domenica 3 febbraio 2019

APICOLTURA D'INVERNO


LA DIFFICILE VITA DI API E APICOLTORI





L’apicoltore d’inverno può svolgere tutte le attività che vuole a condizione che non apra le arnie. Al settentrione con le prime giornate di freddo le api si raggruppano in un grappolo, e con i loro movimenti muscolari garantiscono una temperatura minima di 22°C all’interno del grappolo.




Questo processo inizia quando la temperatura esterna scende sotto gli 8°C, a questo punto non si vedranno più api sul predellino di volo, poiché saranno impegnate a chiudere tutti gli spifferi all’interno dell’arnia con la propoli al fine di proteggersi dal gelo invernale.




Quando invece la temperatura scende sotto i 5°C la famiglia di api si unisce formando una specie di palla all’interno dell’arnia, detta unione in glomere. Tramite la testa si racchiudono l’una vicina all’altra formando il glomere.


Nella parte esterna del glomere, le api che hanno il compito di riscaldare si uniscono più strette rispetto alle loro compagne all’interno, fino a quando la temperatura interna raggiunge i 20-22°C. Ad ogni mondo anche la temperatura delle api esterne non può scendere sotto i 7-8°C, altrimenti morirebbero. Per evitare che questo accada, le api “riscaldatrici” si riscaldano muovendosi e scambiandosi di posto dall'esterno all'interno, quindi non tanto diversamente da noi, creando una paratia protettiva verso l’interno del glomere.

Le api aprono bene le loro ali affinché non si ritirino. La muscolatura delle ali viene mossa da vibrazioni muscolari che di conseguenza producono calore. Questa produzione di calore e un glomere ben isolato permettono alle api di sopravvivere fino a temperature esterne di -40°C.


Sul fondo dell’arnia per contro ritroviamo opercoli di cera delle celle, cristalli di zucchero e qualche ape morta. Le api che vanno verso la morte lasciano l’arnia quando la temperatura esterna è superiore a 0°C e non ci ritornano più.
Un effetto negativo è l’escursione di temperatura diurna/notturna. Se l’escursione è alta le api devono continuamente aprire e di notte riformare il glomere, questa operazione comporta molto stress.

D’inverno l’apicoltore si limita a fare dei controlli settimanali per verificare che l’entrata dell’arnia non sia coperta da neve o ci siano animali esterni perturbatori, e verifica che ci siano riserve a sufficienza, specialmente in un periodo come quello attuale con temperature relativamente miti. Comunque è sempre bene non aprire le arnie se non in caso di necessità estreme. Per il resto in pratica si tratta unicamente di controlli visivi esterni.