SIAMO IN GUERRA, non parlo di guerra convenzionale anche se, in molte parti del mondo ci sono guerre della “imbecillità umana”.
La
mia riflessione è sulla guerra totale che stanno combattendo contro,
aria, acqua, cibo; non sparano contro uno pseudo nemico ma ahimè,
contro l'umanità, contro i propri famigliari, contro i propri figli,
i propri nipoti, guerra totale contro ogni essere vivente.
Questa
accozzaglia di feccia umana deve essere fermata.
ARIA
(Le
soglie di concentrazione in aria delle polveri fini PM10 sono
stabilite dal D.Lgs. 155/2010 e calcolate su base temporale
giornaliera ed annuale. È stato registrato il numero di
superamenti, dal 2002 al 2014, presso le stazioni di monitoraggio
della qualità dell’aria della rete regionale ARPAV, di due soglie
di legge: Valore Limite (VL) annuale per la protezione della salute
umana di 40
μg/m3;
Valore Limite (VL) giornaliero per la protezione della salute umana
di 50
μg/m3
da
non superare più di 35 volte/anno).
Niente paura
aumentiamo il limite massimo di pericolosità, allarme cessato, se
non se ne parla, il pericolo non esiste più.
ACQUA
Di deroga in deroga
per una decina d'anni (2004 2013 circa), a seguito del recepimento
della dir 98/83/CE. L'Italia tra tutti gli stati membri, nel
2004/2005 ha emanato il maggior numero di deroghe, riguardo ai
parametri di natura geologica. La prima deroga era attinente ai 10
parametri di rischio che erano soggette 12 regioni. Gli anni
2003/2009 con i diversi investimenti negli acquedotti, sono
diminuite le deroghe. Nel 2010 si riaffaccia la deroga riguardante,
Arsenico, Boro, Fluoro in 5 regioni. Lombardia, Toscana,
Lazio,Campania, Umbria, oltre alle due province di Trento e Bolzano.
Valore
oltre il limite e pericoloso per la salute, nel 2013 il limite di
sostanze nocive è stato aumentato a 10 microgrammi per litro.
Se si aumenta la soglia di pericolosità la salute ne giova.
Doveva
essere una deroga transitoria e come sempre in Italia, è diventata
una regola fissa e gli interventi necessari sugli acquedotti sono
stati disattesi, ormai l'acqua era potabile.
PRODUZIONE
AGRICOLA
Cocktail
di sostanze attive si trovano anche in Liguria in produzioni tipiche
quali un campione di basilico di produzione locale ligure con sette
residui (Dimetomorf, Fluopicolide, Piraclostrobin, Spinosad,
Imidacloprid, Spinosin D, Spinosin A), mentre un campione di mele di
provenienza extraregionale risulta regolare ma con sei diversi
residui chimici, tra cui il Boscalid e il Chlorpyrifos. Le
irregolarità, invece, sono dovute al superamento dei limiti massimi
di residuo (LMR) stabiliti per legge o all’impiego di prodotti
fitosanitari non autorizzati sulla specifica coltura. E’ il caso
dell’Emilia Romagna che ha rilevato 11 sforamenti, di cui 5
riscontrati in campioni di pere, clementine e uva da vino trattate
con sostanze attive non più autorizzate in Italia per queste
colture; mentre le restanti irregolarità riguardano il superamento
dell’LMR stabilito per Dimetoato e Chlorpyrifos Etile
rispettivamente su finocchi, fagiolini, funghi e sulle bietole.
Tredici irregolarità, ma su un numero di campionature molto
elevate, sono state registrate dal laboratorio pugliese, su campioni
di clementine, carciofi, rape, pomodori, pesche, bietole, lattuga,
uva, pesto e su campioni di melagrana e ciliegie provenienti dalla
Turchia, in tutti i casi per superamento dei limiti massimi
consentiti per legge. I laboratori pubblici mostrano un’ampia
variabilità per numero di campioni analizzati da regione a regione,
in linea non solo con le prescrizioni del DM del 23 dicembre 1992,
relativo ai limiti massimi di residui di sostanze attive tollerate su
ed in prodotti alimentari, ma anche con le specifiche disposizioni
regionali, che possono richiedere controlli più puntuali alla
luce delle criticità del proprio territorio. Allo stesso modo, i
risultati analitici elaborati rappresentano un quadro variegato su
scala nazionale ma sufficientemente chiaro per riconoscere nel
multiresiduo, un fenomeno su cui investire più attenzione per le
possibili ripercussioni sulla salute dei consumatori. Ancora oggi, la
presenza concomitante di più residui chimici nei nostri alimenti è
argomento a cui il Controllo ufficiale sui residui di prodotti
fitosanitari negli alimenti, pubblicato annualmente dal Ministero
della Salute, dedica sempre meno attenzione.
OGM
I
punti più discussi del dibattito sugli Ogm riguardano i rischi per
l’ambiente e per la salute umana, la possibilità di coesistenza
fra colture Ogm e convenzionali, l’impatto socioeconomico della
loro introduzione nei Paesi in via di sviluppo. Il mondo della
scienza e della ricerca è ben lontano da un verdetto unanime.
Legambiente in difesa del principio di precauzione e della volontà
dei cittadini italiani che hanno già da tempo chiaramente espresso
contrarietà all’introduzione di coltivazioni OGM sul territorio
nazionale, si batte contro la coltivazione di organismi geneticamente
modificati, per un agricoltura sostenibile e di qualità.
L'Italia vuole dirigersi verso il tutto biologico.
TTIP
La
presa in giro
Il
negoziato del TTIP in materia di prodotti agricoli si traduce in una
lieve riduzione dei dazi per consentire un qualche aumento nelle
esportazioni di alcuni prodotti "Made in Italy", ricercati
negli Stati Uniti per la loro tipicità, in cambio dell'adozione di
pratiche agricole che avrebbero, rapidamente, la conseguenza di far
venir meno la tipicità, ovvero la tracciabilità del prodotto di
alta qualità. A questo suggerimento masochista i produttori italiani
hanno da tempo detto no.
DISERBANTI
Il
glifosato è il diserbante che va a braccetto con le colture
geneticamente modificate (OGM), soia in primis, il cui DNA è stato
modificato da Monsanto per resistere allo stesso diserbante. In
Italia negli ultimi anni l'ISPRA ha raccolto campioni di oltre 175
pesticidi nelle acque, superficiali e sotterranee. Tra le sostanze
che maggiormente hanno superato i limiti di legge ci sono il
glifosato e l'AMPA (un metabolita del glifosato stesso), nonostante
il glifosato nella gran parte delle regioni non rientri neppure fra
le sostanze monitorate (come ricorda la stessa Ispra: "È utile
ribadire la necessità di inserire nei protocolli regionali alcune
sostanze che, ove ricercate, sono responsabili del maggior numero di
casi di non conformità, quali il glifosato e l'AMPA.").
Il
glifosato, oltre che in agricoltura, è ampiamente impiegato per la
pulizia dei margini stradali, delle massicciate ferroviarie e dei
binari, e anche in prodotti da giardinaggio e per l'hobbistica. Ciò
comporta che agricoltori, semplici passanti e altri operatori possono
essere esposti a queste sostanza durante le applicazioni, anche in
aree pubbliche, come scuole e giardini, frequentate da bambini, ed
alla moria sempre più diffusa delle api. Le preoccupazioni e le
denunce della società civile sul negoziato TTIP, sono anche un colpo
ferale alla retorica della Commissione Europea sulla presunta difesa
delle prerogative e degli standard dell'Unione davanti a un rischio
di deregolamentazione pesante. Il rischio? È che ogni normativa più
rigida di quelle previste dal Codex (codice alimentare) possa essere
considerata come distorsiva del mercato e per questo punibile secondo
i meccanismi del trattato. Abbiamo avuto già alcuni precedenti per
questioni simili: l'Unione Europea dalla fine degli anni novanta
dovette subire ritorsioni commerciali per centinaia di milioni di
dollari dagli Stati Uniti, a causa della scelta di non importare
carne agli ormoni USA. Scelta considerata distorsiva del mercato (in
quel caso dal tribunale dell'Organizzazione Mondiale del Commercio,
che si è riferita alle indicazioni del Codex che non considerano
la carne agli ormoni così dannosa per i consumatori),
una fattispecie di reato che non esiste nel codice penale e civile,
ma che diventa coercitiva e quindi causa di sanzioni se inserita in
un accordo commerciale.
C'è
il rischio che verremo invasi dalla carne alla chimica? Sicuramente
esiste il rischio e aggiungerei la certezza che verremo sanzionati
con ritorsioni proprio perché rifiuteremo quell'invasione. Del
resto, anche per l'ambito Organismi geneticamente modificati lo
scenario è simile: sarà un organismo tecnico a verificare la
coerenza delle normative sul tema, esautorando almeno in parte le
prerogative delle istituzioni “democraticamente elette”.
Perchè è questo, alla fine, uno degli obiettivi del TTIP. Mettere in piedi un sistema di cooperazione regolatoria capace di coinvolgere solamente strutture tecniche (le agenzie federali USA) o non elette (la Commissione Europea) nell'armonizzazione delle normative e degli standard, riducendo il più possibile la possibilità di parlamenti e dei singoli cittadini di esercitare un controllo. Con questi governi di cartone il brodo è tratto. È il ritorno della Lex Mercatoria a discapito della democrazia. È uno dei principali motivi per cui, il 7 maggio, le persone preoccupate sono scese in piazza a Roma.
Perchè è questo, alla fine, uno degli obiettivi del TTIP. Mettere in piedi un sistema di cooperazione regolatoria capace di coinvolgere solamente strutture tecniche (le agenzie federali USA) o non elette (la Commissione Europea) nell'armonizzazione delle normative e degli standard, riducendo il più possibile la possibilità di parlamenti e dei singoli cittadini di esercitare un controllo. Con questi governi di cartone il brodo è tratto. È il ritorno della Lex Mercatoria a discapito della democrazia. È uno dei principali motivi per cui, il 7 maggio, le persone preoccupate sono scese in piazza a Roma.
LA PRESENZA
Latte
materno
Acque
superficiali e profonde (80%)
Pioggia
14
su 20 prodotti da forno
Metà
cittadini europei lo hanno nell’urina
Ne
è permesso l’uso di 4 litri/ettaro nei frutteti
Treviso
55000 litri, Verona 200.000 litri (ipotesi)
Italia
1500 ton/anno
L'ALIBI
"L'acceso
dibattito nel corso cosiddetta Frankenfoods non riguarda solo i pro
ed i contro di manipolare geneticamente le colture per migliorare il
loro valore nutrizionale e la resistenza alle malattie, ma riguarda
anche la
sensibilità intellettuale. Per
anni, gli attivisti che si oppongono alla nuova scienza sono stati
tacciati di diffusione infondata e storie di orrore imprecise,
minacciando di far fallire il progresso vitale necessario per
nutrire il mondo.
E' un cammino lungo e difficile
per la nuova biotecnologia agraria e
il dibattito
politico che
lo circonda.
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