Calamecca
Pellegrino Antonini
Pellegrino Antonini ingegnere pistoiese (1765-1827) , con i suoi due testamenti
del 22 gennaio 1821 e del 28 febbraio 1825, al liceo Forteguerri istituì una cattedra di veterinaria con una rendita annua di 150 scudi per il mantenimento di un insegnante che tenesse lezioni di veterinaria almeno tre volte a settimana.
Stabilì inoltre che con l'esubero della rendita di mantenimento di un oratorio a Calamecca, fossero distribuito in tre parti uguali ad altrettanti istituti cittadini, Orfanotrofio Puccini, istituto delle Abbandonate ed istituto delle Crocifissine.
Pellegrino Antonini istituì inoltre l'istituzione denominata “LEGATO ANTONINI”,detta istituzione serviva ad amministrare l'enorme suo patrimonio di carattere agricolo-forestale.
Il magnate fece costruire alla “Macchia Antonini” (allora macchia di Calamecca), la cappellina prospiciente alla strada che porta alla fattoria,
circondata da castagni ed abeti secolari (oggi alcuni abbattuti) dove riposano ancora le sue spoglie.
Alla fine del settecento circa , Antonini acquistò la macchia di Calamecca, “nome dato dal granducato”, e vi fece costruire le strade per raggiungere il posto.
Espresse anche volontà di fornire la dote a due spose dell'anno di Calamecca ed a una sposa di Momigno.
Si sa che le volontà dei defunti vengono mantenute solo se fanno comodo ai vivi, e detta volontà cadde in disuso e fu trasformata in altre opzioni “dice,” in anni avvenire.
IL TESTAMENTO DI PELLEGRINO ANTONINI del 1821
(trascrizione da una copia dattiloscritta conservata nell’archivio comunale di Piteglio)
L’anno milleottocentoventuno e questo dì 22 gennaio in Pistoia io sottoscritto Pellegrino del fu Felice Antonini, possidente, di professione Ingegnere, domiciliato nella città di Pistoia. Volendo provvedere ora che sono sano di mente e di corpo alle cose mie per dopo la mia morte;
Primieramente raccomando di cuore l’anima mia al Suo Creatore e ciò si degni di riceverla nella sua Gloria per tutta l’Eternità. E successivamente ordino e voglio che seguita la mia morte i soprascritti miei eredi o erede, faccia celebrare nella Chiesa Parrocchiale del mio domicilio un decente funerale con quel numero di messe che giudicherà opportune. Ordino e voglio, che dopo l’associazione alla Parrocchia, il mio cadavere sia portato dalla Compagnia della Misericordia fino alla Porta al Borgo per essere condotto nel mio locale dei morti in Calamecca.
Perciò ivi sia dalla Misericordia consegnato successivamente alla Compagnia di Santa Maria Assunta in Gora, di Burgianico, di Gello, di Sarripoli, di Campiglio, di Momigno, e da questa a quella di Calamecca, facendo ciascheduno cammino per il suo popolo; e mancando una o più compagnie l’antecedente a quella che manca trapassi fino a incontrare la compagnia susseguente che aspetta, godendo il diritto della mercede infrascritta delle Compagnie o Compagnia che hanno supplito avendo ciascheduna alla testa il loro rispettivo parroco o suo rappresentante; E saranno accompagnate per tutto il viaggio dall’infrascritto esecutore testamentario, quale resta incaricato di fare alle medesime l’opportuno invito. Per retribuzione del suddetto trasporto i miei eredi o erede pagherà a ciascheduno dei Parrochi o Compagnia nella maniera seguente:Alla Compagnia della Misericordia sarà dato a titolo di regalo libbre 12 di cera bianca a piacimento del guardiano.-Ai parroci; a quello della Città, se v’interviene, di Santa Maria Assunta, Burgianico e Gello L. 7.- Ai Parroci di Sarripoli, Campiglio e Momigno L. 14 per ciascheduno; a quello di Calamecca L. 18, ed ognuno di loro goderà dell’elemosina di quel parroco mancante a cui avesse supplito. A ciascheduno individuo della Compagnia di Santa Maria Asssunta, Burgianico e Gello che interverrà con cappa di suffragio del trasporto (sempre che siano fratelli) L.2 Alla Compagnia di Sarripoli, Campiglio e Momigno per ciascheduno incappato e fratelli L. 3, - Alla Compagnia di Calamecca L. 4.Ordino e voglio che il mio cadavere giunto che sia all’infrascritta Cappella dei Morti ed in mancanza della Chiesa Parrocchiale di Calamecca, sia lavato profumato e imbalsamato, chiuso in doppia cassa di tavola di legno stagionato di castagno e quindi provvisoriamente sepolto nella Compagnia di detta Chiesa o nell’Oratorio del Colle in luogo asciutto per poi trasportarsi privatamente nella citata Cappella dei Morti subito fatta e ultimata che sia, quando già in mia vita non l’ebbi fatta edificare, nelle maniere che appresso:Ordino e voglio che dentro un mese dal giorno dell’arrivo del mio cadavere nella Chiesa diCalamecca o nella citata Cappella, i miei eredi o erede faccia celebrare un funerale di esequie al quale prego caldamente i medesimi di volere intervenire con un seguito di amici e amiche ai quali sarà dato, oltre il trattamento, anche una riconoscenza a forma di quanto sarà detto in voce o in iscritto all’infrascritto mio erede. Ordino e voglio che dopo l’anno della mia morte sia fatto un decente anniversario nella Chiesa dei Minori Conventuali di S. Francesco di Pistoia, ove sono le ceneri del mio genitore e madre del medesimo, riconoscendo in quel giorno con un paolo a testa i poveri dell cira del mio domicilio.
Il secondo anno dopo la mia morte sarà fatto altro più piccolo anniversario nella Chiesa della Vergine fuori Porta Fiorentina, ove riposano le ceneri della mia genitrice, facendo l’elemosina ai poveri della Città di Crazie due a testa. Nel terzo anno finalmente altro più ristretto anniversario ordino e voglio che sia fatto nella Chiesa Pievania di Piteccio, ove sono le ossa dei miei antenati. Ed ivi alle esequie siano invitati i miserabili di quel popolo, dandoli a quelli che v’interesseranno Lire una a testa.-Per il titolo di legato, lascio alla servitù che si troverà in mia casa al giorno della morte: se con servizio dentro i cinque anni, scudi 60 all’uomo e scudi 50 alla donna; se al di là dei cinque anni fino ai dieci, scudi 100 all’uomo e scudi 80 alle donne; e se al dilà di anni 10 scudi 200 all’uomo e scudi 180 alla donna. Al parrucchiere che mi servirà il giorno della mia morte lascio il terzo della proporzione che sopra. Ai contadini che saranno nei miei poderi al giorno della mia morte voglio che li sia condonato ogni debito che potessero avere a mio favore ed in mancanza di tal debito voglio che li siano pagati per una sola volta e per ogni famiglia scudi 25. Parimenti ordino e voglio che i miei eredi o erede, dentro l’anno dalla mia morte incomincino l’edificazione di una Cappella ossia Oratorio nel mio possesso sotto il nome dei Morti Antonini ossia Macchia di Calamecca nel Comune di Piteglio, e precisamente nel monticello lungo la strada comunicativa in vicinanza e in veduta della casa di abitazione presso il prato della Lama lunga a levante del viale che sale al poggio Vestito di Abeti; e di proseguire il lavoro fino alla sua ultimazione dentro lo spazio di anni cinque al più sopra il disegno e modello che sarà lasciato da, me Testatore; ovvero di proseguire, ed ultimare la detta Cappella, nel caso che sia stata già incominciata durante la mia vita, bene inteso che tale lavoro sia fatto con la massima stabilità e tutta la parte esterna e bassa di pietra serena, o di pietra albarese scalpellata alla rozza.
Il titolo di detta Cappella, ossia l’Oratorio sarà “S. Pellegrino dei Monti” per quanto sopra la porta esterna d’ingresso in lastra di marmo bianco vi sarà scritto “Sepolcro Antonini”.Ed all’oggetto che in detta Cappella sia in tutti i giorni festivi celebrata la Santa Messa, istituisco una Uffiziatura ossia Cappellania, da conferire la prima volta ad un degno Sacerdote ad elevazione della mia erede in mancanza di figli, e finche vivrà e successivamente del Vescovo prò-tempore di Pistoia, dietro il concorso nelle forme canoniche per eleggersi più degno Sacerdote. Sarà in dovere del suddetto Cappellano oltre la celebrazione della Messa in detto Oratorio in tutti i giorni festivi e nelle solennità di servire alla Chiesa di Calamecca, e di soddisfare ancora agli oneri seguenti:
Nella domenica più prossima al dì 20 agosto di ogni anno, sarà fatta in questa Cappella una festa con Messa Cantata e celebrazione di cinque messe piane, e il giorno Vespro e Litanie dei Santi con preci ardendo un sufficiente numero di lumi. Dopo la Messa cantata sarà fatta un’estrazione di tre doti che due per le ragazze del popolo di Calamecca dai 16 ai 30 anni; ed una per le ragazze del popolo di Momigno della stessa età, ed a ognuna sarà pagata somma di L. 70 moneta fiorentina all’occasione del suo matrimonio spirituale o temporale, a condizione che non possa cumularsene più di una nella medesima persona, ed a condizione pure che giunta all’età di anni 30, senza essersi collocata, la ragazza perderà un tal diritto, e sia la sua dote immediatamente conferita nel giorno di detta festa ad altra ragazza di quel popolo: il che deve pure eseguirsi nel caso che una delle dotate premorisse alla sua collocazione ferma stante la collocazione delle altre doti ordinate come sopra.-Quest’estrazione sarà fatta alla presenza del Parroco Pro-tempore di Calamecca e del Piovano di Momigno, o loro rispettivo delegato, quali con lo stesso Cappellano legalizzeranno la carta di sicurtà ossia una fede, acciò dal Cappellano senza difficoltà, sia fatto il pagamento a luogo e tempo alle ragazze estratte e dotate. Per l’incomodo dei citati Parrochi, il Cappellano pagherà annualmente L. 7.-Nella ricorrenza del giorno della mia morte, il suddetto Cappellano dovrà fare ogni anno in perpetuo un funerale con Messa Cantata e quattro messe piane: uffizio dei morti ed esequie al sepolcro, il tutto in suffragio all’anima mia, e cadendo il giorno festivo il dì seguente.Parimenti ordino e voglio che dal Cappellano venga ogni anno pagata a favore della Comunità di Porta al Borgo, nelle mani del suo Camerlingo pro-tempore, la somma e quantità di scudi ventuno per ogni anno in perpetuo: acciò la magistratura di detta comunità in corpo adunata, per estrazione conferisca alle ragazze povere nate e abitanti in quella Comune, annualmente tre doti del valore ciascheduna di scudi sei da pagarsi nei modi che stabilirà la magistratura, sì per la qualità delle dotate, sì per i loro recapiti, ed ogni avanzo deve stare di fronte alle spese occorrenti.Finalmente ordino e voglio pure che il Cappellano paghi ogni anno in perpetuo al Cappellano dell’oratorio della Villa di Castagno, Pievania di Piteccio, Comunità di Porta al Borgo, la somma e quantità di scudi due, all’oggetto che il suddetto Cappellano Curato celebri ogni anno nel mese di Giugno numero otto messe, secondo le intenzioni di me Testatore.Per supplire a tutti i suddetti oneri, come pure a quello di mantenere in buono stato tutti gli utensili sacri, dei quali i miei Eredi provvederanno con decenza la suddetta Cappella, ugualmente che alla manutenzione della fabbrica della Cappella medesima (quali cose tutte con inventario verranno consegnate al suddetto Cappellano dalla mia Erede) assegno al Cappellano stesso in perpetuo la somma annuale di scudi duecentotrenta di Lire sette per scudo, moneta fiorentina, da ritirarsi dalle rendite più vicine del podere e boscaglia della Tenuta di Calamecca sopra citata sotto il nome dei Monti Antonini. Ad ogni buon fine ed effetto dichiara di avere ricevuto in dote dalla mia attuale consorte Francesca nata Vignali, la somma di scudi Milleduecento dalla casa paterna, e scudi ottanta di sussidi dotali di luoghi pii. Eleggo e deputo mio esecutore testamentario, il Sig. Dott. Iacopo Piermei, quale prego caldamente ad accettare e sommamente lo prego mandare a fine ed effettuazione tutte le singole suddette mie disposizioni e principalmente l’esecuzione della Cappella e la tumulazione del mio cadavere in quella. A titolo di regola e ricognizione dai miei eredi o erede sarà dato al medesimo un astuccio di sei posate di argento, completo, o la somma di scudi 50 per una sol volta in luogo di quello entro un anno dal giorno della mia morte. Miei eredi universali istituisco e nomino tutti i miei figli che potessi avere alla mia morte con preferenza di maschi alle femmine a forma di legge. Ed in questo caso soltanto senza essere obbligati alla nomina di un Cappellano, ordino e voglio però che venga dai medesimi pienamente eseguito ogni anno quanto al Cappellano suddetto era stato imposto, al quale oggetto dovranno i mentovati miei eredi e figli assegnare ed assicurare quella rendita annua che dalle veglianti leggi viene prescritta in vista di potersi ottenere in specie la pubblicità del Citato Oratorio. Ed in mancanza di detti figli con tutti gli oneri che sopra e perciò anche con l’obbligo della Uffiziatura, istituisco e nomino mio erede universale la Sig.ra Francesca del fu Dott. Girolamo Vignali, mia consorte, la quale prego a soddisfare ed ogni altro onere che prima della mia morte li ordinassi o in voce o in scritto, implorando a tale oggetto, dal Sovrano quelle grazie che saranno necessarie tanto per gli obblighi come sopra espresso, quanto per gli altri che potrà addossarsi prima della mia morte. E questo dico essere il mio ultimo testamento revocatorio di ogni altro che potessi aver fatto. Qual presente testamento è stato tutto da me scritto, datato e firmato, in casa di mia abitazione, posta in Pistoia in Via del Corso.
Ed in fede di che
f° Pellegrino Antonini