandisce. A questo punto le api decidono di dividersi e formare un’altra colonia. La vecchia regina con metà circa della colonia è costretta ad emigrare.
I segni che indicano quando le api stanno per sciamare
Tanti sono gli elementi da cui dedurre che la colonia sta per sciamare:
1. Inizia a produrre nuove celle per la regina
2. Non restano stanze vuote nel nido
3. Grappoli di api appaiono all’entrata dell’alveare
Quando un alveare è pieno di miele e non ci sono celle vuote per nuove uova, le operaie iniziano a cercare un luogo in cui dare vita ad una seconda colonia. Dopo che la regina si accoppia, prende metà delle api operaie e crea una nuova colonia in un nuovo posto. La nuova regina indietro con resta con la vecchia colonia.

La vita di un’ape

Tutte le api iniziano la propria vita sotto forma di uova. Si sviluppano in larve e in pupe, prima di trasformarsi in api mature. La regina, i fuchi e le api operaie impiegano tempi diversi per completare il proprio sviluppo. Conoscere le fasi e i tempi di questo processo è importante soprattutto quando si ispeziona un’arnia.

Regina Fuco Operaia
Schiusa delle uova
3
3
3
Cella sigillata
8
10
8-9
Filatura del bozzolo
9
12
10
Muta di una pupa in un adulto
15
22
20
Risalita dalla cella
16
24
21
Per quanto tempo vive un’ape?
La lunghezza della vita di un’ape dipende dal tipo di ape e da dove è nata.

Regina Fuco Operaia
Estate
3-4 anni
22 giorni
36 giorni
Inverno
3-4 anni
59 giorni
6 mesi

Chi può allevare api?

Tempo
Occuparsi di un’arnia o più richiede una certa quantità costante di tempo, a partire da un’ora e mezza la settimana per alveare. Potete dedicarvi il fine settimana, se il tempo è buono, o la sera, di ritorno dal lavoro. Molti apicoltori preferirebbero trascorrere più tempo con le proprie api che in qualunque altra attività, ma le api, diversamente da altri animali, sanno gestirsi bene anche da sole e non si accorgeranno neanche se per qualche giorno sarete lontani.
Spazio
Le api vivono a proprio agio in tantissimi posti, dal cortile di una casa in campagna, al giardino o al terrazzo di una casa in città. Non è vero, come molti credono, che ciò di cui hanno bisogno sono necessariamente gli spazi ampi in prossimità della campagna. Il nettare e il polline possono essere raccolti da un’ampia varietà di piante che nei giardini di città spesso non contengono pesticidi e sostanze nocive.
Vicinato
Siete preoccupati di ciò che potrebbero pensare i vostri vicini se prendeste delle api? Se avete un giardino abbastanza grande, loro potrebbero non notarlo affatto. Diversamente, se lo spazio a vostra disposizione è ristretto, dovrete capire se è sufficiente ad ospitare almeno un’arnia e acquistare api “tranquille”. L’arnia dovrebbe essere localizzata in modo tale da non rivolgere l’entrata in direzione di un sentiero o dell’area più affollata del giardino.
Attrezzatura
Un apicoltore che si rispetti ha bisogno di un’attrezzatura specifica, a partire dagli strumenti di lavoro, continuando con gli abiti adatti. Di tutto ciò si parlerà più avanti.

Tutto ciò di cui avete bisogno per iniziare

Un alveare
Numero uno nella lista è ovviamente la casa per le vostre api, ARNIA!
Tuta da apicoltore
Un’ottima tuta è la prima cosa di cui un apicoltore ha bisogno per sentirsi adeguatamente protetto. Esistono diversi tipi di tute disponibili, tra cui quelle integrali, quelle che coprono la parte superiore del corpo, o il solo velo. Vi consigliamo di acquistare la tuta integrale, che protegge tutto il corpo, per avere una protezione totale e sicura.
Guanti
Sebbene non essenziali, molti apicoltori preferiscono indossare dei guanti in pelle per proteggere le proprie mani dalle possibili punture. Se siete coraggiosi abbastanza, o se le vostre api sono insetti piuttosto tranquilli, potete non indossarli affatto. Si consigliano soprattutto per i novellini.
Stivali
Gli stivali sono importantissimi per proteggere il corpo dalle api, considerato che questi insetti hanno la capacità di risalire lungo il corpo dai pantaloni.
Affumicatore
L’affumicatore è uno strumento costruito per spruzzare fumo all’interno dell’alveare. Quando le api percepiscono del fumo, pensano automaticamente che il proprio nido sia in fiamme. In questi casi, danno l’allarme e iniziano a mangiare miele preparandosi a lasciare l’alveare. Ma il fumo inibisce le comunicazioni tra le api le quali non hanno il tempo di dare l’allarme prima che abbiate aperto l’arnia.
Accendere l’affumicatore richiede una certa esperienza. Non dovete appiccare un fuoco, ma produrre solo un po’ di fumo, utilizzando materiali come il cartone, foglie leggermente umide, o del legno marcio.
Strumenti per arnia
Le api producono un collante chiamato propoli dalla resina degli alberi, e lo utilizzano per sigillare le crepe e le fessure, incluso il favo. Le leve stacca favi sono dei coltelli specifici in metallo utilizzati per aprire le arnie, per staccare i telaini, per eliminare gli eccessi di cera e mettere così ordine nella casetta delle vostre api.
Taccuino
Pensiamo che sia buona norma possedere un taccuino in cui prendere appunti sulle vostre api. 

Com'è strutturato un alveare?

Le api hanno bisogno di un luogo caldo, sicuro e asciutto in cui vivere. In natura, tendono a scegliere le cavità degli albero, o le fessure delle rocce. Le arnie usate dagli apicoltori sono state realizzate per rendere sempre più facile alle api gestire la propria colonia e produrre del buon miele. Tanti sono i tipi di arnie utilizzate nel mondo, ma seguono tutte gli stessi principi di base
Come sono chiamate le parti principali di un’arnia?
La figura in basso mostra perfettamente l’interno di un’arnia, e quindi tutte le sue parti e sezioni. All’interno, trovate il coperchio, i melari, il nido, l’ingresso e il rialzo. Ciascuna di queste parti è descritta qui di seguito.


Coperchio esterno - Protegge l’arnia dalle intemperie. Viene assicurato dall’uso di una forte corda elastica.
Melari - I melari sono utilizzati dalle api per immagazzinare il miele. Ogni colonia produce miele durante l’estate, in preparazione dell’inverno. Se le vostre api saranno laboriose abbastanza, vedrete quanto miele riceverete! Ai melari si aggiungono dieci telaini e i rispettivi fogli cerei.
Il nido - Ecco qual è il cuore dell’alveare, lì dove le api vivono e dove la regina depone le uova. Questi larghi telaini sono chiamati “telaini da nido”. Attraverso di essi controllerete il lavoro delle vostre api. Ogni arnia contiene 11 telaini con altrettanti fogli cerei.
Ingresso - Grazie ad esso le vostre api saranno libere di entrare ed uscire in qualunque momento. L’ingresso dell’arnia gode anche di uno spazio riparato dalla pioggia e dal vento.
Rialzo - Il rialzo è importante per distribuire uniformemente il peso dell’arnia e per tenere l’ingresso lontano dai flussi d’aria.
Come si chiamano le parti interne dell’alveare?
L’interno dell’arnia è mostrato qui in basso; seguono le descrizioni delle sue varie parti.


Il coperchio - Indispensabile per sigillare l’arnia e mantenere le api al suo interno, il coperchio è poggiato direttamente sul nido in inverno, quando non ci sono i melari, o sui melari durante l’estate.
I telaini da melario - I telaini da melario sono più bassi di quelli per il nido. Servono a trattenere la cera.
Escludi regina - La regina è l’ape più importante all’interno di un alveare, in quanto è colei che depone le uova e permette alla colonia di espandersi. Ma quando viene il momento di raccogliere il miele, la sua presenza potrebbe creare qualche fastidio. I melari dovrebbero essere i luoghi destinati ad accogliere il miele e nient’altro; la regina, però, non è a conoscenza di tutte queste sottigliezze, e se ne ha l’occasione depone le uova nei favi dei melari, cosa che rende più difficile la raccolta del miele. L’escludi regina vi aiuta a tenerla lontana dai melari. Va posizionata sopra i telaini del nido, ed è dotata di fori abbastanza grandi per far passare le operaie, ma troppo piccoli perché possa passarci la regina.
I telaini da nido - Sono localizzati lì dove le api immagazzinano il nettare e il polline per il loro uso immediato. Si tratta dello stesso posto in cui la regina depone le uova. Esistono telaini di dimensioni leggermente diverse.
Isolamento - Le api hanno bisogno di mantenere una temperatura costante per far crescere i propri piccoli. Se l’alveare è isolato bene, alle api saranno risparmiati un bel po’ di tempo e fatica.
Pavimento a rete - Il pavimento è costituito da una rete per assicurare un costante ricambio d’aria e per far cadere fuori dall’arnia acari (le varroa) e detriti.
Vaschetta per l’ispezione - La vaschetta si trova al di sotto del pavimento a rete. Serve ad intrappolare qualunque acaro, insetto o detrito che cada dall’arnia; questi, una volta analizzati, vi aiuteranno a capire se le vostre api godano di ottima salute.

Acquistare le api
Ci sono diversi modi di procurarsi o acquistare delle api:
Acquistare una colonia già stabilizzata
Se siete membro di qualche associazione di apicoltori, potreste conoscere facilmente qualcuno in grado di vendervi una colonia già stabilizzata di 50,000 api, ad esempio. Questo vi permetterà di iniziare il lavoro in fretta, ma non pensate che semplifichi le cose! Per un novellino del campo, una colonia così grande può essere difficile da gestire. Formare una colonia da un nucleo, invece, vi aiuterà ad abituarvi gradualmente alle api e a capirne il comportamento.
Catturare uno sciame
A volte anche la fortuna gioca un ruolo importante nella vita dei novelli apicoltori. Capita che le api si installino in un giardino, ad esempio, o che un amico ne possieda già uno sciame. Iniziare da uno sciame è più difficile che iniziare con una colonia intera o un nucleo. Non è possibile - o facile - in quel caso, conoscere il temperamento, lo stato di salute della regina. Questo vale sia per gli esperti che per gli apicoltori alle prime armi. C’è un vecchio detto sugli sciami: “Uno sciame a Maggio vale un carico di fieno; uno sciame a Giugno vale un cucchiaio d’argento; ma uno sciame a Luglio non vale un volo".

Come evitare di essere punti

Non c’è molto da fare a riguardo, se avete deciso di intraprendere la carriera di apicoltore, sappiate che sarete punti qualche volta. Sebbene le api non siano creature particolarmente aggressive, pungono senza pensarci due volte se pensano che il proprio nido sia in pericolo. Potete capire benissimo quando un’ape sta cercando di difendere l’alveare, perché inizierà a volare intorno alla vostra faccia producendo un ronzio acuto. Se non siete protetti da una tuta adatta, vi conviene allontanarvi cautamente.
Si sa che le api muoiono dopo aver punto, ma non funziona sempre così. Il pungiglione delle api è importante perché usato come un’arma difensiva per proteggere l’alveare dagli insetti che cercano di rubare il miele e le larve. Quando un’ape punge una vespa, il pungiglione può essere estratto senza danneggiare l’ape. La nostra pelle, però, è molto elastica e questo rende difficile, se non impossibile, alle api rimuoverlo. L’ape a quel punto vola via e muore poco dopo per disidratazione poiché il suo corpo non riesce più a trattenere i liquidi.
Il dopo puntura
Se siete stati punti, staccate l’ape e il pungiglione usando una leva per alveare o nel caso le vostre unghia. Evitate di stringere l’ape o il pungiglione perché questo farà cadere ancora più veleno all’interno del vostro corpo. Il pungiglione sotto pelle vi darà una leggera sensazione di bruciore, e la parte lesa potrebbe mantenersi gonfia fino a due giorni dopo la puntura. Una crema antistaminica allevierà il dolore e il prurito.
Una percentuale ancora più ridotta di persone è allergica alla puntura delle api. La persona punta manifesta subito sintomi gravi e rimane senza conoscenza per alcuni minuti. Si consiglia un intervento medico e un ricovero immediato.
Evitare le punture
Ecco alcuni consigli per non essere punti dalle api.
  • Non sostare di fronte all’arnia mentre le api volano
  • Non indossare gioielli luccicanti
  • Non sostare di fronte l’ingresso dell’alveare

Le associazioni degli apicoltori

Se state pensando da un po’ di dedicarvi all’apicoltura, allora iscrivetevi all’Associazione apicoltori a voi più vicina. Ma quali sono i vantaggi dell’essere iscritti a un’associazione di questo tipo?
Corsi
Molte associazioni locali organizzano corsi di apicoltura utili sia per i principianti che per i professionisti del settore. Vi consigliamo di iscrivervi per tempo perché la richiesta è sempre altissima!
Seminari e libri
Molte associazioni organizzano diversi seminari su apicoltura e api durante l’anno, e possiedono libri sull’argomento da consultare gratuitamente.
Assicurazione
Attraverso queste associazioni potrete acquistare un’assicurazione sulla vostra attività e sui prodotti che utilizzate. L’assicurazione vi coprirà anche nello sventurato caso in cui le vostre api contraggano la peste americana (una malattia rara). In questi casi l’alveare dovrà essere distrutto da un ispettore, ma l’assicurazione coprirà i costi dell’acquisto di una nuova arnia.
Consigli da amici ad amici
E, cosa non trascurabile, le associazioni degli apicoltori sono frequentate da gente amichevole ed esperta in grado di aiutarvi o con cui discutere solo amabilmente di api e alveari e di tutti quegli argomenti che vi stanno a cuore e che i vostri amici forse non apprezzerebbero.

Ispezionare l’arnia

La tentazione di ispezionare spesso l’arnia, anche ogni giorno, va tenuta severamente a bada. Ne basta una a settimana durante il periodo che va dalla primavera all’autunno. Durante l’inverno, invece, è consigliabile non disturbare affatto le api.
Perché ispezionare un alveare?
Ispezionare l’alveare di tanto in tanto è importante per assicurarsi che le api stiano bene e che il loro lavoro procede senza intoppi. Queste sono le domande tipiche che dovreste porvi quando ispezionate l’arnia:
  • La colonia ha abbastanza stanze a disposizione?
  • La colonia ha abbastanza stanze a disposizione?
  • La colonia ha sufficienti riserve di polline e miele?
  • La colonia è in salute?
  • Ci sono celle da regina?
Bisogna sempre rispondere a ciascuna di queste domande quando si ispeziona un’arnia, per essere certi che non si è trascurato nulla. Per comodità, potreste segnarvele su un taccuino, e di volta in volta appuntare le risposte, sì da comparare lo stato dell’arnia sempre dall’ultima ispezione.
Qual è il momento migliore per ispezionare l’arnia
L’orario ottimale per l’ispezione è tra le 11 del mattino alle 4 del pomeriggio di un giorno preferibilmente caldo e assolato quando le api sono via per rifornirsi di nettare.
Quanto tempo dura un’ispezione?
Il controllo dovrebbe durare circa mezz’ora per arnia. Si consiglia, soprattutto a chi è nuovo del mestiere, di non indugiare troppo nell’ispezione, al fine di evitare di innervosire le api.

Prepararsi a ispezionare l’arnia

Preparate sempre l’attrezzatura necessaria prima di ispezionare l’arnia. Assicuratevi di avere tutti gli strumenti adatti e ripassate mentalmente le fasi dell’ispezione per essere certi di non dimenticare nulla.
Strumenti essenziali:
  • Leve per arnia
  • Affumicatore (liquido o a fiamma)
Strumenti aggiuntivi:
  • Spazzola
  • Telaini extra
  • Melari
  • Escludi regina
  • Diaframmi
  • Nutritore
  • Strumenti per catturare la regina
  • Pennelli per marciare la regina
  • Medicamenti in caso di malattie
Accendere l’affumicatore
Se state usando un affumicatore tradizionale, ricordatevi di accenderlo prima di indossare il velo (per evitare che prenda fuoco). Se usate un affumicatore liquido, assicuratevi che sia pieno per completare l’ispezione.
Indossate il velo
Indossate il velo, e sarete pronti all’ispezione.

Come usare l’affumicatore sulle api

Potete usare l’affumicatore per calmare le api mentre ispezionate l’arnia. L’odore del fumo porterà le api a pensare che la propria casa è in fiamme. Invece di difendere l’arnia, inizieranno a mangiare miele al fine di prepararsi a lasciare il nido. Una volta finita l’ispezione e disperso il fumo, le api torneranno alla normalità.
Come usare l’affumicatore
Spruzzate un po’ di fumo intorno all’entrata dell’alveare per 5-10 minuti prima di aprirla. Questo le metterà in allarme e inizieranno a riempirsi di miele tanto da non essere più in grado di pungere una volta aperta l’arnia. Una volta al suo interno, spruzzate un altro po’ di fumo fra i telaini mentre ispezionate la colonia.
Affumicatori tradizionali:
Gli affumicatori sono dei contenitori in metallo con una parte destinata all’accensione del fuoco. Si possono usare materiali differenti per appiccarlo, dal cartone, alle foglie secche, al grasso. Sappiate che il fumo è freddo e non brucerà le api. Usare adeguatamente un affumicatore non è facile, quindi si consiglia di fare un po’ di pratica prima di usarlo sulle arnie.
Affumicatore a fumo liquido:
Se avete deciso di non usare l’affumicatore tradizionale, quello a fumo liquido è la soluzione giusta per voi. Non è richiesta l’accensione di alcun fuoco, quindi risulta impossibile bruciarsi. Comprate il liquido in forma concentrata e diluitelo con acqua. Si tratta di una sostanza naturale che non ferirà o arrecherà danno alle api. Potete spruzzarlo utilizzando degli spray da giardino. Più facile da usare rispetto agli affumicatori tradizionali, va benissimo soprattutto per gli apicoltori alle prime armi.

Aprire l’arnia

La temperatura esterna, nel giorno in cui decidete di aprire l’arnia, dovrebbe essere mediamente elevata; evitate di svolgere l’operazione se sta piovendo. Se l’aprite di giorno, troverete poche api al suo interno, poiché le altre saranno via in cerca di nettare. Una volta sollevato il coperchio, mettetelo di lato, ma non di fronte all’ingresso dell’arnia, in modo tale da non disturbarle e innervosirle nel caso tornassero al nido proprio in quel momento.
Temperamento
Non tutte le colonie reagiscono allo stesso modo durante l’ispezione. Alcune si mostrano docili, tanto da non aver bisogno di essere affumicate, altre mi calmano dopo una leggera spruzzata di fumo e dopo che abbiate fatto scivolare il coperchio su un lato per qualche minuto prima di aprire completamente l’arnia. In questo modo, le api hanno il tempo di avvertire il fumo e di mangiare il miele.
Cercare la regina
Una volta rimosso il coperchio dell’arnia, controllate che la regina non sia lì. Non accade spesso, ma è importante assicurarsene per farla rientrare subito nell’arnia. Il miglior modo di condurla indietro è guidarla usando le dita. Altrimenti lasciatela camminare sui vostri strumenti da lavoro e rimettetela con essi nel nido. Molto probabilmente la regina si nasconderà da sola fra i telaini. Fate molta attenzione a non danneggiare le zampe della regina, cosa che metterebbe a rischio anche la sua capacità di deporre le uova.
A questo punto, potete spruzzare dell’altro fumo sopra i telaini e vedrete come le api saliranno per capire che cosa sta succedendo. Potreste notarne alcune che inizieranno a volare seguendo i vostri movimenti. Queste sono le api guardiane. Un altro po’ di fumo le farà tornare indietro e sarete liberi di proseguire nell’ispezione.

Come lavorare sui telaini

Sollevare un telaini
Fermatevi a riflettere un attimo sul peso del telaino che volete rimuovere. Bisogna considerare, innanzitutto, che il peso cambia a seconda che ci siano celle vuote, o piene di miele, o di polline. Sollevatelo con un movimento lento ma continuo per evitare di schiacciarle su un lato o di farle ricadere sul telaino accanto, perché potrebbero innervosirsi.
Tenere il telaino
Una volta estratto il telaino, potete tenerlo sollevato a livello degli occhi per ispezionarlo. Evitate di metterlo in orizzontale poiché il nettare rischia di gocciare giù. Tenetelo di fronte a voi come fosse un libro e iniziate a osservarne la struttura. Se non potete fare a meno di disporlo orizzontalmente, assicuratevi che stia sopra l’arnia, in modo tale che qualunque cosa gocci, cada su di essa.


Nota: Il telaino può essere completamente ruotato
per essere messo in orizzontale.
Identificate le varie parti
Ogni telaino è diviso in cinque sezioni: contenitori chiusi del miele, nettare, polline, nido e celle vuote. Sono tutte facili da identificare, ciò che conta è la loro quantità e distribuzione.
Il miele opercolato
La parte più alta dei telaini contiene generalmente del miele chiuso da un coperchio. Se non c’è, vuol dire che le api non hanno abbastanza riserve di cibo, e conviene nutrirle artificialmente. Questo può accadere in qualunque momento dell’anno, anche in estate, se le api non sono in grado di volare e raccogliere nettare a causa del brutto tempo.
Nettare
Immediatamente sotto i contenitori per il miele, ci dovrebbero essere quelli per il nettare. Le api lo considerano un po’ come il proprio snack, l’equivalente delle noccioline che si tengono sulla scrivania. Lo consumano regolarmente e con esso nutrono anche le larve
Polline
Subito dopo viene il polline; anche se non sempre facili da riconoscere, dovreste vedere delle celle piene di polline il cui colore varia dall’arancione brillante al rosso al quasi nero. Il polline significa proteine, ed è quindi importantissimo per le api. Se non ce ne dovesse essere, vuol dire che il tempo non è stato clemente e che le api non hanno potuto farne una buona scorta.
Favo
L’area del nido è circolare e possiede tantissime celle contenenti uova, larve o covate, a seconda dell’attività della regina. Se le celle contenenti covate sono sporadiche, ciò vuol dire che ci sono problemi o da parte della regina o da parte delle altre api.
Il coperchio delle celle deve essere piatto per le api femmine e sollevato per i fuchi. Se i coperchi sono incavati potrebbe esserci un problema.
Le celle della regina
Se scoprite una cella per la regina, potete scegliere se lasciarla o rimuoverla. Una colonia con una regina attiva e forte e una casa sicura sciamerà molto difficilmente.
Celle vuote
Durante il giorno molte api sono fuori per raccogliere il nettare, ma durante la notte si raccolgono tutte all’interno dell’alveare. Se non ci sono celle vuote in fondo al telaino, allora vuol dire che la colonia potrebbe sciamare presto.
Dalla primavera all’estate il numero dei telaini attivi nell’arnia aumenta in seguito all’espansione della colonia, ma la loro struttura resta la stessa. 

Come marchiare la regina

Quando ispezionate l’alveare, controllate che la regina sia ancora viva e stia bene. Certo, è più facile a dirsi che a farsi, visto che una colonia può arrivare a contenere fino a 40,000 api! Potete quindi semplificarvi il lavoro marchiando la regina sul dorso con un pennarello colorato apposito.
Come marchiarla
Potete marchiare la regina usando un pennello colorato apposito, della vernice o addirittura un adesivo. Tutti questi prodotti sono disponibili nella sezione “forniture per api” di Omlet.
Quale colore scegliere?
Sfortunatamente non c’è un’ampia gamma di colori fra cui scegliere, poiché il processo di marchiatura e la scelta dei prodotti dipende da un codice internazionale di colore per le api. In questo modo potrete stabilire facilmente l’età di ogni regina marchiata.
Anno: Colore
5 or 0
Blu
6 or 1
Bianco
7 or 2
Giallo
8 or 3
Rosso
9 or 4
Verde
Ad esempio, se avete una regina dal 2012, dovrete metterle un marchio giallo sul torace.
Trovare la regina
Il periodo migliore in cui trovare la regina è Aprile, all’inizio della stagione quando il numero di api all’interno della colonia è piuttosto basso. Alternativamente, se decidete di comprare un nucleo di api, potete chiedere al venditore di marchiare la regina al posto vostro.
Una volta trovata la regina, prendetela con la punta delle dita e inseritela all’interno di un contenitore adatto. Mentre la regina è nel favo, abbassate la gabbia su di lei. Le operaie scapperanno, ma la regina non potrà muoversi. Usando un pennarello, marchiatela sul torace.


Quando aggiungere un melario

Le api hanno bisogno di spazio per immagazzinare il miele. Normalmente, in natura, ovviano a questo problema costruendo più favi, ma in un’arnia artificiale dovrete essere voi a trovare lo spazio richiesto dagli insetti. Durante la primavera è molto probabile che le api abbiano bisogno di qualche melario in più.
Preparare i melari
Potete assemblare i melari con i telaini a parte, e poi inserirli in arnia. Ricordatevi che i melari conterranno il miele che voi mangerete, quindi cercate di mantenerli puliti, ad esempio non poggiandoli a terra.
In cima o al fondo?
Potete inserire i melari sia sopra che sotto gli altri preesistenti.

Potete aggiungere diversi melari velocemente, l’uno dopo l’altro?
Sì. Se offrite alle api molto spazio in cima, aumenterete la quantità di aria che loro dovranno riscaldare e renderete più difficile l’ispezione dell’arnia dovendo districarvi fra tante sezioni non usate.

Nutrire le api

Ci sono casi in cui è bene nutrire le api, soprattutto nel caso in cui le loro riserve di miele iniziano a scarseggiare. Una situazione simile potrebbe verificarsi all’inizio o alla fine della stagione. Si consiglia di nutrirle anche nei periodi in cui le condizioni climatiche non favoriscono l’uscita frequente delle api, o quando si vuole introdurre un nuovo nucleo.
Nutrire un nuovo nucleo
Potete aiutare un nuovo nucleo o uno sciame appena catturato a ingrandirsi offrendo alle api un po’ di nutrimento.
Nutrimento in autunno
Si consiglia di nutrire le api con prodotti specifici alla fine della stagione. Se avete già raccolto il miele dall’arnia, potreste offrire alle api un po’ di sciroppo di zucchero che fungerà da sostituto al miele. Le api, infatti, prendono lo sciroppo e lo mettono all’interno del favo, e dopo averne fatto evaporare l’acqua in eccesso, lo tappano per poterlo usare in un secondo momento.
Lo sciroppo
Le api possono essere nutrite con uno sciroppo di zucchero. Si tratta di una semplice mistura di acqua e zucchero.

Spostare l’alveare

Potreste voler muovere l’arnia in un luogo diverso da dove l’avete disposta, ad esempio se state per cambiare casa o risistemare il giardino. Tenete a mente una semplice regola:
"Spostate l’arnia a meno di 91cm dal luogo originale o a oltre 4km"
Questo perché le api riconoscono l’area in cui si trovano grazie ad una vista molto precisa. Se postate l’arnia di 91cm, le api voleranno indietro fino al sito originario, non trovando l’arnia e quindi rischiando di morire.
Se invece la spostate di 4km le api non riconosceranno la zona e inizieranno a esplorarla e lentamente a familiarizzarvi. Tenerla più vicina all’area originale potrà causare spaesamento nelle api che attenderanno il ritorno alla vecchia posizione.
Il periodo migliore in cui spostare un’arnia è l’inverno, poiché le api non sono impegnate a raccogliere il nettare. Ad ogni modo, se avete bisogno di muoverla in un altro periodo dell’anno, ecco qualche semplice regola che vi aiuterà nel lavoro:
  1. Aspettate l’ora del tramonto, quando le api sono tornate alla colonia
  2. Bloccate l’entrata
  3. Assicuratevi che il coperchio sia ben chiuso
  4. Muovete l’arnia fino al luogo prescelto
  5. Una volta nel nuovo posto, aspettate quindici minuti perché le api abbiano il tempo di sistemarsi, e a quel punto aprite l’entrata dell’arnia
  6. Mettete del grasso all’ingresso per rallentare l’uscita delle api. Questo le aiuterà a capire che qualcosa è cambiato. Il grasso appassirà col tempo e cadrà via da solo

Primavera

La primavera è la stagione in cui iniziare un’attività di apicoltura al fine ottenere ottimi risultati.
Marzo
Questo è un mese importantissimo per le api. Le giornate si allungano e la regina inizia a deporre più uova, mentre la colonia usa parte delle sue riserve di cibo per il nido. Accade spesso durante questo periodo dell’anno che molte api muoiano per inedia, perché il miele dell’autunno precedente si è esaurito.
Se il tempo è favorevole e bello, le api volano in cerca di cibo. Voi potrete così approfittare del momento ispezionando l’arnia senza disturbare troppo le api che stanno al suo interno. Se vi accorgete che le riserve di nettare sono scarse, potete inserire nell’arnia degli appositi nutritori. Potreste farvi un’idea dello stato della colonia anche guardando l’ingresso dell’arnia. Le api dovrebbero entrare e uscire con del polline per il nido.
Aprile
I fiori e il nettare iniziano a fare la loro comparsa. Il nido si espande, e giunge il momento di marchiare la regina. Se pensate di aspettare un altro periodo dell’anno, sappiate che sarà più difficile trovare la regina. Si consiglia anche di pulire l’arnia, rimpiazzando i telaini che non sono più in buone condizioni.
Maggio
Il nido, in questo mese, inizia ad espandersi rapidamente. A voi tocca ispezionare la colonia regolarmente e cercare di capire se è in procinto di sciamare. Potreste aver bisogno di aggiungere qualche melario e un escludi-regina.

Estate

In questo periodo dell’anno la colonia è in piena attività.
Giugno
L’arnia è tutta in fermento. Se siete riusciti ad evitare la sciamatura delle api, la colonia sarà al massimo della sua grandezza. Se decidete di raccogliere del miele, dovrete aggiungere dei melari extra ed estrarlo prima che sia fissato. State attenti a non levarne troppo dal nido, però. Pianificate invece di inserire una nuova regina? Questo è il momento adatto.
Luglio
Il numero delle api tende a diminuire, mentre la quantità di nettare e di polline sarà molto elevata. Aggiungete melari, se necessario, e ispezionate regolarmente l’arnia per evitare una sciamatura.
Agosto
Le api e il nettare diminuiscono sempre più rapidamente. Non dovete preoccuparvi della sciamatura, ad ogni modo, si consiglia di inserire degli anti-vespe all’interno dell’arnia per aiutare le api a difenderla.

Autunno

Le api iniziano a prepararsi per l’inverno, e voi dovrete assicurarvi che abbiano riserve a sufficienza e che l’arnia sia sicura.
Settembre
In questo periodo, le api operaie mandano via i fuchi dall’arnia. La regina smette di deporre uova e la popolazione inizia lentamente a ridursi. Si consiglia di rimuovere parte del miele, se ce n’è in eccesso, e di iniziare la nutrizione esterna se le api non hanno scorte di cibo sufficienti. Rimuovete inoltre i telaini non utilizzati.
Ottobre
Le api iniziano a prepararsi per l’inverno e non trascorrono molto tempo fuori dall’arnia. Assicuratevi di nutrirle perché abbiano abbastanza cibo. Se mettete da parte attrezzi e telaini, assicuratevi di proteggerli dall’attacco dei parassiti.
Novembre
Le api si raggruppano e lasciano l’arnia sempre più raramente. Non vanno più alimentate dall’esterno; basta solo rendere sicura l’arnia.

Inverno

L’inverno è la stagione più tranquilla per le api e per gli apicoltori. L’arnia non va ispezionata se non per controllare che sia al sicuro (se volete assicurarvi che le api siano ancora dentro, guardate attraverso il pavimento a rete).
Dicembre
Le api si raggruppano, dando origine a un aggregato dalla forma simile a quella di una palla da rugby. Qualche ape esce fuori occasionalmente per defecare e lasciare così l’arnia pulite. Non dovrete disturbarle.
Gennaio
Le api continuano a restare unite, mantenendosi al caldo il più possibile.
Febbraio
Le api sono ancora aggregate, ma la regina inizia a deporre le prime uova. Anche in questo mese non vanno disturbate; voi potrete però preparare l’attrezzatura in previsione della primavera.

Si consiglia di assicurarsi che la propria colonia sia in salute ogni volta che si ispezione un’arnia. Esistono diversi trattamenti per le malattie più comuni, ma se ritenete che il problema sia più grave, vi converrà richiedere una visita da parte dell’ispettore locale. Nella presente sezione troverete informazioni sui problemi di salute più comuni in cui vi possiate imbattere.

Ciò che infastidisce le api

Ci sono alcuni parassiti in grado di attaccare una colonia d’api. Questo accade soprattutto in inverno quando le api non controllano l’ingresso dell’arnia 24 ore al giorno.
Tarme della cera
Le tarme non attaccano direttamente le api, ma depositano le uova all’interno del favo. Il favo è ricco di proteine a causa dei bozzoli delle larve. Se non individuate per tempo, le larve della cera mangiano lentamente tutto il favo. Si possono sterminare le loro larve mettendo tutti i telaini affetti nel congelatore e tenendoli al suo interno per una notte intera.
Topi
L’alveare è sicuramente uno dei luoghi caldi e accoglienti al cui interno i topi ambiscono a rifugiarsi durante l’inverno. In estate l’arnia è brulicante di api, cosa che impedisce ai topi anche solo di avvicinarsi, ma in inverno il suo ingresso è quasi sempre aperto e libero. Se un topo riesce a entrare in arnia, le api non lo attaccheranno. L’unica cosa consigliabile, in questo caso, è evitare che i topi si avvicinano all’arnia e rendere il suo ingresso più piccolo possibile.
Picchi
I picchi non rappresentano un problema per le arnie in plastica morderne, ma quelle in legno sono suscettibili all’attacco da parte dei picchi, i quali creano un buco sul fianco dell’arnia e iniziano a mangiare il miele.
Vespe
In estate le vespe iniziano a ronzare intorno all’arnia, interessate al suo contenuto. Ne vedrete spesso una o due nei paraggi quando vi avvicinerete per l’ispezione. Le vespe vanno a caccia di una colonia debole, soprattutto quella priva di regina o la cui regina sta per decadere, e l’attaccano, rubando le larve e le riserve di cibo.
Una colonia forte e compatta è in grado di difendersi dalle vespe uccidendole, ma di sera, quando le vespe iniziano a volare e le api sospendono il loro turno di guardia, l’alveare rischia di essere facilmente attaccato. Per evitare ciò, vi consigliamo di disporre alcuni telaini contro l’ingresso dell’arnia, così la colonia si troverà sempre nei pressi dell’ingresso e sarà pronta a difendersi.
Potete anche montare una trappola per vespe, o una semplice bottiglia di plastica con dello zucchero  all’interno da inserire sottosopra. Per evitare che siano le api, però, a cadere in trappola, vi consigliamo di versarvi un po’ di aceto. Questo terrà lontane le api ma non le vespe. 

Varroa

La varroa è un acaro parassita che vive sulle api e, se non debitamente tenuto sotto controllo, può portare la colonia al collasso. L’acaro varroa è estremamente diffuso. La buona notizia è che esistono diversi trattamenti anti-varroa e, controllando costantemente l’arnia, individuerete l’infestazione facilmente e potrete ridurre il numero di acari al punto da non renderli più offensivi per la colonia.
Come individuare l’acaro varroa?
I non esperti tendono a pensare che l’acaro varroa sia difficile da riconoscere, ma se si conosce bene ciò che si sta cercando, è facile da individuare.
Come vivono gli acari?
Gli acari varroa vivono insieme alle api. Si riproducono all’interno delle celle del favo prima che esse vengano opercolate, e si annidano sotto le larve. Una volta che la cella è stata opercolata, gli acari vi depongono 5-6 uova. Gli acari femmina depongono solo un uovo maschio che si accoppierà con le altre femmine per la riproduzione. Il maschio muore quando la cella viene aperta e le femmine con cui non si è accoppiato restano sterili. Le uova degli acari hanno un periodo di incubazione più lungo di quello delle api.
Durante l’estate gli acari vivono per circa 2-3 mesi. Sopravvivono all’inverno vivendo sulle api adulte, ma non sono in grado di riprodursi perché le api non sono in attività. Iniziano a moltiplicarsi in primavera, quando la regina ricomincia a deporre le uova.
Quali conseguenze hanno gli acari sulle api?
Le api che sono all’interno delle celle insieme agli acari varroa sopravvivono ma non sono più in grado di svilupparsi normalmente. Rispetto alle altre api, appaiono più piccole, con le ali deformate e muoiono tendenzialmente presto.
Come trattare la varroa
La varroa è una malattia molto comune tra le api, ed esistono alcuni nuovi trattamenti in grado di sconfiggerla. Eccone una breve lista:
1- Acaricidi
Tre sono i principali trattamenti anti varroa, facili da applicare e in grado di uccidere il 95% degli acari. Essi sono: Apistan, Bayvarol e Apiguard. L’ Apistan e Bayvarol sono striscie di plastica che vanno appese fra i telaini del favo. Apiguard è un gel a rilascio lento che va messo in alto, sui telaini, e funziona per evaporazione e per contatto, e le api possono mangiarlo. Si consiglia di alternare i trattamenti, per ridurre la resistenza che gli acari sono in grado di sviluppare alle sostanze chimiche in essi contenute. Il momento migliore in cui iniziare il trattamento è prima che inizi l’inverno. Lo scopo del trattamento è di proteggere le api appena nate, e di farle sopravvivere all’inverno, perché si aggreghino a una nuova colonia con l’arrivo della primavera. Si consiglia anche di trattare l’arnia in primavera, soprattutto se ci si accorge che alcuni acari sono sopravvissuti alla stagione precedente. Gli acari si moltiplicano in fretta, e l’arnia rischia di essere nuovamente infestata.
1- Rimozione della covata da fuco
Gli acari preferiscono deporre le proprie uova nelle celle dei fuchi. Un ottimo modo di tenerne sotto controllo il numero è di inserire un telaino da nido nell’arnia rivestimento alla base. In questo modo, le api costruiranno le celle per i fuchi al di sotto di esso, e una volta opercolate, potrete tagliarle via ed eliminare gli acari. Potete eseguire questa operazione da Aprile a Luglio, quando le api sono impegnate nella costruzione delle celle.
3-Apertura del pavimento a rete
Alcuni acari cadono naturalmente dalle api e dal favo. Se l’arnia ha un pavimento solido, esse cadono ma possono risalire sulle api. Oggi viene usato un pavimento a rete che lascia gli acari cadere via dall’alveare e non permette loro di risalirvi.
Per maggiori dettagli sulla varroa e sui trattamenti anti-varroa affidatevi alle associazioni apicoltori locali.

Peste

La peste è una malattia molto pericolosa per le api. Si tratta di un’infezione batterica che coinvolge larve e pupe. Altamente contagiosa, va individuata per tempo, poiché in grado di uccidere in fretta un’intera colonia.
Imparate a riconoscerne i sintomi per poter agire velocemente. Se sospettate che le vostre api possano avere una delle due forme di peste, potete contattare le associazioni o gli enti apicoltori della vostra zona e chiedere un’ispezione. Fatelo in fretta per evitare che la malattia si diffonda fra la altre arnie (sia vostre che non). Esistono due tipi di peste:
Peste americana (AFB)
Si tratta della forma più pericolosa di peste, ma al tempo stesso più diffusa. Diversamente da ciò che il nome suggerisce, non è solo un problema che interessa l’America, ma anche le nazioni europee. Si tratta di un’infezione batterica che infesta le larve. Si sviluppa all’interno del loro intestino e le porta alla morte una volta che il favo viene disopercolato. Sfortunatamente non c’è modo di curare la colonia affetta e l’unica soluzione è quella di distruggerla. I sintomi sono:
  • Il coperchio delle celle appare incavato, umido e scuro
  • Si sente un odore sgradevole di marcio
  • Se si fa pressione con un bastoncino all’interno della cella infestata, ne viene fuori un contenuto mucoso-filamentoso
Peste europea (EFB)
Questa malattia è leggermente meno pericolosa della peste americana, ma è meno diffusa. Si tratta, anche qui, di un’infezione batterica, ma le larve vengono uccise prima che la cella sia disapercolata. Esistono trattamenti anti peste, ma perché abbiano un buon esito la malattia va scoperta in tempo. I sintomi sono:
  • Le larve diventano giallognole o marroni e si avvolgono a spirale
Se non siete sicuri che le vostre api abbiano contratto una di queste malattie, rivolgetevi a un centro specializzato nella vostra zona. Per maggiori informazioni visitate il sito della Federazione Apicoltori italiani.

Telaini e cera
Potete sterilizzare la cera ma utilizzando i raggi gamma da un radioisotopo al cobalto. Ma poiché avere una simile macchina a disposizione non è cosa da tutti, si consiglia di estrarre i vecchi telaini e bruciarli.

FAI - Federazione Apicoltori Italiani


La FAI, Federazione Apicoltori Italiani, è presente su tutto il territorio ed è l’organizzazione più autorevole nel settore apistico del paese. Potreste adesso domandarvi in che cosa potrebbe esservi utile. Beh, raccoglie ovviamente gli esperti nel settore ed è in grado di aiutare gli apicoltori, nuovi e non, per mezzo di informazioni dettagliate, corsi di aggiornamento, pubblicazioni. Possono anche esservi di supporto nel momento in cui abbiate bisogno di un ispettore che controlli la vostra arnia. 
Ispettori
Si tratta di figure professionali in grado di aiutarvi nella gestione delle arnie e di ispezionarle dandovi consigli e aiutandovi soprattutto in caso di malattie delle api.

Qual è il processo che porta le api a fare il miele?

Le api producono il miele dal nettare. Durante la primavera e l’estate, la colonia invia migliaia di api raccoglitrici in giro per i campi al fine di fare scorta del nettare prodotto da fiori e piante. Solo un albero di ciliegio, ad esempio, è in grado di produrre 2kg di nettare al giorno.
Le migliori raccoglitrici di miele
Le api mellifere sono impareggiabili nell’arte di raccogliere il nettare, tanto da fare invidia a tutti gli altri insetti. Ma poiché non ci sono abbastanza api per raccogliere tutto il nettare disponibile, migliaia di tonnellate vengono sprecate ogni giorno.
La quantità di nettare che le api possono raccogliere è influenzata dalle condizioni atmosferiche. Se l’estate è troppo umida, il nettare prodotto dalle piante risulta diluito e quindi di scarsa qualità. Se invece fa molto caldo le piante smettono di produrne.
La qualità del nettare
La qualità del nettare dipende dalla quantità di acqua al suo interno. Le api cercano di produrre nettare la cui percentuale di acqua è più bassa della percentuale di zucchero. Durante la bella stagione, le api iniziano a raccogliere il nettare, ma se tornano all’alveare con un bottino non degno, vengono rimandate indietro per cercare di meglio.
Le api raccoglitrici passano il nettare alle altre api all’ingresso dell’arnia. Quest’ultime hanno il compito di conservarlo all’interno delle celle. Per prima cosa, si assicurano che ci siano abbastanza riserve di miele nel favo, ma se il miele è in eccesso cercano uno spazio extra per depositarlo.

Quante api servono per produrre un barattolo di miele?


Vi siete mai chiesti come può un insetto così piccolo produrre tanto miele? Non è certo una sola ape a fare tutto il lavoro, ma centinaia e migliaia di api insieme: un grande esempio di coordinazione e impegno di squadra. Un po’ come in una società piramidale.
Un barattolo di miele pesa 454 grammi e un’ape può trasportare circa 0.04 grammi di nettare. Ma il nettare è composto dal 40% di zucchero, mentre il miele ha bisogno dell’80% di zucchero per essere definito tale, per cui le api trasportano circa 0.02 grammi di miele a viaggio.
Quante api servono per riempire un barattolo di miele? La risposta è 454/0.02 grammi, il che è =
22,700 api richieste per un singolo barattolo di miele
Un numero così suona impressionante, e pensate che una singola colonia di api non produce un solo barattolo di miele. In un anno, la regina da’ vita a circa 100,000-20,000 api che passeranno fra i 10 e i 20 giorni a raccogliere nettare.
Se molto attiva, una singola colonia è in grado - teoricamente - di produrre circa 800kg di miele, quasi una tonnellata!
L’alveare non immagazzina tutto il miele che noi raccoglieremo, ma lo usa continuamente come “combustibile”, soprattutto per tenere il nido al caldo. Per cui, a seconda dei periodi, potrebbero esserci solo 10-20kg di miele nell’arnia.

Un po’ per le api, un po’ per me

Quanto miele siete in grado di raccogliere dalla vostra arnia? La prima cosa da considerare è che l’apicoltore non è un orso affamato e non può raccogliere tutto il miele della propria arnia. Bisogna lasciarne abbastanza alle api perché ne abbiano durante l’inverno quando devono riscaldare il nido. Se l’annata è stata buona, potreste raccogliere circa 30-50kg di miele senza toccare le riserve delle api, diversamente, se il clima è stato ostile e il tempo brutto, dovreste alimentare dall’esterno le api e non raccogliere neanche un kg. di miele per voi.
Le api smettono di muoversi al di sotto degli 8 gradi C; è dunque vitale, per loro, tenere l’arnia sufficientemente al caldo. Le api formano il glomere mantenendo una temperatura di circa 20 gradi. Il calore viene prodotto dalla vibrazione dei loro muscoli, nello specifico dei muscoli delle loro ali, in grado di muoversi molto velocemente. Potreste pensare che sventolare tante ali contemporaneamente potrebbe dare origine ad un venticello frizzante più che a una ventata d’aria calda, ma le api hanno un trucco anche per questo! Sono cioè in grado di spostare le proprie ali in modo tale da farle vibrare e non battere. Fantastico!
L’arnia è perfettamente isolata, quindi la perdita di calore è ridotta al minimo. Più calore sono in grado di produrre, più probabile sarà che resistano all’inverno e tornino pienamente attive la primavera seguente.
Le api hanno bisogno di 20kg di miele per sentirsi sicure nell’affrontare un nuovo inverno. Se le api ne hanno immagazzinato 30kg, voi potrete rimuoverne 10kg senza alcuna conseguenza. Diversamente, se avete bisogno di raccoglierne 15kg, perché ad esempio lo avete promesso a qualche cliente o amico, sappiate che dovrete nutrire le api per coprire quei 5kg di deficit. 
Nutritele con uno sciroppo; le api lo immagazzineranno nelle celle così come fanno con il miele.
Il periodo migliore per far ciò è Settembre; basta versare il liquido sopra la griglia dell’escludi regina senza l’escludi regina. Le api si muoveranno rapidamente per raccogliere la sostanza zuccherina e metterla nelle celle del favo.
Maggiori informazioni sulla nutrizione delle api le troverete nella sezione generale sull’apicoltura.

Sapete che cos’è un’antere o un glomere?


Il vocabolario apifero è ricco di termini che probabilmente non avete mai sentito pronunciare. Eccone un breve sommario:
Feromone d’allarme - Serve a mettere in allerta le api in caso di minaccia. Viene prodotto dalle api operaie.
Addome - La terza sezione del corpo di un’ape. Contiene lo stomaco, la sacca per il miele, l’intestino, il pungiglione e gli organi riproduttivi.
Acarapis woodi - Si tratta di un acaro endoparassita (diverso dalla varroa). Vive nella trachea delle api e affligge il loro apparato respiratorio.
Aldeide - Composto organico che contribuisce a dare sapore al miele. Se riscaldate il miele, questo sarà rilasciato e ne farà diminuire l’aroma.
Amminoacidi - Wikipedia!
Antera - Parte terminale degli stami di una pianta che contiene polline.
Paenibacillus larvae - Il batterio che causa la peste americana.
Pane delle api - Una mistura di polline, lievito e miele, che una volta mescolato e fermentato da’ vita a un delizioso cibo per api. Viene immagazzinato nel favo e usato per alimentare le larve.
Soffiatore - Viene utilizzato per allontanare le api dai melari.
Spazzola per api - Si tratta di una soffice spazzola usata per rimuovere le api dal favo. Può essere artificiale, altrimenti esiste una versione con piume d’oca. Se siete in fase di raccolto, vi conviene utilizzare un escludi regina piuttosto che una spazzola.
Uscita per ape - Una valvola o foro attraverso cui le api possano muoversi.
Spazio d’ape- Uno spazio largo 6-8cm che permette alle api di muoversi senza costruire nulla lungo il passaggio. Gli spazi più piccoli di questo saranno riempiti di propoli, quelli più grandi di favi.
Velo per api - Capo d’abbigliamento protettivo con rete in metallo che evita il contatto di testa e collo dell’apicoltore con le api.
Cera d’api - La cera è secreta da un particolare tipo di ghiandole che si trovano nella parte inferiore del corpo delle api.
Miscela - Proprio come un buon whiskey, mescolare diverse varietà di miele può, a volte, essere meglio della somma delle parti, poiché sapore e odore migliorano.
Nido - L’area del favo in cui le api crescono all’interno delle celle (uova e larve).
Camera di covata - La parte dell’arnia dove è localizzato il nido. Generalmente si trova alla fine dell’arnia (soprattutto di quelle moderne).
Feromone della covata -  Un feromone prodotto dal favo che comunica alle operaie la necessità di nuovo cibo.
Ape Buckfast - Un ibrido sviluppato dal monaco “Padre Adam” a Buckfast Abbey in Inghilterra. La razza è molto docile, resistente alle malattie e facile da allevare.
Favo irregolare - Il favo che cresce al di fuori del telaino, unendosi al corpo dell’arnia.
Favo opercolato -  Perché le larve possano sviluppate, le celle vengono opercolate con della cera.
Caste - Il termine usato per descrivere i tre tipi di api adulte che vivono in una colonia: i fuchi, le operaie e la regina.
Cella - Il compartimento esagonale di cera localizzato nel favo. Le api usano le celle per immagazzinare miele, polline e per far crescere le proprie larve.
Covata calcificata - Un fungo che affligge le larve. Se non trattato in tempo, trasforma le larve in “mummie” calcificate.
Covata raffreddata - Se il favo diventa troppo freddo, le api possono morire.
Glomere - Un ammasso di api che si accalcano insieme. Si vede comunemente in inverno quando le api cercano di tenersi al caldo, o in uno sciame attaccato a un albero.
Colonia - Un gruppo di api che include la regina, le operaie e i fuchi.
Favo- Un insieme di celle.
Cristallizzazione - Il processo naturale che si verifica quando il miele si trasforma da sostanza liquida a sostanza solida. Lo si può liquefare di nuovo scaldandolo.
Costruzione del favo - Il processo che porta le api a edificare il proprio favo.
Smarrimento - A volte le api perdono l’orientamento ed entrano in un’altra arnia. Questo potrebbe accadere se l’apicoltore possedesse due arnie e le avesse disposte una accanto all’altra, e sarebbe molto più probabile nei giorni di vento.
Fuco - Il maschio dell’ape. Il suo compito principale è quello di fertilizzare la regina una volta durante la sua vita.
Smelatore - Uno strumento che serve a rimuovere il miele dal favo.
Percorso di volo - Un’area o una direzione che l’ape prende quando lascia l’alveare. Conviene mantenere quest’area libera da qualunque cosa possa essere un ostacolo per loro.
Peste -  Una malattia batterica che affligge le api portando alla morte del favo.
Foglio cereo - Un sottile foglio di cera su cui le api costruiscono il favo.
Telaino - Si tratta di un rettangolo di plastica o di legno a cui è attaccato il foglio cereo su cui le api costruiscono il favo. Può essere spostato ed è stato inventato da Langstroth nel 1852. 
Filo metallico per telaini - Il metallo è usato per rinforzare i telaini e tenere i fogli cerei più saldi.
Ape guardiana - Le operaie che stanno a guardia dell’alveare perché non sia attaccato dai predatori (incluse api di altre colonie e vespe).
Arnia - La casa delle api.
Leva stacca favi - Uno strumento utile per aprire e pulire l’arnia.
Flusso del miele - Un termine usato per descrivere la raccolta del nettare da parte delle api.
Borsa melaria - La parte dello stomaco usata dalle api per trasportare il nettare, il miele e l’acqua.
Miele in favo a pezzi - ll favo che è stato riempito di delizioso miele.
Larve - Lo stadio che porta alla trasformazione di un uovo in un’ape.
Regina marchiata - L’ape regina viene marchiata con un pennarello colorato specifico per renderla più riconoscibile quando si ispeziona l’arnia.
Idromele - Un delizioso vino fatto con il miele. Si consiglia - se siete abbastanza pazienti - di lasciarlo maturare per almeno 10 anni.
Nettare - Il liquido zuccherino secreto dalle piante. Il nome del deriva dal latino nectar che significa “bevanda degli dei”. Le api lo raccolgono e lo trasformano in miele.
Nucleo - Si tratta di una piccola colonia da cui si origina una colonia intera (occupando tipicamente 4-5 telaini del nido).
Nutrice - L’ape operaia che ha il compito di nutrire le larve.
Arnia da osservazione - Una piccola arnia generalmente fatta di vetro che consente di osservare la colonia.
Feromone - Un segnale chimico che stimola una risposta nelle api. Ad esempio, se la colonia è stata attaccata, queste rilasciano un feromone di allarme che mette in guardia le compagne del pericolo. L’affumicatoio interrompe questo segnale, ecco perché le api si calmano.
Il canto della regina - Si tratta del suono emesso dalla regina quando risale dalla sua cella.
Polline - Una polvere sottile prodotta dal maschio della pianta. Serve a fertilizzare altre piante ed è una fonte di proteine per le api.
Trappola da polline - Uno strumento che si piazza all’ingresso dell’arnia e fa cadere il polline dalle zampe delle api che entrano.
Propoli - Una sostanza resinosa che le api raccolgono dagli alberi e dalle piante. Viene usata da questi insetti per sigillare i fori e le crespe dell’arnia.
Pupa - Lo stadio finale di un’ape all’interno della cella.
Regina - L’ape più importante dell’alveare. Normalmente, c’è solo una regina per arnia. Diversamente dall’operaia, ha delle ovaie sviluppate e può deporre le uova da cui nasceranno altre regine, operaie e fuchi.
Cella della regina - Una piccola cella realizzata appositamente per far crescere e sviluppare l’ape regina. Solitamente è disposta in verticale e misura 2 centimetri.
Escludi regina - Uno strumento in plastica o metallo largo abbastanza perché le api operaie vi risalgano attraverso, ma non la regina. Viene usato per impedire a quest’ultima di entrare nel favo pieno di miele e deporvi le uova.
Alveare con regina - Una colonia con regina.
Sostituzione dell’ape regina - Quando una nuova regina è introdotta nell’alveare al posto di quella già esistente.
Saccheggio - Quando il miele viene rubato alla colonia dal altre api o insetti.
Pappa reale - Il cibo prodotto dalle giovani operaie per nutrire le larve della colonia (la regina è nutrita con sola pappa reale, diversamente dalle altre).
Covata sacciforme - Una malattia virale che affligge le larve.
Ape scout - L’operaia che va alla ricerca di polline, nettare e acqua per la colonia.
Alveare di paglia - Un alveare tradizionale fatto di paglia.
Affumicatore - Uno strumento fatto di materiali diversi con cui produrre fumo per calmare le api da ispezionare.
Eccesso di miele - Se una colonia ha prodotto molto miele allora l’apicoltore può raccoglierne un po’ per sé.
Sciame - Un gruppo di api che si muove in cerca di un nuovo alveare.
Glomere invernale - Un glomere di api che si tengono al caldo d’inverno.
Operaia - L’ape femmina che non può deporre le uova. Quasi tutte le api nell’arnia sono operaie. Vengono così chiamate perché lavorano costantemente a tenere l’alveare pulito, a nutrire le larve e raccogliere polline e nettare.