INEFFICIENZA
DI UN VACCINO
di
Maurizio Troccoli
Virus
mutevole
Recenti scoperte sostengono che siamo di fronte a un virus fortemente
mutevole, che compie piccole correzioni, ma in vasta scala e che
quindi, potrebbe mutare fino al punto da rendere inefficace il
vaccino oltre che non proteggere coloro che si sono immunizzati. Sono
stati da poco resi noti studi che dimostrano come il ceppo cinese e
quello europeo-americano siano ben distinguibili tra loro e questo
emergerebbe dall’analisi dei loro genomi. In Europa e negli Usa –
spiega un articolo di Repubblica a firma di Elena Dusi -, in
particolare, leggendo l’Rna lettera per lettera, i ricercatori
hanno scoperto delle mutazioni che lo renderebbero più mutevole e
potenzialmente contagioso.
La
scoperta «Analizzando 220 genomi del virus – è scritto
-, fra le migliaia sequenziate e pubblicate online dagli scienziati
di tutto il mondo, i ricercatori italiani e americani hanno puntato
l’attenzione sulla mutazione dell’enzima della polimerasi: ‘Nel
nostro database – scrivono sulla rivista Journal of Translational
Medicine – la prima comparsa di questa mutazione è del 9 febbraio
in Gran Bretagna, quando un drammatico incremento dei pazienti
infettati in Europa viene registrato dall’Oms’. Circolando e
replicandosi in un numero di individui così grande, come sta
avvenendo oggi, le possibilità di mutazione non fanno che aumentare
ulteriormente. Cambiando leggermente i suoi connotati, c’è il
rischio che un giorno il coronavirus diventi irriconoscibile per la
memoria del sistema immunitario (nelle persone guarite o vaccinate) o
che impari a resistere ai farmaci».
Ricerca
verso antivirali Contro l’enzima polimerasi sono infatti
diretti molti degli antivirali usati oggi negli ospedali. E’ il
convincimento che porta a virologi come Giulio Gallo a dichiarare che
sarebbe forse opportuno aspettarsi di più dalla ricerca di
antivirali specifici che non da un vaccino che rischierebbe, come
accaduto per l’Hiv, di non essere efficace rispetto alle mutazioni
del virus. Secondo il virologo Gallo, in campo restano anche le
ipotesi che il virus «potrebbe sparire completamente come la prima
Sars; ricomparire come la Mers, ma in maniera regionalizzata o
diventare stagionale come l’aviaria. Per questo serve una cura più
che un vaccino».
Nessun commento:
Posta un commento