SCONFIGGERE LA MAFIA ED IL CAPORALATO E' POSSIBILE.
Cari
ex ministro all’agricoltura Maurizio Martina, caro ex Governatore
della Puglia Michele Emiliano, sono con questa mia a dirVi.
2014…...Governo
Renzi
Sono
i caporali a fornire squadre di lavoro ‘disciplinate’ ai
proprietari terrieriIn
Puglia, come in altre regioni del sud Italia, nell’ultimo decennio
si sono formati dei veri e propri “ghetti” fatti di baracche, in
cui vivono migliaia di braccianti stranieri. Spesso sono sorti a
ridosso delle vecchie borgate agricole disabitate, altre volte sono
sorti spontaneamente.Il
più noto è il Gran Ghetto di
Rignano Garganico, dove vivono un migliaio di braccianti africani,
ma ce ne sono almeno altri sei o sette in tutta la provincia di
Foggia.
2015…...Governo
Renzi
Il
mondo del pomodoroNel
mondo del pomodoro la paga è a cottimo. Riempiendo un cassone di
tre quintali di prodotto si ottengono 3,50 euro, quando va bene (al
produttore il pomodoro viene pagato 8 euro al quintale). Di questi,
50 centesimi vanno dati al caporale, che prenderà altri soldi per
il trasporto nei campi, per la fornitura di acqua e cibo e – in
alcuni casi – anche per l’assegnazione di un alloggio in
condizioni degradate.Ogni
estate la presenza di una manodopera quotidianamente impiegata di
quattro o cinquemila braccianti (cui vanno aggiunti quelli che
vivono nei casolari più piccoli e isolati) è la prima smentita
della tesi secondo cui ai caporali ricorrono solo poche “mele
marce”.Purtroppo
tale pratica è molto più estesa. Si è fatta base e sistema del
mondo agricolo, come sostiene da tempo la Flai Cgil Puglia.
2016…..
Governo Renzi
Picchia
il sole su 400mila lavoratori impiegati senza tutele a raccogliere
casse di pomodori e ceste di meloni, fino alle uve d’autunno. La
cifra è fornita dall’osservatorio della Cgil sul caporalato. In
inverno erano a Rosarno o Ginosa per gli agrumi. Con l’estate si
trovano a Foggia come a Nardò, come in qualche località della
Campania.
Altro
raccolto, altra schiavitù. Perché nonostante leggi, programmi e
promesse, lo sfruttamento nei campi continua. Assume nuove forme,
indossa maschere semi-legali: intermediazione, contratti a ore,
aziende fantasma. Riceve fondi europei. Conta sulla mancanza di
controlli. E non arretra. E oggi all’emergenza “storica” (in
Calabria è da otto anni che le associazioni parlano di schiavitù,
in Puglia la prima rivolta dei braccianti risale al 2011) se ne
aggiunge una nuova.
2017……
Governo Gentiloni
Bilancio
deludente per la lotta
al caporalato
e
allo sfruttamento del
lavoro agricolo. A sostenerlo è la FLAI
CGIL,
dopo aver monitorato la situazione della raccolta dei pomodori nel
corso di tutta l’estate. Eppure gli
strumenti necessari,
per lo meno a livello legislativo, ci
sarebbero.
Circa una anno fa, infatti, era stata approvata la legge in materia,
mentre risale al 27 maggio 2016 il “Protocollo
sperimentale
contro
il caporalato e lo sfruttamento lavorativo in agricoltura”
sottoscritto dal ministero dell’Interno, del Lavoro e da quello
dell’Agricoltura. Il 1° settembre 2015, inoltre, era nata la “Rete
del lavoro agricolo di qualità”,
sempre con l’obiettivo di contrastare le irregolarità in
agricoltura. Ebbene, secondo il sindacato tutti questi documenti,
almeno per ora, non hanno prodotto i risultati sperati.
Nel
vostro compito di sorveglianza come politici attivi della Repubblica
Italiana con “mandato?” dagli elettori italiani, non vi siete
resi conto che in Italia era tornata la schiavitù voluta da chi?Oggi
che siete stati disarcionati dal tanto caro cavallo di legno avete la
ricetta per le soluzioni a tutto campo.
Senza mancarvi di rispetto.
Fare impresa agraria con legalità è possibile basta, adoperarsi.
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