martedì 24 maggio 2016

MULINI A VENTO................................



 MONSANTO-BAYER


Avrete letto in questi giorni che Bayer lancia la scalata a Monsanto. Dopo giorni di mezze frasi, è arrivata la conferma, il gruppo chimico-farmaceutico tedesco ha annunciato di aver presentato un'offerta da 55 miliardi di euro (62 miliardi di dollari, 122 dollari ad azione) per ottenere il controllo della multinazionale statunitense di biotecnologia Monsanto: si tratta della più grande offerta mai lanciata da un gruppo tedesco per una società estera.
Se l'acquisto andasse a buon fine, potrebbero fare tutto in famiglia con ricavi inimmaginabili dai semi OGM ormai primato mondiale, ai pesticidi per la stessa agricoltura.
Nel 2015, Bayer - che impiega 117mila persone - ha realizzato un fatturato di oltre 46 miliardi di euro.
Monsanto,

(Monopolio del mercato dei semi;
produzione di armi di distruzione di massa;
avvelenamento di terre, persone e animali;
esproprio delle terre dei piccoli produttori;
furto, appropriazione, manipolazione delle risorse naturali del pianeta;
distribuzione di pubblicità ingannevole. )
invece, ha realizzato un fatturato superiore ai 15 miliardi di dollari con un utile netto di 2,3 miliardi. Il consolidamento nel settore agrochimico è in atto da tempo, anche come risposta ai bassi prezzi delle materie prime e all'alto livello delle scorte. Altre pentole sono in ebollizione si possono ascoltare dal borbottio continuo, l'azienda statale cinese Chemchina ha fatto spese in Svizzera a spese della Syngenta, mentre la Dupont e la Dow chemical si sono fuse. L'allarme è doveroso in quanto siamo consapevoli che questi matrimoni non promettono niente di buono per le popolazioni......

Come dire che l'azienda prima ci avvelena con i suoi diserbanti, e poi con la sua stessa azienda farmaceutica ci cura..............attenzione non del tutto altrimenti una popolazione sana non fa reddito.
La nostra è una battaglia contro i mulini a vento ma non arrendiamoci.












mercoledì 18 maggio 2016

L'ASSEDIO DEVE TERMINARE..........


SIAMO IN GUERRA, non parlo di guerra convenzionale anche se, in molte parti del mondo ci sono guerre della “imbecillità umana”.

La mia riflessione è sulla guerra totale che stanno combattendo contro, aria, acqua, cibo; non sparano contro uno pseudo nemico ma ahimè, contro l'umanità, contro i propri famigliari, contro i propri figli, i propri nipoti, guerra totale contro ogni essere vivente.
Questa accozzaglia di feccia umana deve essere fermata.

ARIA
(Le soglie di concentrazione in aria delle polveri fini PM10 sono stabilite dal D.Lgs. 155/2010 e calcolate su base temporale giornaliera ed annuale. È stato registrato il numero di superamenti, dal 2002 al 2014, presso le stazioni di monitoraggio della qualità dell’aria della rete regionale ARPAV, di due soglie di legge: Valore Limite (VL) annuale per la protezione della salute umana di 40 μg/m3; Valore Limite (VL) giornaliero per la protezione della salute umana di 50 μg/m3 da non superare più di 35 volte/anno).
Niente paura aumentiamo il limite massimo di pericolosità, allarme cessato, se non se ne parla, il pericolo non esiste più.
ACQUA
Di deroga in deroga per una decina d'anni (2004 2013 circa), a seguito del recepimento della dir 98/83/CE. L'Italia tra tutti gli stati membri, nel 2004/2005 ha emanato il maggior numero di deroghe, riguardo ai parametri di natura geologica. La prima deroga era attinente ai 10 parametri di rischio che erano soggette 12 regioni. Gli anni 2003/2009 con i diversi investimenti negli acquedotti, sono diminuite le deroghe. Nel 2010 si riaffaccia la deroga riguardante, Arsenico, Boro, Fluoro in 5 regioni. Lombardia, Toscana, Lazio,Campania, Umbria, oltre alle due province di Trento e Bolzano.
Valore oltre il limite e pericoloso per la salute, nel 2013 il limite di sostanze nocive è stato aumentato a 10 microgrammi per litro. Se si aumenta la soglia di pericolosità la salute ne giova.
Doveva essere una deroga transitoria e come sempre in Italia, è diventata una regola fissa e gli interventi necessari sugli acquedotti sono stati disattesi, ormai l'acqua era potabile.

PRODUZIONE AGRICOLA
Cocktail di sostanze attive si trovano anche in Liguria in produzioni tipiche quali un campione di basilico di produzione locale ligure con sette residui (Dimetomorf, Fluopicolide, Piraclostrobin, Spinosad, Imidacloprid, Spinosin D, Spinosin A), mentre un campione di mele di provenienza extraregionale risulta regolare ma con sei diversi residui chimici, tra cui il Boscalid e il Chlorpyrifos. Le irregolarità, invece, sono dovute al superamento dei limiti massimi di residuo (LMR) stabiliti per legge o all’impiego di prodotti fitosanitari non autorizzati sulla specifica coltura. E’ il caso dell’Emilia Romagna che ha rilevato 11 sforamenti, di cui 5 riscontrati in campioni di pere, clementine e uva da vino trattate con sostanze attive non più autorizzate in Italia per queste colture; mentre le restanti irregolarità riguardano il superamento dell’LMR stabilito per Dimetoato e Chlorpyrifos Etile rispettivamente su finocchi, fagiolini, funghi e sulle bietole.
Tredici irregolarità, ma su un numero di campionature molto elevate, sono state registrate dal laboratorio pugliese, su campioni di clementine, carciofi, rape, pomodori, pesche, bietole, lattuga, uva, pesto e su campioni di melagrana e ciliegie provenienti dalla Turchia, in tutti i casi per superamento dei limiti massimi consentiti per legge. I laboratori pubblici mostrano un’ampia variabilità per numero di campioni analizzati da regione a regione, in linea non solo con le prescrizioni del DM del 23 dicembre 1992, relativo ai limiti massimi di residui di sostanze attive tollerate su ed in prodotti alimentari, ma anche con le specifiche disposizioni regionali, che possono richiedere controlli più puntuali alla luce delle criticità del proprio territorio. Allo stesso modo, i risultati analitici elaborati rappresentano un quadro variegato su scala nazionale ma sufficientemente chiaro per riconoscere nel multiresiduo, un fenomeno su cui investire più attenzione per le possibili ripercussioni sulla salute dei consumatori. Ancora oggi, la presenza concomitante di più residui chimici nei nostri alimenti è argomento a cui il Controllo ufficiale sui residui di prodotti fitosanitari negli alimenti, pubblicato annualmente dal Ministero della Salute, dedica sempre meno attenzione.

OGM

I punti più discussi del dibattito sugli Ogm riguardano i rischi per l’ambiente e per la salute umana, la possibilità di coesistenza fra colture Ogm e convenzionali, l’impatto socioeconomico della loro introduzione nei Paesi in via di sviluppo. Il mondo della scienza e della ricerca è ben lontano da un verdetto unanime. Legambiente in difesa del principio di precauzione e della volontà dei cittadini italiani che hanno già da tempo chiaramente espresso contrarietà all’introduzione di coltivazioni OGM sul territorio nazionale, si batte contro la coltivazione di organismi geneticamente modificati, per un agricoltura sostenibile e di qualità. L'Italia vuole dirigersi verso il tutto biologico.

TTIP
La presa in giro

Il negoziato del TTIP in materia di prodotti agricoli si traduce in una lieve riduzione dei dazi per consentire un qualche aumento nelle esportazioni di alcuni prodotti "Made in Italy", ricercati negli Stati Uniti per la loro tipicità, in cambio dell'adozione di pratiche agricole che avrebbero, rapidamente, la conseguenza di far venir meno la tipicità, ovvero la tracciabilità del prodotto di alta qualità. A questo suggerimento masochista i produttori italiani hanno da tempo detto no.

DISERBANTI

Il glifosato è il diserbante che va a braccetto con le colture geneticamente modificate (OGM), soia in primis, il cui DNA è stato modificato da Monsanto per resistere allo stesso diserbante. In Italia negli ultimi anni l'ISPRA ha raccolto campioni di oltre 175 pesticidi nelle acque, superficiali e sotterranee. Tra le sostanze che maggiormente hanno superato i limiti di legge ci sono il glifosato e l'AMPA (un metabolita del glifosato stesso), nonostante il glifosato nella gran parte delle regioni non rientri neppure fra le sostanze monitorate (come ricorda la stessa Ispra: "È utile ribadire la necessità di inserire nei protocolli regionali alcune sostanze che, ove ricercate, sono responsabili del maggior numero di casi di non conformità, quali il glifosato e l'AMPA.").
Il glifosato, oltre che in agricoltura, è ampiamente impiegato per la pulizia dei margini stradali, delle massicciate ferroviarie e dei binari, e anche in prodotti da giardinaggio e per l'hobbistica. Ciò comporta che agricoltori, semplici passanti e altri operatori possono essere esposti a queste sostanza durante le applicazioni, anche in aree pubbliche, come scuole e giardini, frequentate da bambini, ed alla moria sempre più diffusa delle api. Le preoccupazioni e le denunce della società civile sul negoziato TTIP, sono anche un colpo ferale alla retorica della Commissione Europea sulla presunta difesa delle prerogative e degli standard dell'Unione davanti a un rischio di deregolamentazione pesante. Il rischio? È che ogni normativa più rigida di quelle previste dal Codex (codice alimentare) possa essere considerata come distorsiva del mercato e per questo punibile secondo i meccanismi del trattato. Abbiamo avuto già alcuni precedenti per questioni simili: l'Unione Europea dalla fine degli anni novanta dovette subire ritorsioni commerciali per centinaia di milioni di dollari dagli Stati Uniti, a causa della scelta di non importare carne agli ormoni USA. Scelta considerata distorsiva del mercato (in quel caso dal tribunale dell'Organizzazione Mondiale del Commercio, che si è riferita alle indicazioni del Codex che non considerano la carne agli ormoni così dannosa per i consumatori), una fattispecie di reato che non esiste nel codice penale e civile, ma che diventa coercitiva e quindi causa di sanzioni se inserita in un accordo commerciale.

C'è il rischio che verremo invasi dalla carne alla chimica? Sicuramente esiste il rischio e aggiungerei la certezza che verremo sanzionati con ritorsioni proprio perché rifiuteremo quell'invasione. Del resto, anche per l'ambito Organismi geneticamente modificati lo scenario è simile: sarà un organismo tecnico a verificare la coerenza delle normative sul tema, esautorando almeno in parte le prerogative delle istituzioni “democraticamente elette”.
Perchè è questo, alla fine, uno degli obiettivi del TTIP. Mettere in piedi un sistema di cooperazione regolatoria capace di coinvolgere solamente strutture tecniche (le agenzie federali USA) o non elette (la Commissione Europea) nell'armonizzazione delle normative e degli standard, riducendo il più possibile la possibilità di parlamenti e dei singoli cittadini di esercitare un controllo.
Con questi governi di cartone il brodo è tratto. È il ritorno della Lex Mercatoria a discapito della democrazia. È uno dei principali motivi per cui, il 7 maggio, le persone preoccupate sono scese in piazza a Roma.
LA PRESENZA
Latte materno
Acque superficiali e profonde (80%)
Pioggia
14 su 20 prodotti da forno
Metà cittadini europei lo hanno nell’urina
Ne è permesso l’uso di 4 litri/ettaro nei frutteti
Treviso 55000 litri, Verona 200.000 litri (ipotesi)
Italia 1500 ton/anno


L'ALIBI
"L'acceso dibattito nel corso cosiddetta Frankenfoods non riguarda solo i pro ed i contro di manipolare geneticamente le colture per migliorare il loro valore nutrizionale e la resistenza alle malattie, ma riguarda anche la sensibilità intellettuale. Per anni, gli attivisti che si oppongono alla nuova scienza sono stati tacciati di diffusione infondata e storie di orrore imprecise, minacciando di far fallire il progresso vitale necessario per nutrire il mondo.
E' un cammino lungo e difficile per la nuova biotecnologia agraria e il dibattito politico che lo circonda.

mercoledì 11 maggio 2016

PARLIAMO DI BIODISTRETTO

LA SALUTE CERCA BIO




Un Bio-distretto è un’agglomerazione di: agricoltori, cittadini, operatori turistici, associazioni e pubbliche amministrazioni le quali stringono un accordo per la gestione sostenibile delle risorse locali, partendo dal modello biologico di produzione e consumo (filiera corta, gruppi di acquisto, mense pubbliche bio). Nel Bio-distretto, la promozione dei prodotti biologici si coniuga indissolubilmente con la promozione del territorio e delle sue peculiarità, per raggiungere un pieno sviluppo delle potenzialità economiche, sociali e culturali.
In Toscana abbiamo avuto un esempio Biodistretto Greve in Chianti, del Chianti storico e di San Gimignano, ma ancora deve estendersi ad altre località simili, da ricordare in altra data avevo sottolineato l'esperienza del Mercatale di Montevarchi che ha le stesse caratteristiche , anche se sono sul nastro di partenza le province di Lucca e Pistoia, ormai i produttori sono consapevoli che i cittadini vogliono sulle loro tavole prodotti sani e di filiera corta, e con prodotti di stagionalità.
Ricordiamo che il primo Bio-distretto è stato attivato in Italia nel 2009 nel Parco nazionale del Cilento, Vallo di Diano ed Alburni (SA). Dopo poco più di 3 anni, il Biodistretto ha coinvolto 32 Comuni della zona, circa 400 aziende, 20 ristoranti e 10 stabilimenti turistici che utilizzano i prodotti biologici del territorio ed i numeri sono destinati ad aumentare con il trascorrere degli anni.
Con l'Associazione italiana per l'agricoltura biologica, che è stata la promotrice di questa pratica biologica su larga scala; si adopera su tutto il territorio nazionale, perchè la pratica di coltura sia estesa il più possibile.
Sono stati attivati diversi biodistretti in Italia ed altri sono in procinto di essere aggiunti.
I Biodistretti attivi sono pochi ma ormai presenti in tutta la penisola, quali:
Biodistretto Grecanico nella Regione Calabria, Biodistretto della via Amerina e delle Forre nella Regione Lazio, Biodistretto della Val di Gresta in Trentino Alto Adige, Biodistretto della Val di Vara in Liguria, Biodistretto della Val Valdesi in Piemonte, Biodistretto il Piceno nelle Marche, il Biodistretto della Valle Camonica in Lombardia.
Finirà l'egemonia delle grandi distribuzioni? Qualche supermercato ha già di fatto disposto un angolo ridotto, con prodotti bio. Certo i consumatori si fiderebbero di più se in una rivendita ci fossero solo prodotti biologici.
I consumi sono di fatto garantiti oltre che dai consumatori attenti e salutisti, da alberghi, ristoranti, alle mense scolastiche, alle mense pubbliche, negli ospedali e nelle strutture di accoglienza per anziani. La bilancia dei pagamenti ne risentirebbe in positivo e le importazioni, avrebbero un crollo paradossale. L'impiego nell'agricoltura avrebbe un'impennata storica e..........vissero felici e contenti? Troppa faciloneria guasta il mercato. Avremo bisogno di controlli e controllori ineccepibili, di sanzioni esemplari, per il solo fatto che i consumatori di prodotti bio, vogliono e pretendono la sicurezza di avere in tavola solo prodotti sani.
 Bio sulle nostre tavole attenzione, solo su prodotti di stagione.